pisapia sala balzani

MILANO, SALA QUEL CHE SARA’ - IL SIGNOR EXPO VERSO L’INCORONAZIONE ALLE PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA - IL MOVIMENTO ARANCIONE, ORFANO DI PISAPIA, NON HA UN CANDIDATO - L’ULTIMA SPERANZA È IL VICESINDACO FRANCESCA BALZANI...

SALA E PISAPIA 2SALA E PISAPIA 2

Gianni Barbacetto per il “Fatto Quotidiano”

 

Gli "arancioni" di Giuliano Pisapia (e con loro tanti cittadini milanesi) sono assediati e frastornati. Non sanno come uscire dal pasticcio in cui sono imprigionati: "Giuliano" non si ripresenta alle prossime elezioni, non ha preparato né indicato un successore della sua esperienza, così le primarie previste per il 7 febbraio 2016 saranno una lotteria, che sembra già vinta dal candidato di Matteo Renzi e di parte del Pd, Giuseppe Sala.

 

Un caos da cui partiti, liste, gruppi e gruppetti che hanno sostenuto la giunta Pisapia non sanno come uscire, in un guazzabuglio di documenti, incontri, assemblee, interviste, battute e ripicche da cui si capisce che non si capisce niente. Gli "arancioni" sembrano indecisi tra due strategie.

 

La prima: tentare almeno di cercare una via per dare continuità all' esperienza della giunta Pisapia. La seconda: non provarci nemmeno e consegnare le chiavi della città all' assediante, cioè a Beppe Sala.

 

RENZI SALARENZI SALA

Questa sembra essere la scelta prevalente. Il Santo Subito dell' Expo è il tappo che blocca tutto: nessuno osa contrapporsi a lui, sfidarlo in campo aperto. Ha dalla sua, oltre a Renzi, migliaia di ore di tv e migliaia di articoli di giornale che lo incensano, vezzeggiano, glorificano, santificano. Chi, sano di mente, può avere il coraggio di sfidarlo? La gara parte truccata.
 

Nessun Davide ha il fegato di sfidare il Golia di Rho. Anche perché tutti, nel centrosinistra, si sono accodati a una retorica, enfatica, dolciastra celebrazione di Expo e delle magnifiche sorti e progressive (prima ancora di vedere i conti, che promettono sorprese). E allora.

 

Sala l' Expo-guru può permettersi di tenere, da mesi, tutti sulla corda: Mi si nota di più se dico no, ni, non so, vedremo; o se per lanciare la mia candidatura a sindaco aspetto i botti di Capodanno?
 

RENZI SALARENZI SALA

Intanto ha lanciato segnali netti: ha incontrato Maurizio Lupi, ciellino, del Nuovo centrodestra; e ha dichiarato "io non sono Pisapia". Più chiaro di così: ha spiegato di non incarnare la continuità con l' esperienza "arancione", ha fatto capire di essere, semmai, il candidato del Partito della Nazione. Altro che sinistra unita più movimenti civici e senzapartito (la formula magica del successo Pisapia).
 

E il centrosinistra? Vittima della sindrome di Stoccolma (eppure la Svezia si è ben guardata dal buttare soldi per partecipare a Expo), continua a blandire, inseguire, aspettare Sala. A qualcuno piace proprio (una parte del vertice del Pd milanese, che sa di non avere la forza d' imporre un candidato di partito).

MAJORINOMAJORINO

 

Altri se lo fanno piacere, perché non hanno alternative proprie, perché sono fifoni, perché cercano di cavalcare Sala per vincere e poi ottenere qualche poltrona e qualche assessorato. Nessuno che lavori concretamente per costruire un' alternativa e preparasi a sfidare Sala.

 

Tranne Pierfrancesco Majorino (sinistra Pd più Sel) che si è candidato da tempo alle primarie. Il resto del movimento "arancione" e del centrosinistra gira vorticosamente come le api di un alveare su cui l' Apicultore dell' Esposizione Universale ha sparso fumo (e poco arrosto).

 

Una parte si prepara a dire all' assediante: signor Expo, grande manager, demiurgo di un centrosinistra senza strategie, prego si accomodi, queste sono le chiavi della città, occupi Palazzo Marino come quando era city manager di Letizia Moratti.

FRANCESCA BALZANIFRANCESCA BALZANI

 

"Arancioni", se ci siete, battete un colpo. Uno abituato a parlar chiaro, l' assessore Franco D' Alfonso, già ad agosto aveva detto a Pisapia: "Non fare lo Schettino". Ora basta temporeggiare.

 

Cara Francesca Balzani, vicesindaco, se sei tu a dover prendere la guida del movimento, fallo presto e dicci dove volete andare. Valori, programmi, nomi. O dobbiamo tutti prepararci a contemplare inebetiti l' Albero della Vita issato davanti a Palazzo Marino?

 

MAJORINO PISAPIAMAJORINO PISAPIAPISAPIA SALA BALZANIPISAPIA SALA BALZANI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?