
IL MONDO È IN FIAMME E CI TOCCA LA ZUFFA, IN TRIBUNALE, TRA IL VICEPREMIER SALVINI E LO SGOMORRATO SAVIANO - IL SIPARIETTO VA IN SCENA DURANTE IL PROCESSO PER DIFFAMAZIONE INTENTATO DAL LEGHISTA NEI CONFRONTI DELLO SCRITTORE: I DUE SI STRINGONO LA MANO, SAVIANO DICE "VERGOGNATI" E IL LEADER DEL CARROCCIO RISPONDE "MALEDUCATO" - SALVINI CONFERMA LA QUERELA PER ESSERE STATO DEFINITO "MINISTRO DELLA MALAVITA" - IL CIRCOLETTO RADICAL-TILT CORRE IN SOSTEGNO DI SAVIANO...
?#Salvini a processo con #Saviano. Il ministro dei Trasporti: "Gli ho stretto la mano e lui mi ha detto 'vergognati', è un maleducato ma essere maleducati non è reato"
?Poi insiste: "Sono stato definito amico della ndrangheta e ministro della malavita" pic.twitter.com/ps5grnGsmn
— Tag24 (@Tag24news) June 25, 2025
Estratto dell'articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
ROBERTO SAVIANO MATTEO SALVINI
Promettere che «appena arriviamo al governo, toglieremo la scorta al signor Roberto Saviano», come Matteo Salvini aveva fatto nel corso della campagna elettorale del 2018, era «critica politica». E fa niente che, in realtà, era una fandonia: «Ho scoperto soltanto da ministro che l'assegnazione delle scorte spetta a un organo tecnico, e infatti Saviano continua ad averla».
Dire invece, citando Gaetano Salvemini su Giovanni Giolitti, che Salvini era «il ministro della mala vita» non è una critica. Ma una «frase lesiva della mia reputazione», sostiene il leghista. Per questo la denuncia per diffamazione del 2018 ieri è stata confermata in aula. È stata una mattinata strana al secondo piano, edificio B, del palazzo di giustizia di Roma: uno scrittore sul banco degli imputati, Roberto Saviano.
roberto saviano contro matteo salvini 6
Decine di autori, registi, attori tra il pubblico: Sandro Veronesi, Chiara Valerio, Nicola Lagioia, Domenico Procacci, Kasia Smutniak, Loredana Lipperini, solo per citare alcuni, tutti per «mostrare solidarietà a Roberto». [...]
È stata una mattinata strana perché non ha avuto niente della grammatica di un'udienza. Sin dal principio: quando il ministro è arrivato, fresco di una dichiarazione sul reato di tortura («da rivedere e precisare» ha detto, a pochi metri dalla senatrice Ilaria Cucchi, sorella del torturato Stefano), Saviano lo ha guardato e per tre volte ha pronunciato la parola «vergogna». Per poi ripetergliela quando Salvini gli ha offerto la mano. «Cominciamo bene», ha chiosato il ministro. Aggiungendo: «È un maleducato».
Salvini, al tavolo del testimone («ero abituato fino a qualche mese fa a quello da imputato»), davanti al pm Sergio Colaiocco, ha confermato la querela e spiegato che le parole di Saviano – «ministro della mala vita», appunto, ma anche l'accusa di essere «amico della ‘ndrangheta» – lo avevano «offeso da ministro, cittadino e segretario di partito: non è critica ma un'esplicita allusione a una contiguità che mi fa inorridire».
Salvini ha rivendicato il suo lavoro di ministro («51 latitanti arrestati, 16.738 beni dei clan restituiti alla comunità» ha spiegato l'avvocato di Salvini, Mattia Celva, che dal suo indirizzo mail risulta far parte dello studio legale di Claudia Eccher, la componente del Csm scelta dalla Lega) e ha spiegato che l'eco dei post di Saviano era arrivata ai suoi figli. Saviano, da par suo, ha confermato quello che aveva detto.
IL COMMENTO DI SAVIANO AL POST DI SALVINI
Dalla definizione di «ministro della mala vita». Ai rapporti in Calabria. «Oggi Salvini – ha detto lo scrittore – difende il suo parlamentare Domenico Furgiuele, nonostante il possibile imbarazzo derivante dalla storia criminale di Salvatore Mazzei, suocero di Furgiuele», condannato per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
«Io non sapevo chi fosse il suocero di Furgiuele. E non mi interessa: perché non mi risulta che il nostro parlamentare abbia alcun precedente» ha detto Salvini, rispondendo alle domande dell'avvocato di Saviano, Antonio Nobile. «Del resto – ha continuato Saviano – circostanze simili non creano a Salvini alcun imbarazzo. Suo suocero Denis Verdini e suo cognato Tommaso sono stati coinvolti entrambi in un'indagine, e Tommaso ha anche patteggiato la pena, per irregolarità verificate nell'assegnazione di commesse da parte di Anas, in rapporti strettissimi con il ministero di Salvini». [...]