giorgia meloni ursula von der leyen raffaele fitto

DAGOREPORT - È MISTERO “FITTO” INTORNO ALL'INDISCREZIONE DELLA “DIE WELT” SULLE DELEGHE PESANTI CHE VON DER LEYEN VORREBBE AFFIDARE AL MINISTRO MELONIANO – CIRCOLANO TRE "VERSIONI" SULLE RAGIONI DELLA SOFFIATA, ARRIVATA AL GIORNALE DA UN MEMBRO DELLA CDU TEDESCA: POTREBBE ESSERE UNA CONCESSIONE DI URSULA ALLA MELONI SAPENDO CHE LA NOMINA NON È AFFATTO SCONTATA, VISTO IL DURISSIMO ESAME CHE ASPETTA FITTO IN EURO-PARLAMENTO DA PARTE DI UNA COMMISSIONE ANTI-DESTRA – MA GLI "ADDETTI AI LIVORI" NON ESCLUDONO CHE DIETRO CI POSSA ESSERE ANCHE UN MEZZO PATTO TRA MACRON E URSULA, PER USARE L'EX DEMOCRISTIANO PUGLIESE COME PARAFULMINE CON I PAESI FRUGALI CHE VOGLIONO L'AUSTERITÀ (LA FRANCIA, COME L'ITALIA, È SOTTO PROCEDURA D'INFRAZIONE E HA BISOGNO DI UNA MAGGIORE FLESSIBILITÀ DI BILANCIO) – TERZA IPOTESI: UN “BALLON D’ESSAI” PER VEDERE L'EFFETTO CHE FA AGLI ALTRI PAESI (COME LA GRECIA), CHE HANNO VOTATO E SUPPORTATO LA RIELEZIONE DI URSULA MA NON HANNO OTTENUTO GRANCHE', LA NOMINA DI FITTO A VICE-PRESIDENTE ESECUTIVO PUR AVENDO MELONI VOTATO DUE VOLTE CONTRO VON DER LEYEN

DAGOREPORT

RAFFAELE FITTO

Da dove arriva l'indiscrezione della Die Welt che Ursula von der Leyen avrebbe deciso di affidare a Raffaele Fitto, vice presidente con un portafoglio economico importante?

 

La notizia è stata fatta trapelare al quotidiano tedesco da un membro della Cdu di Merx e Weber. Le versioni che girano sulle ragioni di questa “soffiata” sono tre:

 

1. Ursula vuole dare a intendere di aiutare Giorgia Meloni, nominando il suo fedelissimo ministro come vicepresidente esecutivo con un portafoglio economico pesante (peraltro lo stesso che l’Italia ha avuto fino ad oggi con Paolo Gentiloni).

 

Una concessione importante alla Ducetta che le ha votato contro ben due volte, come premier e come leader di Fratelli d'Italia, ma fatta con la perfida consapevolezza che la nomina non è affatto scontata. Fitto, infatti, dovrà superare le forche caudine della commissione esaminatrice del Parlamento europeo, che non vede l'ora di metterlo dietro la lavagna. Gli eurodeputati popolari, socialisti e liberali preparano i coltelli e aspettano al varco l'ex governatore della Puglia: per uno che studia inglese solamente da agosto, l’esame si annuncia proibitivo.

 

raffaele fitto giorgia meloni

2. Ma c’è chi sostiene che ci sia un mezzo accordo tra Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen per usare Fitto come parafulmine: avendo la responsabilità di sovraintendere, come vice presidente esecutivo, il lavoro di tutti i commissari che si occupano di economia, il melone pugliese si troverebbe in prima linea a affrontare  bordate e angherie dei paesi frugali.

 

La Francia, al pari dell'Italia, è sotto procedura d'infrazione e ha un bisogno disperato di flessibilità di bilancio. In questo scenario, l’ex "Golden boy della Diccì pugliese" avrebbe il compito di incassare i colpi, mediare per strappare qualche concessione rispetto alla linea di austerità che attende i paesi europei con il nuovo Patto di stabilità.

 

RAFFAELE FITTO - MEME BY EMILIANO CARLI PER IL GIORNALONE - LA STAMPA

3. Come scritto sul Foglio da David Carretta, Le indiscrezioni pubblicate ieri dal quotidiano tedesco Welt sarebbero una “Polpetta avvelenata”, un “Ballon d’essai”. “La fuga di notizie potrebbe essere stata orchestrata dalla squadra von der Leyen per testare la reazione delle capitali e del Parlamento europeo, prima delle decisioni definitive”

 

Ursula sta discutendo con chi l'ha votata, a partire dal premier greco Kyriakos Mitsotakis che insieme al polacco Tusk ha trattato per il Ppe la sua conferma alla presidenza della commissione.

 

Il leader ellenico è su tutte le furie e si lamenta perché sostiene che Ursula von der Leyen avvantaggi i paesi più grandi, e non riconosca il giusto peso ai governi dei paesi minori che l'hanno sostenuta, come la Grecia

raffaele fitto ursula von der leyen

 

 

 

 

P.S. La Germania il prossimo anno andrà al voto. Se il candidato del centrodestra è noto, sarà il leader del partito cristianodemocratico Friedrich Merz, non è ancora ufficiale la ricandidatura di Olaf Scholz per la Spd.

 

Scalpita il ministro della difesa, Boris Pistorius, in cima a tutte le classifiche di gradimento. Ma, nonostante i pessimi dati dell'economia e i segnali negative arrivati dalle elezioni in Turingia e Sassonia, il cancelliere non vuole farsi da parte.

 

 

MELONI, IN UE L'ITALIA NON È ISOLATA, A FITTO RUOLO DI PESO ++

giorgia meloni raffaele fitto

(ANSA) - "Un concetto totalmente estraneo a tutti coloro che da quel giorno ci criticano per aver "isolato l'Italia in Europa": una narrazione che conto di smentire non solo continuando a collaborare proficuamente con Ursula von der Leyen sui dossier più importanti per l'Italia, ma anche riuscendo ad ottenere per il nostro Commissario designato, Raffaele Fitto, un ruolo e un portafoglio all'altezza del peso della nostra Nazione.

 

Sarebbe la conferma che abbiamo ragione noi quando diciamo che l'Europa debba riconoscere all'Italia ciò che gli spetta per il ruolo che ha, non per come vota. E che vieni rispettato se sei credibile, non se sei accondiscendente". Lo afferma a quanto si apprende, la premier Giorgia Meloni nella relazione introduttiva all'esecutivo di Fdi.

 

SUPER FITTO E TUTTI GLI ALTRI INCASTRI DEL NUOVO INIZIO DI URSULA

Estratto dell’articolo di David Carretta per “il Foglio”

 

giorgia meloni raffaele fitto 2 giugno 202

La mossa rientrerebbe in una strategia di von der Leyen di pacificazione con gli interlocutori con cui era entrata in rotta di collisione. Ma alcune fonti a Bruxelles consigliano cautela. “Polpetta avvelenata”, spiega al Foglio una di loro. “Ballon d’essai”, dice un’altra fonte. La fuga di notizie potrebbe essere stata orchestrata dalla squadra von der Leyen per testare la reazione delle capitali e del Parlamento europeo, prima delle decisioni definitive.

 

Ursula von der Leyen dovrebbe presentare la sua nuova Commissione la prossima settimana. Secondo diverse fonti, la presidente intende circondarsi di quattro o cinque vicepresidenti esecutivi. Tre andrebbero ai grandi paesi: Francia, Italia e Spagna. Le altre due potrebbero finire ai commissari di piccoli paesi con un’esperienza consolidata dentro la Commissione.

 

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7

Il francese Thierry Breton dovrebbe occuparsi di Industria e Autonomia strategica. La spagnola Teresa Ribera avrebbe la responsabilità delle transizioni climatica e digitale (inclusi gli aspetti sociali). L’italiano Raffaele Fitto avrebbe la supervisione del Piano di ripresa e resilienza e (secondo la Welt) sull’Economia. […]

 

 Di fatto Fitto prenderebbe il posto di Valdis Dombrovskis, che negli ultimi dieci anni era stato incaricato come vicepresidente di sorvegliare l’operato di Pierre Moscovici e Paolo Gentiloni, commissari socialisti agli Affari economici, sospettati di voler applicare le regole del Patto di stabilità in modo troppo blando.

 

Oltre al trio Breton-Ribera-Fitto, secondo la Welt, von der Leyen confermerà il lettone Dombrovskis come vicepresidente esecutivo, attribuendogli la responsabilità dell’Allargamento e della ricostruzione dell’Ucraina. Fonti del Foglio sostengono che un’altra vicepresidenza esecutive potrebbe finire allo slovacco Maros Sefcovic. […]

 

RAFFAELE FITTO AL MARE

[…] La promozione di Fitto a vicepresidente esecutivo potrebbe irritare socialisti, liberali e verdi. “Per la prima volta un populista di destra, Raffalle Fitto, membro del partito Fratelli d’Italia del primo ministro italiano Giorgia Meloni, otterrà una carica di vertice nella Commissione europea”, ha scritto la Welt.

 

Di fronte alle critiche del governo Meloni al nuovo Patto di stabilità e al debito record dell’Italia, gli stati membri che sostengono il rigore di bilancio potrebbero obiettare all’attribuzione a Fitto di ampie competenze sull’Economia. In alternativa potrebbero imporre a von der Leyen di nominare al posto di commissario agli Affari economici un falco sui conti pubblici, come l’ex ministro delle Finanze austriaco Magnus Brunner.

 

È la ragione per cui in molti a Bruxelles guardano alla fuga di notizie su Fitto con sospetto o prudenza. Le discussioni tra la presidente della Commissione e il diretto interessato si sono concentrate su Pnrr, politica di coesione e bilancio. Tuttavia von der Leyen sembra intenzionata a un nuovo inizio anche con chi ha avuto conflitti. […]

 

SCHOLZ RESISTE AL CROLLO: NIENTE ELEZIONI ANTICIPATE I PRIMI SEGNALI DI FRONDA

Estratto dell’articolo di Flaminia Bussotti per “il Messaggero”

 

olaf scholz

[…]  la situazione ora è cosi disastrata per Scholz che deciderà con ogni probabilità di star fermo, di non far niente e non accogliere le esortazioni più o meno indirette a farsi da parte che gli vengono dall'opposizione e, velatamente, anche da singole voci del suo partito che temono che presentarsi con Scholz alle politiche fra un anno sarebbe la tomba per la Spd, e preferirebbero al suo posto il ministro della difesa Boris Pistorius, l'unico politico socialdemocratico col vento in poppa nei sondaggi. 

RAFFAELE FITTOgiorgia meloni ursula von der leyen

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…