giuseppe conte meme

“LA NOSTRA DEMOCRAZIA ANNASPA IN UN STAGNO. E CORRE GRAVI RISCHI. ANCHE QUELLI DI SCEGLIERE MODELLI AUTORITARI PER USCIRNE” – L’ORACOLO DI MIELI:IL GOVERNO PROCEDE AL BUIO, A TENTONI. I VARI STATI GENERALI, LE VARIE TASK FORCE, SI SONO RIVELATE DELLE MESSINSCENA, PER PROMUOVERE L'IMMAGINE DI CONTE - A PARTIRE DAL PRIMO GIORNO DI SCUOLA, PREPARIAMOCI A 20 GIORNI DI CAOS INDESCRIVIBILE. SARÀ L'AUTUNNO PIÙ INFERNALE DI SEMPRE. LA STORIA DEI 5 STELLE È FINITA. CRESCONO LE PROBABILITÀ DI ANDARE A ELEZIONI ANTICIPATE”

Federico Novella per “la Verità”

 

paolo mieli e alberto asor rosa foto di bacco

Paolo Mieli, giornalista, scrittore e storico, nel suo ultimo libro, L'Italia di Mussolini in 50 ritratti (Centauria), ancora una volta cerca di fare luce sui punti oscuri del Ventennio.

 

Passano gli anni, ma il fascismo viene ancora citato a sproposito?

«C'è ancora poca chiarezza sui meccanismi con cui salì al potere. Molti pensano solo alla marcia su Roma. In realtà fu un passaggio molto complicato, denso di occasioni perse da parte degli avversari del fascismo».

 

E oggi?

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

«Oggi il fascismo non è alle porte. E chi lo pensa sta semplificando troppo. Ove mai una forma nuova di fascismo stesse arrivando, magari con un volto mondiale molto diverso dagli anni Venti, avremmo comunque tanti strumenti per divincolarci.

Spero che certi capitoli si chiudano con una mano d'oblìo. E che tramonti l'idea di una storia che si ripropone uguale a sé stessa».

 

Sarà difficile per le nuove generazioni studiarla, se le scuole non riaprono in sicurezza. Il 14 settembre è dietro l'angolo.

conte azzolina

«Le numerose task force hanno avuto mesi di tempo per prospettare soluzioni sui settori fondamentali: le comunicazioni, le fabbriche, e per l'appunto le scuole. La Cina ha affrontato la crisi pandemica con 2 mesi di anticipo: è stata la prima a denunciare, ad esempio, i focolai da rientro.

 

Avremmo dovuto scendere con i piedi per terra, magari mandare qualcuno fisicamente in Asia per studiare soluzioni. Avevamo tutto il tempo».

 

Invece?

giuseppe conte conferenza stampa a villa pamphilj 1

«Invece i vari Stati generali, le varie task force, si sono rivelate delle messinscena, per promuovere l'immagine di un governo all'altezza. I problemi concreti non sono stati affrontati».

 

Perché hanno riaperto gli stadi e persino le discoteche, ma non si trova una soluzione per gli studenti?

«Chiudere tutto è semplice, riaprire è più complicato. Ma, detto questo, il tema della scuola è stato affrontato in maniera pazzesca.

 

Conte - COMITATO TECNICO SCIENTIFICO

Prima la storia dei banchi a rotelle, poi gli scuolabus, oggi la polemica è sulla misurazione della febbre a casa o a scuola. Discussioni senza senso. Anche la trovata di riaprire le scuole il 14 per poi richiuderle una settimana dopo per le regionali, francamente non la comprendo. Il governo procede al buio, a tentoni, e il rischio è grandissimo».

 

Come finirà?

«Sicuramente, a partire dal primo giorno di scuola, prepariamoci a 20 giorni di caos indescrivibile. Sarà l'autunno più infernale di sempre».

 

referendum taglio parlamentari

Dunque abbiamo perso tempo prezioso per necessità propagandistiche?

«È naturale che il presidente del Consiglio voglia imbellettare la situazione per rafforzare la propria immagine. Mi stupisco semmai dei partiti che lo sostengono, i quali non si sono affatto mostrati all'altezza. E pensare che hanno avuto la fortuna di avere un'opposizione più morbida rispetto all'autunno scorso».

 

Dunque alle regionali la maggioranza rischia?

«Potrebbero risvegliarsi avendo perso gran parte delle regioni che governavano: e sarebbe un brutto risveglio».

referendum taglio parlamentari

 

Il voto al referendum può condizionare la tenuta del governo?

«Il partito del No sta crescendo ed è trasversale, ma è improbabile che vinca: se accadesse, sarebbe una vera sorpresa, e la situazione precipiterebbe. Ricordiamoci però che in questi casi non conta solo l'esito del voto, ma anche il peso dei risultati».

 

Cioè?

«Nel 1978, in occasione del referendum sull'abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti, le forze politiche imposero la loro linea nelle urne. Ma i voti contrari alle indicazioni dei partiti furono così tanti da scatenare comunque un terremoto nei mesi successivi».

 

Proviamo a fare una previsione.

referendum taglio parlamentari

«In autunno bisognerà decidere: tentare di portare a termine la legislatura e arrivare all'elezione del presidente della Repubblica, oppure andare alle urne in primavera. In questo momento sento parecchi scricchiolii: crescono le probabilità di andare a elezioni anticipate».

 

Tra Pd e 5 stelle sembra pronto lo scambio supremo: il sì al taglio dei parlamentari in cambio della legge elettorale.

«Hanno affrontato la questione nel peggiore dei modi: è un accordo fatto in fretta e furia, per giunta mentre il Paese è nel caos, alle prese con ben altri problemi».

 

LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTI BY EDOARDOBARALDI

Dunque qual è l'immagine che arriva ai cittadini?

«Di pazzi. Esasperati da ragioni tattiche, che invece di affrontare con tutte le energie necessarie il problema della riapertura delle scuole, hanno un'unica ansia: reintrodurre il sistema proporzionale».

 

Insomma, un mercimonio?

«Quando il Pd formò una maggioranza con i 5 stelle, accettò il taglio dei parlamentari in cambio di una legge elettorale che però doveva essere approvata contestualmente. Perché hanno aspettato un anno senza fare nulla? E non mi vengano a dire che è colpa del virus, che è arrivato a marzo».

 

Il segretario del Pd Zingaretti si accontenterebbe di approvare la legge elettorale in un solo ramo del parlamento.

sergio mattarella parla con dario franceschini e nicola zingaretti

«Non capisco il senso. Se poi quelli che arriveranno dopo decideranno di modificarla ancora, che si fa?».

 

Dicono che la riforma costituzionale è rischiosa se non accompagnata dalla legge elettorale.

 «Stiamo toccando la Costituzione in maniera non marginale. Se una cosa è rischiosa non la si fa. Altrimenti è un gesto sconsiderato».

 

Un'offesa alla democrazia?

«Tagliare i parlamentari si può, ma in un contesto di riscrittura e redistribuzione dei poteri dello Stato. Altrimenti è uno sputo sul Parlamento. È dare ragione a chi sostiene che, quando si parla di rappresentanza politica, meno siamo e meglio stiamo. Niente più che uno slogan».

 

eugenio scalfari paolo mieli foto di bacco

Un Pd in crisi di identità, che dopo aver suonato per anni l'allarme democratico, oggi appoggia questo lungo stato d'eccezione?

«Il problema più vistoso riguarda certamente il Partito democratico, che da tempo trova rifugio nel presentarsi come garante della Costituzione, oltre che dell'Europa. Ma non è solo un problema del Pd».

 

In che senso?

«Questa legislatura è servita sia alla destra che alla sinistra per contenere i 5 stelle. E un po' tutti si stanno rendendo conto che volendo domare il M5s hanno fatto una concessione, cioè il taglio dei parlamentari, che non andava fatta.

olivia paladino giuseppe conte

 

Dunque in questo difficile passaggio prevedo una forte debolezza di tutti gli assetti politici. Una stagione molto caotica».

 

Sarà caotico anche il voto per eleggere il nuovo capo dello Stato?

«I partiti di governo stanno sottovalutando le difficoltà dell'elezione quirinalizia. Se resiste questo Parlamento, la soluzione più semplice è rieleggere Mattarella al primo scrutinio, con il metodo Ciampi.

 

È vero che sarebbe un ulteriore segno di debolezza dei partiti, ma è la via più sicura. Se invece proveranno altri nomi con giochi e controgiochi, allora saranno dolori».

 

Ormai la cosiddetta Terza Repubblica sta per compiere dieci anni. Ma ancora fatichiamo a decifrarla. Pare quasi un eterno medioevo politico. E non si vedono rinascimenti all'orizzonte.

«C'è un solo modo per uscire vivi dalla Terza Repubblica: tornare alla Seconda».

 

Come sarebbe?

paolo mieli marco travaglio

«Una Repubblica funziona solo se gli elettori sono coinvolti: non parlo solo dell'elezione parlamentare, ma anche della nascita delle maggioranze di governo. Con una sana alternanza di governo. È la via che indicò Marco Pannella trent' anni fa: tendere al bipartitismo, pur con tanti ostacoli sul percorso».

 

Un ritorno al principio dell'alternanza? Difficile, con i 5 stelle a metà campo.

«La necessità li costringerà comunque a scegliere: o di qua o di là. Mi ricordano un po' la Lega di Umberto Bossi: vanno dove li porta il leader. E Beppe Grillo ha deciso che il Movimento andrà a sinistra».

 

Con scissioni dolorose?

«Scissioni sì, ma assolutamente marginali».

 

giuseppe conte olivia paladino in spiaggia

E il partito rivoluzionario finirà normalizzato?

«La storia dei 5 stelle è finita. Anzi, forse era già terminata l'estate scorsa, quando la Lega gli portò via metà dei voti. Non hanno più nessun potere, se non quello di allearsi con la sinistra esortati dal loro guru».

 

Comunque sia, il ritorno a un'Italia bipolare, con maggioranze più legate agli orientamenti popolari, oggi sembra più un sogno che un'eventualità.

«La Seconda Repubblica percorreva questa strada maestra, pur con tante variazioni sul tema. Invece la Terza annaspa in uno stagno. E saranno anni infernali, con riforme che non si faranno e maggioranze che non terranno».

 

Uno stagno pericoloso, soprattutto in tempi di emergenza sanitaria?

conte di maio grillo casaleggio

«Sì, una democrazia nello stagno corre gravi rischi. Anche quelli di scegliere modelli autoritari per uscirne».

 

Governare tramite Dpcm rende più grave questa deriva?

«Non direttamente. Però anche questo abitua gli italiani al fatto che gli unici momenti buoni sono quelli in cui decide un uomo solo, o un piccolo gruppo. Così l'autoritarismo si ripresenta come una degenerazione: tutti siamo portati a sperare che un Cesare venga a decidere al posto nostro. E purtroppo, in tutto questo, il Covid aiuta».

Ultimi Dagoreport

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)