in?aki gutie?rrez - javeri milei

MILEI SARA' PURE SVALVOLATO, MA HA CAPITO CHE SE VUOLE SALVARE IL PAESE È MEGLIO AVVICINARSI AGLI USA - IL PRESIDENTE ARGENTINO HA DECLINATO L'INVITO A ENTRARE NEI "BRICS" E HA INDICATO USA E ISRAELE COME I PAESI CON CUI INTENDE SVILUPPARE "UN RAPPORTO PRIVILEGIATO" - MILEI HA ADDIRITTURA PROSPETTATO DI SOSTITUIRE IL PESO CON IL DOLLARO - IL PRESIDENTE ARGENTINO CACCIA IL SUO SOCIAL MEDIA MANAGER DOPO AVER PESTATO TRE MERDONI...

ARGENTINA: POST DI TROPPO PER L'INFLUENCER DI MILEI, ALLONTANATO 

 

inaki gutierrez 1

(ANSA) - BUENOS AIRES, 02 GEN - Un post di troppo è costato il posto al community manager dei social del presidente dell'Argentina, l'ultraliberista Javier Milei. Proprio sul profilo ufficiale della presidenza l'influencer Iñaki Gutiérrez, aveva infatti re-postato un messaggio di auguri di buon anno del suo profilo personale che lo ritraeva insieme alla fidanzata, l'influencer Eugenia Rolon.

 

Un'iniziativa aspramente criticata sui social e che ha fatto traboccare un vaso già colmo di pazienza all'interno dello stesso governo. Gutiérrez era infatti già inciampato in altre due occasioni dapprima trattando come calcinacci le pietre in omaggio ai morti di Covid collocate all'interno della sede del governo, e poi postando un'immagine del presidente nella sala di controllo anticrisi della Polizia Federale dove si poteva leggere la password per entrare nella rete wi-fi.

inaki gutierrez eugenia rolon

 

Gutierrez fa parte di un gruppo di giovani influencer 'libertari' che hanno rappresentato uno dei fattori centrali della vertiginosa ascesa politica di Milei e che ancora oggi, pur non avendo incarichi ufficiali, hanno accesso illimitato alla Casa Rosada e fanno parte del circolo intimo del presidente. Fonti del governo affermano di fatto che Gutierrez non è stato licenziato, ma che gli è stato solo tolto il controllo degli account ufficiali della presidenza.

 

L'allontanamento di Gutierrez è solo l'ultimo di una serie di cambiamenti repentini nello staff comunicazionale del presidente Milei. Prima di Natale, a pochi giorni dall'assunzione, si era dimesso Eduardo Roust, incaricato dei contatti con la stampa, mentre nei giorni scorsi sono state comunicate le dimissioni della sottosegretaria Belén Stettler, posta alla guida del sistema dei media statali e mai apparsa o presentata pubblicamente.

 

L’ARGENTINA DI MILEI SNOBBA I BRICS E ORA GUARDA AGLI USA

Estratto dell'articolo di Daniele Matrogiacomo per "La Repubblica"

 

inaki gutierrez javeri milei

L’Argentina non farà parte dei Brics. Il presidente Javier Milei lo aveva detto subito dopo aver vinto le elezioni e lo ha reso noto ufficialmente con una lettera inviata a Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Il paese latinoamericano, che era stato invitato a entrare nei Brics a partire dal 1° gennaio di quest’anno, resta quindi fuori dal fronte che si pone come alternativa economica e geopolitica a quello guidato dagli Usa (cui aderisce la maggioranza dei paesi occidentali).

 

È una defezione importante, per il volume di export e per le già difficili relazioni con il Brasile, che resta il principale partner commerciale della regione. Dopo averlo pesantemente insultato in campagna elettorale, Milei non ha invitato Lula al suo insediamento.

 

inaki gutierrez javier milei 1

Ha preferito chiamare il predecessore Jair Bolsonaro, che ne ha approfittato per recarsi a Buenos Aires a rinsaldare il vecchio asse della destra estrema in America Latina mentre tenta di evitare il carcere dopo essere stato estromesso per 10 anni da ogni incarico pubblico.

 

Il rifiuto di aderire ai Brics è una scelta strategica, oltre che ideologica. Milei ha indicato Usa e Israele come i due paesi con cui intende sviluppare un rapporto privilegiato e, ora che la Russia inizia la sua presidenza di turno dell’alleanza del Sud del mondo, la posizione acquista una maggiore valenza geopolitica.

 

Milei, che ha prospettato di sostituire il peso con il dollaro come moneta nazionale, deve fare i conti con un’inflazione del 150 per cento, riserve di liquidità al minimo, un debito pubblico esorbitante, il 40 per cento della popolazione al di sotto della soglia di povertà. La valuta argentina è già stata deprezzata del 50 per cento.

messaggio di auguri di inaki gutierrez repostato dal profilo istituzionale

 

Per risalire la china bisogna invertire completamente la rotta.Occorre un segnale forte. Intanto, niente Brics; meglio restare nell’ambito occidentale sotto l’ombrello americano.

Il presidente ha ufficializzato il 29 dicembre il No con una missiva indirizzata ai cinque capi di Stato che guidano la coalizione.

 

Nella lettera Milei declina l’invito a partecipare al gruppo perché “ci pare inopportuno”, ma non rompe rapporti che restano importanti, se non fondamentali, soprattutto con Cina e Brasile. “Voglio sottolineare”, scrive il presidente, “l’impegno del mio governo per l’intensificazione dei legami bilaterali e in particolare per l’aumento dei flussi commerciali e di investimenti”. [...]

inaki gutierrez

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?