MONTI SMONTATO: HA GIA’ FATTO LA FINE DI FINI

Paolo Guzzanti per "Il Giornale"

Mario Monti si è incartato. Che peccato, un uomo di tanto e persino eccessivo talento. Ieri mattina ha dato un'intervista a Marcello Sorgi per la Stampa e ha detto una cosa bizzarra: «Se non avessi preso tre milioni di voti, avrebbe vinto Berlusconi».

Formidabile: forse dimentica che tutta la sua operazione politica è consistita nel prosciugare per intero l'elettorato dell'Udc di Casini e quello minuscolo del Fli di Fini, senza aggiungere che pochi spiccioli. E poi: davvero può essere così contento di aver impedito la vittoria di Berlusconi? Nella stessa intervista manifesta il suo orrore per i barbari a cinque stelle che promettono di riportarci al medioevo e supplica Bersani di resistere al grillismo. E allora? Che gioco fa? Secondo Lorenzo Dellai, candidato centrista alla presidenza della Camera, Monti fa soltanto il suo gioco, un gioco personale, individuale e non di squadra.

Monti è inviperito con Napolitano (di cui mostra gli sms sul telefonino creando un certo imbarazzo) perché quello gli ha sbarrato la strada alla presidenza del Senato, arrivando a dire che persino gli argomenti giuridici addotti dal capo dello Stato sono sbagliati. Quando entrò in politica tutti lo avvertirono che così facendo si giocava il Quirinale, ma come un maldestro giocatore di poker pensava di avere ancora una scala reale in mano prevedendo per se stesso un oceanico consenso elettorale. Poi è andata come è andata, riducendo Fini e Casini come due zombi, il primo addirittura non rieletto deputato. I suoi adesso lo accusano di «fare come Fini» e cioè di voler tenere i piedi in tutte le staffe, fino a cadere disarcionato.

Le foto lo mostrano perplesso, ma si direbbe piuttosto immerso nel solipsistico pensiero di se stesso pensante, lo sguardo perduto e un senso di disagio fra tutta quella gente in gran parte sconosciuta e dalla laurea dubbia che si affolla intorno a lui.

Certo, è vero che in passato ha rifiutato incarichi importanti, a cominciare dalla presidenza del Consiglio dopo il rovesciamento del primo governo Berlusconi. E poi altri rifiuti governativi importanti per gli Esteri e l'Economia. Ma l'impressione che offre di sé è tutt'altro che quella di un uomo schivo e distante dall'amore per le alte cariche. Al contrario, sembra proprio un giocatore che sa di avere un bel pacco di fiche in tasca e cerca soltanto il tavolo adatto per far saltare il banco: baccarat o blackjack, Senato o Quirinale, al diavolo tutti gli altri.

Anche Casini, ripescato miracolosamente al Senato come l'ultimo esemplare di un mondo che fu, proprio lui che si è suicidato e che ha suicidato il suo partito al grido di «Con Monti sempre e ovunque fino alla morte, specialmente alla morte» adesso si è un po' scocciato e dice senza mezzi termini che l'ultimo Monti gli sembra Mastella. Anzi, ha inventato il neologismo «Mastellismo di ritorno», che non è edificante.

Tutti gli orologi dei componenti di «Scelta Civica» si sono fermati durante la tessitura della trama per la presidenza del Senato e della Camera, e quando sono tornati a ticchettare segnavano tutti un'ora diversa. I gruppi sono spaccati, le votazioni per il capogruppo sono diventate terreno di giochi e giochetti da Prima Repubblica. La scollatura fra Monti e i suoi, che vengono da esperienze spesso diversissime, sta sgretolando i gruppi e questo accade perché un po' tutti hanno la sensazione che ormai il divo bocconiano pensi soltanto agli affari suoi, alle poltrone sue e al suo metafisico cursus honorum.

Ed è questo l'elemento che lo fa accostare sempre più a Gianfranco Fini, che non mollò la cadrega della presidenza della Camera anziché dedicarsi a costruire il suo fatiscente partito, finendo com'è finito. Come conseguenza la gente comincia a sparire o a defilarsi. Tutti hanno notato come il ministro Andrea Riccardi, benché presidente del comitato direttivo, abbia approfittato di questi giorni per dedicarsi anima e corpo al nuovo Papa, staccando la spina che lo teneva unito al premier.

Insomma, spiace dirlo (e a me spiace davvero perché sono stato anche in Parlamento un leale sostenitore di Monti) ma il patrimonio divino e divinizzante dell'uomo della Bocconi sta svanendo nel nulla e decadendo nella farsa triste. Il risultato del resto di tanta operosità nel tessere piccole trame politiche è ormai sotto gli occhi di tutti: molto difficilmente Monti salirà al Quirinale, certamente non tornerà a Palazzo Chigi (o vi resterà ibernato nella camicia di forza della strategia di Grillo), non è diventato presidente del Senato e resterà lì a scambiarsi sms con Napolitano, da mostrare orgogliosamente ai suoi come ultima soddisfazione.

 

MARIO MONTI CON IL CANE ALLE INVASIONI BARBARICHE MARIO MONTI GNAM CON LA PIZZA A NAPOLI SPOT ELETTORALE MARIO MONTI CON I NIPOTI MARIO MONTI AL TRUCCO PAOLO GUZZANTI

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO