GIORGIA SI ACCODA AL FILOPUTINISMO DI SALVINI – IL TESTO DEL DECRETO CHE AUTORIZZA LE SPEDIZIONI MILITARI A FAVORE DI KIEV NON SARÀ SUL TAVOLO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DI DOMANI, COM’ERA PREVISTO. LA LEGA HA OTTENUTO IL RINVIO “ASPETTANDO L’ESITO DEL NEGOZIATO DI TRUMP” – MELONI CERCA DI EVITARE STRAPPI CON IL CARROCCIO E NON VUOLE LASCIARE CAMPO LIBERO A QUEL PACIFINTO DI “SALVINI”, ANCHE ALLA LUCE DELLO SCANDALO “MANI PULITE” CHE HA TRAVOLTO IL CERCHIO MAGICO DI ZELENSKY – MA QUANTO PUÒ DURARE IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA SULLE QUESTIONI INTERNAZIONALI?
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”
matteo salvini giorgia meloni foto lapresse
È il primo atto formale che segna una frenata sugli aiuti all'Ucraina. Il testo del decreto che autorizza le spedizioni militari a favore di Kiev non sarà, come previsto fino a ieri, sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani, quando Giorgia Meloni tornerà dalla missione in Bahrein.
La norma votata una volta l'anno dal Parlamento, che fa da cornice autorizzativa ai pacchetti di armi e finanziamenti, era presente nelle bozze del pre-consiglio. Poi, all'improvviso, la Lega ne ha chiesto e ottenuto lo stralcio.
STEVE WITKOFF - JARED KUSHNER - VLADIMIR PUTIN - KIRILL DMITRIEV - YURI USHAKOV
Matteo Salvini [...] secondo quanto riferiscono dal Carroccio, non ha chiamato Meloni ma ha dato mandato ai suoi collaboratori di spiegare per quali motivazioni fosse necessario rinviare. «È in corso una trattativa importante – questo il ragionamento del leghista – E ci sono segnali che fanno sperare nella pace.
Aspettiamo l'esito e vediamo».
Salvini scommette su Donald Trump, e sul piano di pace che l'inviato speciale, Steve Witkoff, e il genere del presidente, Jared Kushner, sono andati a discutere direttamente al Cremlino: è convinto che questa volta ci siano buone chance per fermare il conflitto in Ucraina.
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MATTEO SALVINI E VLADIMIR PUTIN
Parlare di scontro nel governo suonerebbe, in questo specifico caso, esagerato. Di certo, è stata fatta una concessione a Salvini. Un altro gioco di prestigio, lo definisce un ministro che non vuole apparire con nome e cognome: «Restiamo a fianco dell'Ucraina ma evitando il più possibile di parlare di armi».
Meloni, di sponda con l'altro vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, vuole evitare di dare ulteriori occasioni a Salvini di segnare una distanza pubblicamente, anche e soprattutto alla luce dell'inchiesta sulla corruzione che ha coinvolto gli uomini del presidente Ucraino Volodymyr Zelensky, e che il leghista sta continuando a sfruttare mediaticamente contro la scelta di sostenere Kiev.
VOLODYMYR ZELENSKY ABBRACCIA GIORGIA MELONI - CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL UCRAINA -
Il decreto che proroga per tutto il 2026 l'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all'Ucraina scade il 31 dicembre: c'è tempo, dunque, per portarlo in un altro Cdm, magari durante le festività natalizie, come avvenuto lo scorso anno, approfittando della distrazione collettiva degli italiani alle prese con cenoni e regali. Salvini spera che una svolta nel negoziato tra Trump, Putin e Volodymyr Zelensky possa rendere superfluo rinnovare gli aiuti, e aspetta quel momento per rivendicare la linea assunta in questi mesi.
Dalla Lega spiegano che se invece, alla fine, non ci saranno novità sul fronte diplomatico, la guerra continuerà e il testo andrà in Aula, Salvini non si sfilerà dalla maggioranza e lo voterà, nonostante le pressioni interne di chi, come Claudio Borghi, da tempo insiste per strappare e chiede al leader di astenersi.
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani foto lapresse
Non è escluso che negli stessi giorni di Natale il governo possa sciogliere la riserva anche in merito a Purl, il meccanismo che prevede acquisti – su base volontaria - di armi americane da parte dei membri Nato.
A margine del G20 in Sudafrica Meloni ha chiarito di voler prendersi tutto il tempo necessario, specificando «che non c'è alcuna deadline» che impone di fare in fretta. È probabile che Palazzo Chigi attenderà l'ok definitivo del Parlamento alla manovra di Bilancio. [...]
VERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSI