MILANO SPIA - MULTIUTILITY: IL PD NON LASCIA, RADDOPPIA: ALLEANZA (FUSIONE?) TRA A2A (LA MULTIUTILITY ENERGETICA DI MILANO E BRESCIA), TORINO E GENOVA (IREN) E BOLOGNA (HERA). SE SI ECCETTUA BRESCIA, GOVERNATA DAL CENTRO-DESTRA, TUTTE LE ALTRE SONO LE ROCCAFORTI CHIAVE DEL POTERE PD AL NORD - VERSACE, SE VUOLE ESSERE SANTO SUBITO SALVI LA CULTURA MILANESE. NON VORRÀ MICA ESSERE DA MENO DELLO SCARPARO A PALLINI…

Da Milano Franz Brambilla Perego per Dagospia

1- MULTIUTILITY: IL PD NON LASCIA, RADDOPPIA
Altro che fare un passo indietro. Gli enti pubblici non vogliono nemmeno sentir parlare di dismissioni di società pubbliche, municipalizzate, multiutility e simili. Men che meno quelli governati dal centro-sinistra, che sul sistema delle municipalizzate ha costruito il nocciolo del suo potere reale nei territori controllati.

Quello che sta succedendo nel Nord-Ovest è significativo. Si sta lavorando - sottotraccia ma nemmeno tanto - alla alleanza (fusione?) tra A2A (la multiutility energetica di Milano e Brescia), Torino e Genova (Iren) e Bologna (Hera). Se si eccettua Brescia, governata dal centro-destra, tutte le altre sono le roccaforti chiave del potere Pd al Nord.

I sindaci di Milano Pisapia,Torino Fassino e Bologna Merola si sono già incontrati, e l'assessore al Bilancio di Milano Tabacci ha il dossier sulla sua scrivania. Dietro le quinte, a gestire il consenso politico della base, Carmela Rozza, capogruppo Pd al Comune di Milano, che sempre più sta diventando il punto d'ancoraggio di un partito alla perenne ricerca di una indentità sul territorio.

Carmela la Dura pensa oltre: "È interessante fare rete e sostenersi a vicenda per trovare soluzioni, soprattutto nel campo energetico, ma anche forse più per i trasporti". Lo abbiamo già scritto su queste pagine: tenete, teniamo d'occhio la Rozza. Potrebbe essere il vero personaggio emergente del centrosinistra milanese, anzi del Nord.

SANTO SUBITO
Che Santo Versace masticasse amaro, chi lo frequenta al di fuori del Palazzo lo sapeva da tempo. Gli bastarono poche settimane dopo l'elezione in Parlamento per capire come girava il fumo e che il suo destino sarebbe stato quello di schiacciabottone.

Qualcuno lo ricorda nero come la pece il giorno della votazione di un "milleproroghe", dove avevano inserito mille micro-provvedimenti ma non ne avevano recepito nessuno dei suoi. Il suo ego di calabro-milanese partito dal basso e diventato imprenditore a livello planetario (il fratello creava, lui gestiva la cassa e i bilanci); e dopo la morte di Gianni ha gestito il piano di salvataggio dell'azienda) ne usciva ferito.

Mugugna che ti mugugna, alla fine ha fatto ciao con la manina e si è ritirato sull'Aventino del gruppo misto (in attesa - sembra - di passare all'Udc). Primo, forse, di una non breve schiera, a quanto dice lui ma a quanto risulta a tutti noi. Anche in questa fase della nostra storia i politici si divideranno tra "ante" e "dopo" marcia su Roma: quelli che hanno abbandonato il Banana prima del ritiro e quelli che lo rinnegheranno dopo, non avendo la forza di mollarlo adesso.

Un consiglio ci sentiamo di dare all'onorevole Versace. Dato che la sua vita professionale ha il cuore a Milano, può contriubuire alla salvezza dell'onore della città. Ci sono due istituzioni in forte crisi, Brera e La Scala, che potrebbero avere bisogno del suo aiuto. Cacciando un po' di dané, s'intende.

In particolare alla Scala mancherano i 2,9 milioni di euro della Provincia: il presidente Podestà ha dichiarato di non essere in grado di pagarli, a meno che non riesca a vendere un palazzo in corso di Porta Vittoria (stimato 55 milioni). Poi mancherà il contributo aggiuntivo di 3 milioni del Comune di Milano, promesso da Mestizia Morati ma mai contabilizzato in bilancio.

Insomma, Santo, se vuole essere Santo Subito salvi la cultura milanese. Non vorrà mica essere da meno dello Scarparo a Pallini che ha messo mano al portafoglio anche per La Scala, dopo il Colosseo?

 

Virginio MerolaPISAPIA-FASSINOCarmela Rozza Santo Versace - Copyright Pizzi

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