CHE NE SAGGIO IO? GIORGETTI E BUBBICO TRA MAZZETTE E SCORIE

1-GIORGETTI E QUELLA MAZZETTA INCASSATA IN PIENO PARLAMENTO
Thomas Mackinson per "Il Fatto Quotidiano"

Giancarlo Giorgetti, 46 anni, è capogruppo della Lega Nord e presidente della Commissione speciale alla Camera. Bocconiano, cugino di Massimo Ponzellini, da sempre abile e schivo tessitore di rapporti tra la Lega e il mondo della finanza e delle fondazioni bancarie.

Il suo nome resta impresso nelle cronache per "non aver rifiutato", semmai dirottato , l'unica tangente (nota) della storia allungata in Parlamento. Commercialista prestato alla causa di Alberto da Giussano, ha fatto parte del consiglio di amministrazione di Crediteuronord, piccolo istituto di credito fondato dalla Lega, ma subito arrivato a un passo dal fallimento.

In qualità di presidente della commissione bilancio, è stato poi uno degli uomini chiave della lobby che sosteneva l'ex governatore di Banca d'Italia, Antonio Fazio. In questi panni nel 2004, si è ritrovato sul suo tavolo un foglio di giornale con dentro 100mila euro, una stecca. Soldi che Fiorani racconterà di aver portato a Giorgetti come ringraziamento per aver smussato l'ostilità dei leghisti verso il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio e l'operazione Antonveneta.

Nei verbali è lo stesso Fiorani a precisare che Giorgetti "non ebbe alcuna reazione". Salvo richiamarlo alla sera e dirgli di venirsi a prendere quei soldi e che, in alternativa, avrebbe potuto aiutare la polisportiva Varese con una sponsorizzazione. Detto, fatto.

La polisportiva incassa, nessuna denuncia. Sarà poi un gran manovratore dietro le quinte, tanto da guadagnarsi il nomignolo di "Gianni Letta di Bossi". Non farà parte del cerchio magico, ma è tra i fedelissimi del Senatùr, prima e dopo la malattia. Le ossa se l'è fatte negli anni Novanta al seguito di Gianluca Ponzellini e Angelo Provasoli, pedigree perfetto per curare gli interessi dell'ombelico del leghismo (banco di prova, l'incarico di revisore contabile del Comune di Varese).

Naturale pensare a lui per spingere in Parlamento le "istanze del territorio" e farne l'ambasciatore tra le capitali. È sul suo tavolo che sfileranno i dossier che contano, giù al Nord: Malpensa, Expo, la Fiera, A2A. Finmeccanica? "Ci pensava Giorgetti", dirà Bossi mentre l'uomo della comunicazione (Borgogni) ammetterà di aver pagato dazio assumendo un parente del futuro "saggio".

Il Senatùr lo porta in palmo di mano, pensa a un ruolo da delfino che sarà solo sfiorato. Il predestinato annusa l'aria e si tiene defilato. Sarà segretario della Lega per un decennio ma senza lasciare il segno. Il terremoto di poltrone e poteri in via Bellierio lo vedrà schivare i sassi. Nel federale che ha suggellato l'uscita di scena di Bossi sarà contestato come "traditore" ma l'onta scivola via tra i cocci che Maroni incolla a suo modo, rimettendolo in pista come capogruppo nella XVII legislatura.

2. BUBBICO, IL "GENERALE" LUCANO DEI BACHI CON SOLDI PUBBLICI
Antonio Massari per "Il Fatto Quotidiano"

Nato a Montescaglioso (Matera) 59 anni fa, Filippo Bubbico è senatore Pd, è stato presidente della Regione Basilicata ed ex sottosegretario del governo Prodi. Tra le sue perle di "saggezza" si contano il via libera per la costruzione di un villaggio turistico sulla foce del fiume Agri e la nascita di un fallimentare allevamento di bachi da seta in Basilicata.

Ma è nella battaglia (vinta) contro il governo Berlusconi, per l'insediamento - a Scanzano Jonico - del deposito unico per le scorie nucleari, che Bubbico dà il meglio di sé. Nessuna condanna all'attivo, nel novembre 2003, fu soprannominato il "generale Bubbico": prese la testa di un'imponente manifestazione - 100 mila persone, in una regione che conta 600 mila abitanti - contro l'insediamento del deposito per le scorie nucleari.

E se la cronaca registrò la vittoria del "generale Bubbico", la medaglia è però macchiata da un dettaglio che, in Basilicata, nessuno dimentica: Bubbico - di quel decreto e di quel deposito - aveva già saputo dal governo. Ma prima della protesta - e anche dopo - si guardò bene dall'avvertire i suoi concittadini. Anzi, querelò l'ex ministro Carlo Giovanardi che, in un'intervista, disse: "Bubbico? Sapeva eccome". Giovanardi è stato assolto quando ha esibito un verbale del Consiglio dei ministri del novembre 2003 nel quale, l'ex ministro Altero Matteoli, riferisce in Consiglio: "Il presidente della Regione ha detto: ‘Non sono entusiasta, non dirò mai accogliamo il sito, ma non farò neppure le barricate. Subirò la scelta di governo senza fare troppe storie'".

Stando alle parole di Matteoli - che Bubbico non ha mai confermato - non è stata una gran prova di trasparenza. Il suo curriculum giudiziario è immacolato nonostante diverse accuse. L'ex direttore dell'Asl di Venosa l'accusò di averlo ingiustamente "licenziato": indagato per abuso d'ufficio, posizione archiviata.

Luigi de Magistris, nell'inchiesta "Toghe Lucane", l'accusò di rappresentare "il collante tra quella parte della politica, della magistratura e degli imprenditori che fanno affari in violazione di legge": altra archiviazione. Archiviata anche l'accusa - abuso d'ufficio - per la costruzione del villaggio turistico Marinagri: edificato, durante la sua presidenza, sulla foce del fiume Agri. Resta in piedi un ultimo procedimento (risale al 2005) per abuso d'ufficio: è indagato per la nomina illegittima di un consulente regionale.


Negli anni Novanta, invece, aveva pensato di creare - utilizzando anche fondi pubblici - in Basilicata un allevamento di bachi da seta: un flop totale. Adesso sembra già arrendersi sul nuovo compito: "Deve tornare in campo la politica. Si è esagerato nel ritenere che questi gruppi possano risolvere i problemi".

 

Filippo BubbicoGiancarlo Giorgetti - Copyright PizziMASSIMO PONZELLINI lar44 giamp fioraniUMBERTO BOSSI jpeg

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…