meloni salvini

LA "DUCETTA" SFIDA LA LEGA AL NORD - GIORGIA MELONI PRONTA A UN TOUR IN PADANIA PER ROSICCHIARE VOTI A SALVINI: A MAGGIO CONVENTION A MILANO, POI LE AMMINISTRATIVE IN CUI SFIDARE IL CARROCCIO A VERONA, ASTI, GORIZIA - UNA RIPULITA AI PROFILI FACEBOOK DEGLI ESPONENTI DEL PARTITO, L'ABBANDONO DEL SOVRANISMO E UN MESSAGGIO CONTRO IL NAZISMO: LA LUNGA CORSA VERSO IL GOVERNO E' PARTITA...

Fabio Martini per “La Stampa

 

giorgia meloni 9

L'ultima volta che si è confrontata col gruppo dirigente del suo partito - una Direzione a porte chiuse di Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni è stata chiara: «Lo sapete: io con me stessa sono implacabile, ma credo debba esserlo anche con voi. Mi raccomando, dobbiamo essere perfetti, a cominciare dai profili su Facebook».

 

Qualche giorno dopo, parlando alla presentazione di un libro, la leader dei Fratelli d'Italia è stata altrettanto esplicita: «Io penso che chi sostiene che l'Italia non aveva le forze di opporsi ai nazisti dice il falso: la Bulgaria lo fece, si poteva fare e non si è fatto».

 

giorgia meloni 7

Due esternazioni su questioni diverse ma attraversate dalla stessa ambizione alla quale Giorgia Meloni sta lavorando: trasformare Fratelli d'Italia in un partito di governo. Da unico partito del centro-destra mai entrato in un esecutivo, a «partito-guida» della coalizione alle prossime elezioni politiche, oramai vicine: mancano 10 mesi all'inizio della campagna elettorale.

 

giorgia meloni 4

Meloni ha deciso: oltre a «consolidare i guadagni» elettorali, è ora di provare a fare il «grande balzo». Di qui una campagna di primavera in due passaggi. Una Convention di tre giorni, dal 6 all'8 maggio: non più a Palermo (come immaginato nelle settimane scorse), ma invece a Milano, per «parlare» ad una parte del Paese sinora sorda al messaggio dei Fratelli.

 

giorgia meloni 5

Una Convention che abbia come obiettivo la definizione di un «programma di governo», con alcuni strappi rispetto al «politicamente corretto» della destra. Una sorta di «Fiuggi 2» ma programmatica e non ideologica, come fu invece lo storico congresso dell'Msi del 1995, che assieme al varo di Alleanza nazionale archiviò i nostalgismi tardo-fascisti della Fiamma tricolore.

 

giorgia meloni 3

Secondo passaggio, sulla scia del primo: in tarda primavera si svolgerà un turno di amministrative, la cui data non è stata fissata ma da Fratelli d'Italia scommettono sul 12 e 26 giugno, una «previsione» che a palazzo Chigi non smentiscono.

 

giorgia meloni 11

Di quel test ciò che conta sono i Comuni nei quali si voterà: tra questi anche alcune roccaforti leghiste (Verona, Asti, Gorizia) nelle quali i Fratelli d'Italia («senza lanciar sfide preventive», sorride un fedelissimo di Giorgia) proveranno il sorpasso sulla Lega.

 

Una mission all'apparenza impossible: alle Europee 2019 a Verona la Lega era al 37,1% e i Fratelli all'8,7, ad Asti il rapporto era 37,3-5,9, mentre a Gorizia era 36,4-6,9. Due sfide strategiche per Giorgia Meloni, che alla domanda su quale sia il suo vero obiettivo, risponde: «Andare al governo».

 

giorgia meloni 6

Risposta quasi ovvia per quasi tutti i leader, non del tutto per chi viene da una storia, quella dell'Msi, che aveva interiorizzato il valore dell'opposizione. Giorgia Meloni sa di avvicinarsi ad un passaggio decisivo nella sua vita politica.

 

Ha 45 anni ma è già una veterana, il logoramento da sovraesposizione è sempre incombente. Meloni è diventata ministra 14 anni fa, è entrata in Parlamento nel 2006, ha preso la sua prima tessera politica (Fronte della Gioventù) nientedimeno che 30 anni fa.

 

giorgia meloni 8

Certo, in questo momento il vento tira sulle vele e un dato fresco è eloquente: nella classifica dei follower su Facebook, nell'ultima settimana mentre Matteo Salvini ha perso 3.321 amici, Giorgia ne ha guadagnati 1.517, risultando al primo posto tra tutti i leader politici.

 

E negli ultimi mesi la leader dei Fratelli è convinta di averle azzeccate tutte: il posizionamento strategico sulla vicenda Ucraina (all'ambasciata Usa a Roma è ricevuta con rispetto) ma in precedenza quello europeo: da leader dei Conservatori europei ha parlato (in buon inglese) alla Convention dei Repubblicani americani, mentre ai militanti spagnoli della destra estrema di Vox, aveva riservato la versione del suo tormentone in lingua locale: «Yo soy Giorgia!».

 

giorgia meloni 1

Ma ora inizia l'ultimo miglio. Certo, a cinquanta giorni dalla Convention è prematuro accampare certezze sulla profondità dello strappo. Di certo le novità non riguarderanno la «questione fascista», che pure è riaffiorata anche ai vertici dei Fratelli ma viene considerata archiviata.

 

giorgia meloni 2

Novità si annunciano sui temi del lavoro, della giustizia, della politica estera, delle imprese. Anche se l'attesa maggiore riguarda il gruppo dirigente - politici, consiglieri, intellettuali - che circonderà Giorgia Meloni.

 

giorgia meloni 10

Oltre a non tollerare dissensi, la leader attorno a sé ha fatto il vuoto: l'unico colonnello che ha la sua piena fiducia è Francesco Lollobrigida (ascoltato anche Giovambattista Fazzolari), l'unico «ambasciatore» a tutto campo è Guido Crosetto, mentre tra i «notabili» di An solo in tre sono rimasti sulla breccia: Adolfo Urso, Ignazio La Russa, Fabio Rampelli.

 

Ma Giorgia sostiene di aver capito l'antifona: «I nostri parlamentari hanno fatto tutti la gavetta, ma dobbiamo saper attrarre energie anche tra chi ne sa più di noi».

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…