andrea giambruno-3

CON LA MELONI GALEOTTA FU UNA…BANANA! IL GIORNALISTA DI STUDIO APERTO ANDREA GIAMBRUNO, COMPAGNO DI DONNA GIORGIA DA 7 ANNI, RACCONTA IL LORO PRIMO INCONTRO E CONFESSA: “NON SONO DI SINISTRA, LA PENSIAMO DIVERSAMENTE SU ALCUNI TEMI ETICI" - VIVRETE A PALAZZO CHIGI? "NO, VI PARE CHE FACCIAMO CRESCERE UNA BIMBA DI 6 ANNI IN UN PALAZZO TIPO VERSAILLES? UNA CASA CE L’ABBIAMO. LA PUNTATA DI PEPPA PIG CON 2 MAMME? POSSO ANCHE FARGLIELA VEDERE A MIA FIGLIA E, SE DOVESSE CHIEDERE PERCHÉ CI SONO 2 MADRI, GLIELO SPIEGO – LA GELOSIA? NON MI COMPORTO DA ADOLESCENTE”

Candida Morvillo per Corriere.it

 

ANDREA GIAMBRUNO GIORGIA MELONI

Andrea Giambruno, come dovremo chiamarla: First Husband, First Gentleman, First Partner?

«Non lo so. Mi sa che una vera dicitura per l’equivalente maschile di First Lady non c’è. Aspettiamo un neologismo dello Zingarelli?».

 

Per la prima volta in Italia, una donna sarà incaricata di fare il governo e quella donna, Giorgia Meloni, è la sua compagna e la madre di sua figlia. Che effetto le fa?

«Sperando che vada così, sono felice, è qualcosa di epocale: per Giorgia, è il completamento di un percorso lungo trent’anni; per nostra figlia, è una pagina di storia che, quando sarà grande, la renderà orgogliosa di sua madre».

 

Ha aiutato lei Ginevra a scrivere quel biglietto: «Cara mamma, sono tanto felice che hai vinto. Ti amo»?

«L’ha fatto da sola: ha sei anni, ma sa scrivere già da un anno. Ovviamente, non comprende bene quello che è successo, ha solo capito che la mamma ha vinto qualcosa».

 

Lei che First Gentleman sarà? Presente o defilato?

«Presente a me stesso me lo auguro. Di sicuro, non sono tipo da copertine o foto patinate, infatti, nei nove anni con Giorgia, abbiamo sempre separato gli ambiti lavorativi».

Dunque, non l’accompagnerà nei viaggi di Stato, all’Eliseo o alla Casa Bianca?

ANDREA GIAMBRUNO GIORGIA MELONI

«Se bisogna andare, e quando Giorgia me lo chiederà, lo farò con piacere. Ma non smanio per esserci».

 

 

Vivrete a Palazzo Chigi?

«Non credo proprio».

Perché ride così tanto?

«Le sembra che facciamo crescere una bimba di sei anni in un palazzo tipo Versailles? Anche un po’ meno, grazie. Una casa ce l’abbiamo».

Com’è organizzata Casa Giambruno-Meloni?

«Per il momento, alla giornata. Di solito, porto io la bimba a scuola e vado a prenderla. Faccio il giornalista a Studio Aperto, lavoro sempre di sera e torno a casa all’una di notte: questo mi permette di essere il più libero dei due di giorno, quando faccio il papà. Giorgia fa ottimamente la mamma quando non ha altri impegni. Ci dividiamo non dico equamente, ma quasi».

 

Quando vi siete conosciuti, Fratelli d’Italia era al 4 per cento, oggi è al 26. Che ricadute ha avuto la scalata nella vostra vita quotidiana?

«Giorgia studia da quando si sveglia fino a quando va a dormire. Poi, essendo anche capo di un partito, ha mille cose di cui occuparsi. Nessun politico di livello ha tempo per se stesso, ma io conosco il suo lavoro, condivido il suo progetto, so che, se è via, non è in vacanza alle Hawaii».

GIORGIA MELONI ANDREA GIAMBRUNO 3

Giorgia sostiene che lei è di sinistra. Ha detto: spero voti per me. L’ha votata?

«Era una battuta: non sono di sinistra, è solo che abbiamo opinioni divergenti su alcuni temi etici, come il suicidio assistito. Io penso che lo Stato debba riflettere se sia giusto che una persona possa morire a casa sua, coi familiari, o sia costretta ad andare a morire in Svizzera. Noi due discutiamo su temi sensibili che — lo comprendo — la politica deve affrontare con una responsabilità diversa rispetto a me che ho solo una mia opinione personale».

 

E come sono le vostre discussioni su diritti Lgbtq+, legalizzazione delle droghe, aborto?

«Sull’aborto non c’è alcuna discussione: non troverà una riga in cui Giorgia contesta la 194. Sul resto, non si litiga, si parla e ognuno motiva la sua posizione».

Lei farebbe vedere a Ginevra la puntata di Peppa Pig con due mamme?

«Posso anche fargliela vedere e, se dovesse chiedere perché ci sono due madri, glielo spiego. Però, una cosa è una scelta spiegata da un genitore, un’altra è far passare forzatamente un concetto».

Nella sua unica intervista, tempo fa, lei ammise d’infastidirsi per gli ammiratori invadenti. Che ora aumenteranno. Come la mettiamo con la gelosia?

«So che non puoi andare all’acquario se hai paura dei pesci. Nel senso che so che stiamo vivendo qualcosa di unico in tutto e certo non mi comporto da adolescente».

 

Il vostro primo incontro?

«Ormai è mitologia, eviterei di riraccontarlo… Lavoro a Mediaset da anni, ci siamo conosciuti in uno dei programmi di cui ero autore».

Era Quinta Colonna di Paolo Del Debbio: stava per scattare la diretta, ma Giorgia stava mangiando una banana, che lei recuperò, evitandole di andare in onda così.

«Una cosa normale: non è che gli altri autori mandano in onda ospiti che mangiano i popcorn».

 

MELONI GIAMBRUNO

Lei da cosa fu colpito?

«Oltre che dall’aspetto fisico, dall’intelligenza e avevo sentito che Giorgia era diversa da come poteva apparire».

E come sarebbe la vera Giorgia?

«Ha una femminilità con una sua parte fragile, è un essere umano con una propria sensibilità, una propria dolcezza. Non è un robot. La vera Giorgia è una persona che si è fatta da sola, con tante difficoltà in adolescenza, cresciuta senza il padre: ha dimostrato che, se lavori con impegno e senza scorciatoie, il tuo riscatto ce l’hai. Giorgia ha realizzato qualcosa di impensabile, date le condizioni di partenza.

 

È il prototipo dell’italiano che amiamo: ci piace di più chi arriva dal nulla e ce la fa, rispetto a quello che nasce arrivato. Giorgia è una persona che ricorda e valorizza chi ha creduto in lei e l’ha supportata. Infatti, lunedì, ha lasciato il campo ai suoi, non andando in conferenza stampa e prendendosi del tempo per stare con sua figlia. Un uomo si sarebbe preso tutto lo spazio per dire: ho vinto io. Giorgia è la prova provata che una donna può fare tutto e meglio di un uomo».

MELONI GIAMBRUNO 14

 

Lei quanta fiducia aveva nel fatto che potesse diventare premier?

«Col mio lavoro, ho modo ogni giorno di confrontarmi con la classe politica e sapevo che, come preparazione, non c’era partita con nessuno».

Nella celebre arringa, «sono Giorgia, sono una madre, sono cristiana», ci sarebbe stato bene anche «sono una moglie», ma non c’è: perché?

«Adesso, con tutta la scaramanzia, ci sta bene “sono un presidente”».

 

La frase nel suo stato di WhatsApp, «resta solo un diamante che brilla», non si riferisce all’anello di fidanzamento che ancora manca?

«Ma no. Questo non è il momento di pensare al matrimonio, le priorità sono altre. Il diamante è Giorgia: un diamante ormai sgrezzato, una fuoriclasse, pronta a fare il premier, pronta a guidare il Paese».

 

andrea giambruno e giorgia meloni ANDREA GIAMBRUNOANDREA GIAMBRUNOGIORGIA MELONI E ANDREA GIAMBRUNOGIORGIA MELONI E ANDREA GIAMBRUNO ANDREA GIAMBRUNO andrea giambruno 6GIORGIA MELONI E ANDREA GIAMBRUNOGIORGIA MELONI ANDREA GIAMBRUNOMELONI GIAMBRUNOGIORGIA MELONI ANDREA GIAMBRUNO GIORGIA MELONI - ANDREA GIAMBRUNOGIORGIA MELONI ANDREA GIAMBRUNOgiambruno meloniGIORGIA MELONI E ANDREA GIAMBRUNO

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?