donald trump joe biden universita stati uniti

NELLA CORSA ALLE PRESIDENZIALI USA, SCENDONO IN CAMPO I GIUDICI - LA DECISIONE DELLA CORTE SUPREMA DI CANCELLARE LE “QUOTE ETNICHE” NELLE UNIVERSITÀ (NON RISERVANDO DEI POSTI PER LE MINORANZE) SCATENA UN PUTIFERIO: TRUMP GODE, BIDEN SI SPINGE A UN PASSO DALL’INCIDENTE ISTITUZIONALE QUANDO GLI VIENE CHIESTO SE SI TRATTA DI “UNA CORTE CANAGLIA” MA OBAMA AMMETTE CHE "NON ERA UN SISTEMA PERFETTO" - È FINITA LA PACCHIA PER I DEM AMERICANI CHE ORA HANNO DI FRONTE UNA CORTE SUPREMA A MAGGIORANZA CONSERVATRICE...

1. «LA RAZZA NON È UN CRITERIO PER ACCEDERE AI COLLEGE» LA MARCIA INDIETRO DELLA CORTE SUPREMA

Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

schieramento corte suprema contro l affirmative action

Una decisione storica che inciderà sulla composizione etnica dei ceti professionali americani, una sconfitta dell’America progressista che suscita indignazione nelle minoranze più svantaggiate, neri e ispanici; ma anche una sentenza attesa da parte di una Corte Suprema i cui giudici conservatori, ormai ampia maggioranza, avevano messo nel mirino da anni l’affirmative action (discriminazione positiva): l’introduzione degli svantaggi sociali ed economici sofferti dagli studenti cresciuti nei gruppi etnici più poveri tra i criteri per l’ammissione in molti college.

 

La sentenza con la quale ieri la Corte Suprema ha dichiarato incostituzionale questa politica per come viene praticata dall’università di Harvard e da quella del North Carolina fa cadere un impianto usato anche da molti altri istituti. Probabilmente in futuro peserà anche sugli studenti bianchi delle migliori accademie, a partire da quelle della Ivy League, nelle quali cresce di continuo il numero degli allievi asiatici che ottengono mediamente voti più alti nei test di ammissione.

manifestazione per la affirmative action.

 

Grande emozione, scontro aperto nella Corte: i tre giudici progressisti sconfitti hanno definito la decisione «una tragedia che cancella decenni di progressi». Dolore profondo di Barack e Michelle Obama che sono riusciti ad emergere (come pure giudici costituzionali di colore, dalla Sotomayor all’arciconservatore Clarence Thomas) anche grazie all’ affirmative action.

 

Durissima la reazione di Joe Biden, arrivato a sfiorare lo scontro istituzionale quando, a un giornalista che chiedeva se considera l’attuale magistratura suprema una «corte canaglia» ha risposto: «Tutto questo non è normale». Per il presidente «non si può consentire che questa sia l’ultima parola»: è la negazione del sogno americano e poi «i college sono più forti quando rispecchiano la diversità».

 

manifestazione per la affirmative action.

 

Infine scandisce per tre volte: «La discriminazione esiste ancora in America». Va comunque rilevato che, applicato con risultati inizialmente positivi, poi sempre più spesso criticato, il principio della affirmative action è andato incontro a contestazioni crescenti da almeno 15 anni a questa parte. […]

 

Che la materia sia controversa lo ha ammesso lo stesso Barack Obama: ha definito la norma imperfetta, aggiungendo, comunque, che i suoi effetti sociali sono stati positivi mentre Michelle ha detto di avere il cuore spezzato e ha spiegato che quella tutela «offriva una nuova scala di opportunità a chi si era visto negare la chance di dimostrare quanto rapidamente era in grado di salire i suoi gradini».

 

Del tutto opposta la reazione di Donald Trump: «Oggi è un grande giorno per l’America». […] Pacata e chiara la reazione di Harvard: l’applicazione di questi principi renderà «difficile mettere insieme un corpo di studenti che rappresenti la composizione sociale dell’America». […]

 

2. «VIA IL PRIVILEGIO RAZZIALE DAI COLLEGE USA» DALLA CORTE SUPREMA UN ASSIST A TRUMP

Estratto dell’articolo di Valeria Robecco per “il Giornale”

 

corte suprema

[…]  La decisione costringerà a rielaborare i criteri di ammissione in tutta l’istruzione superiore americana, pur se i funzionari delle università hanno insistito sul fatto che non esiste alcun sostituto delle preferenze razziali per garantire che una quota rappresentativa di candidati di minoranza, in particolare studenti afroamericani, ottenga l’ammissione. […]

 

DONALD TRUMP JOE BIDEN

Per i tre togati liberal Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Ketanji Brown Jackson, al contrario, «la società non è, e non è mai stata, daltonica. La Corte ignora le pericolose conseguenze di un’America in cui la sua leadership non riflette la diversità del popolo». Il rettore della Columbia University Lee Bollinger è convinto che ci saranno cinque anni di caos prima che il sistema si adegui completamente al nuovo panorama legale, mentre commissioni e task force già presenti in molte scuole esplorano modi per utilizzare criteri come livelli di reddito, fattori socioeconomici e altri fattori neutrali rispetto alla razza in modo da mantenere la diversità.  […]

joe biden donald trumpdonald trump vs joe biden immagine creata con midjourney 2

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."