giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

LA MELONI È UN FASCIO DI NERVI – DOPO LA DOPPIA SBERLA IN EMILIA E UMBRIA, SI APRONO CREPE NEL CENTRODESTRA, LA DUCETTA AVVERTE GLI ALLEATI SALVINI-TAJANI: “DOBBIAMO CAPIRE COSA NON FUNZIONA” – SUL BANCO DEGLI IMPUTATI C’E’ LA LEGA (PER L’INSISTENZA SU TESEI IN UMBRIA): STRETTO TRA LA BASE IN RIVOLTA E I GOVERNATORI FEDRIGA E ZAIA SUL PIEDE DI GUERRA, SALVINI TEME PER LA SUA LEADERSHIP: IL FUTURO È CUPO TRA LA SENTENZA SUL CASO OPEN ARMS E IL VOTO A MILANO E IN VENETO: ENTRAMBE LE POLTRONE SONO RICHIESTE DAGLI ALLEATI (IL CARROCCIO NON SI PUO’ PERMETTERE DI PERDERE ANCHE IL VENETO) - FORZA ITALIA LO INFILZA: “SI VINCE SOLO CON I CANDIDATI MODERATI”. MA SALVINI PENSA ANCORA AL VIMINALE E SOSTIENE LA CANDIDATURA DI PIANTEDOSI PER LA CAMPANIA (CIAO CORE)

Gabriella Cerami per repubblica.it - Estratti

 

MAURIZIO LUPI - MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - DONATELLA TESEI - ANTONIO TAJANI - STEFANO BANDECCHI

Bisogna interrogarsi sulle ragioni della sconfitta, manda a dire da Rio de Janeiro Giorgia Meloni. Un avvertimento che sa di richiesta di chiarimento rivolta agli alleati. E chissà se porterà, al suo rientro dal summit del G20, a un incontro con i due vice, Salvini e Tajani, per fare un punto dopo l’uno-due di Bologna e Perugia. Ed evitare che il tracollo si ripeta nelle cinque regioni al rinnovo nel 2025.

 

Quanto è difficile nel centrodestra assorbire una botta. «Ovviamente, bisogna interrogarsi per capire cosa in questo caso non abbia funzionato», dice la premier nel day after. 

 

(...)

 

Frasi di rito per coprire la disfatta in Emilia Romagna e ancor più nella piccola Umbria, in cui il centrodestra sulla carta viaggiava verso la riconferma della governatrice (leghista) uscente, Donatella Tesei. 

meloni salvini tajani

 

(...)

In questo processo, sul banco degli imputati finisce inevitabilmente la Lega.

 

Matteo Salvini riconosce la sconfitta - «abbiamo perso» - ma non molla Tesei. Anzi, replica a muso duro alle accuse che, dall’interno, gli vengono rivolte: «Non mi interessa fare i processi a Tizio o a Caio, io lavoro per il futuro, faccio tesoro delle sconfitte e guardo avanti».

 

Quello della candidata presidente non è però l’unico nome finito al centro delle polemiche. È in compagnia di Stefano Bandecchi, chiamato in extremis a «fare la differenza e recuperare un gap» nei confronti della candidata di centrosinistra Stefania Proietti. Ora, l’arruolamento del sindaco di Terni, passato a destra per queste elezioni, è un altro motivo di litigio tra i partiti. Voluto da Forza Italia, con il placet della Lega, il patron dell’università Cusano è un altro boccone che FdI ha dovuto ingoiare. Adesso il partito chiede conto agli alleati.

 

antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse

Meloni, distante da Roma, prova comunque ad abbassare i toni in attesa dell’analisi della sconfitta che farà, al suo ritorno, insieme al suo partito e insieme agli altri leader. Si dice «dispiaciuta dal risultato, particolarmente dalla non conferma del governo in Umbria» e spazza via le voci di dissidi interni bollando come «abbastanza surreali» le ricostruzioni «sul mio giudizio relativo a Tesei, un presidente di Regione che ha comunque lavorato bene».

 

Salvini vede però nelle mosse di Forza Italia il fuoco amico. D’altronde, quello di Antonio Tajani è l’unico partito che ha aumentato i consensi superando la Lega. Non solo. In Umbria, per esempio, il forzista Andrea Romizi è il candidato che ha preso più preferenze in assoluto, oltre 10mila, e ieri è stato premiato con la nomina nella segreteria nazionale del partito. Un rafforzamento, quello degli azzurri, che causa nervosismo anche in Fratelli d’Italia. I meloniani non vogliono sentir parlare di ricadute sul governo. Ci pensa il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, a scacciare i fantasmi: «Il voto non ha ripercussioni su governo e maggioranza. E di positivo c’è la crescita dei moderati».

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

 

In effetti, numeri alla mano, FdI ha perso voti mentre gli azzurri, che hanno tenuto, ora rilanciano la strategia centrista, sottolineando che si vince «solo con i candidati moderati», perché «sono i più capaci di attrarre». Matteo Salvini è avvertito.

 

 

 

LEGA IN CRISI

Antonio Fraschilla per repubblica.it - Estratti

 

VORTICE DI MAGGIORANZA - IL GIORNALONE - LA STAMPA

 

Il messaggio è arrivato nelle chat del partito appena acquisito il risultato del voto in Emilia Romagna e Umbria: «Nessun commento, solo Matteo Salvini è autorizzato a farlo». L’ennesima batosta alle urne per la Lega, in costante calo di consensi, preoccupa non poco il leader del partito che si chiude nel suo fortino e pensa alle contromosse.

 

Il Capitano teme davvero per la sua leadership, stretto tra una base in rivolta, soprattutto nelle roccaforti del Nord, e i governatori rimasti in casa Carroccio, Massimiliano Fedriga e Luca Zaia, che potrebbero chiedere conto dei risultati. La débâcle in Umbria, con la perdita di un altro presidente di Regione dopo la Sardegna, sancisce la parola fine al progetto della Lega nazionale.

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

E il futuro è ancora più cupo, in vista della sentenza di Palermo sul caso OpenArms e di un 2025 che vedrà il ritorno al voto Milano (per il dopo Sala) e il Veneto (per il dopo Zaia): entrambe le poltrone richieste adesso dagli alleati FI e FdI.

 

Salvini nel frattempo sembra aver perso il tocco magico che lo aveva portato al 30 per cento dei consensi. La virata ultrasovranista non sta dando i risultati sperati. Il leader ha scommesso sul generale Roberto Vannacci (attraendosi le ire di buona parte del partito) ed è entrato nel gruppo di Viktor Orbán in Europa, con l’obiettivo di diventare l’unico referente di Donald Trump in Italia. Scelte che non hanno portato nuovi voti: l’unica moneta che conta per restare alla guida del partito e avere una voce nel governo guidato da Giorgia Meloni.

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

 

 

(...) La base al Nord è scontenta: «Peggio di così non si poteva fare — dice Stefano Bargi, ex consigliere regionale dell’Emilia Romagna non rieletto — ma il punto è che nessuno fa mai autocritica. Non si sanno cogliere i segnali dei territori, né scegliere le persone».

 

In questo scenario il segretario ha convocato per oggi un consiglio federale del partito che darà il via libera al congresso della Lega lombarda per il 15 dicembre. 

 

(...)

salvini meloni

E proprio guardando al 2025 il vicepremier prepara le contromosse per rilanciarsi. Deputati, senatori e amministratori locali non sono contenti del lavoro “politico” svolto dai ministri Giuseppe Valditara e Alessandra Locatelli. Mentre Salvini avrebbe da qui a breve l’esigenza di dare maggiore spazio al “Doge” Zaia. Ottima soluzione per spazzare il campo da potenziali e insidiosissimi competitor per la guida del partito. Come pure rivendica galloni di peso un altro ras dei territorio, come Claudio Durigon.

salvini meloni

 

Il sogno irrealizzabile del vicepremier sarebbe quello di riprendersi il dicastero a lui caro del Viminale. Sarebbe la ragione per la quale Salvini si direbbe pronto a sostenere la candidatura di Matteo Piantedosi alle prossime regionali in Campania: una mossa che libererebbe appunto il posto di ministro dell’Interno. Peccato che quella strada - come avvenuto a inizio legislatura - gli sia inesorabilmente preclusa per volontà della premier Meloni.

 

Il mantra del ministro in queste ore è quello dell’abbassamento dei toni: «Nella vita si vince e si perde, io guardo avanti. Il prossimo governatore Veneto? Vedremo», dice prendendo tempo.

 

antonio tajani matteo salvini giorgia melonimatteo salvini giorgia meloni. antonio tajani 2

L’obiettivo primario, in questo scenario terremotato, resta quello di salvarsi.

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)