OLDIES BUT GOLDIES – IL CAPITALISMO NELL’ERA DI RENZIE È IN MANO A UN PUGNO DI VECCHIETTI TERRIBILI – DA BAZOLI A DEL VECCHIO, PASSANDO PER DE BENEDETTI, CAPROTTI E GUZZETTI, ECCO COME GLI OTTANTENNI HANNO SPAZZATO VIA LA GENERAZIONE DI MEZZO

Giorgio Meletti per “il Fatto Quotidiano

 

GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE

   Nella perfetta consonanza tra meccanismi politici e dinamiche del potere economico, la corsa alla successione di Giorgio Napolitano illumina la buona salute della gerontocrazia nazionale. E non per l'ovvia previsione che il prossimo presidente della Repubblica non sarà un ragazzino. Infatti la soglia dei 50 anni, fissata nel 1948 dalla Costituzione secondo gli standard demografici dell'epoca, riserva la carica a uomini anziani e infatti da allora l'età media dei presidenti è salita con quella della popolazione. Con l'unica parentesi di Francesco Cossiga, eletto a 57 anni, Sandro Pertini ha inaugurato nel 1978 la serie degli uomini presidenti che hanno abitato al Quirinale da ottantenni.

 

GIUSEPPE GUZZETTI E LINDA DI BARTOLOMEOGIUSEPPE GUZZETTI E LINDA DI BARTOLOMEO

   Al contrario, il dato singolare dell'Italia 2015 è che i candidati più giovani di cui si parla (per esempio Walter Veltroni e Pier Ferdinando Casini, non ancora sessantenni) appartengono alla schiera dei politici in sostanziale disarmo. Invece circolano nomi di ultrasettantenni ancora sulla breccia. È il caso di Romano Prodi, economista attivissimo che solo per necessità tattica recita il distacco del nonno pensionato. È il caso di Giuliano Amato, giudice costituzionale in carica.

 

È soprattutto il caso di Franco Bassanini, presidente della Cassa Depositi e Prestiti, che entra e esce da Palazzo Chigi ostentando un ruolo da ascoltato consigliere del rottamatore Matteo Renzi. È come se nella classe dirigente fosse in corso una rottamazione selettiva, chirurgica. Il quasi quarantenne Renzi e gli ottantenni o quasi (tra loro ovviamente Silvio Berlusconi) hanno stretto in una tenaglia la generazione di mezzo, quella dei cinquanta-sessantenni. E questo non riguarda solo i ranghi della politica, investiti dalla purga renziana che ha marginalizzato i D'Alema, Bersani, Bindi, Rutelli e via rottamando.

 

Giuliano Amato Giuliano Amato

Anche nel mondo dell'economia la generazione di mezzo soffre. Il sessantenne Corrado Passera tre anni fa era alla guida di Intesa Sanpaolo, la prima banca italiana. L'ha lasciata per la politica che però non l'ha accolto secondo le sue aspettative. Adesso al suo posto in banca c'è il cinquantenne Carlo Messina, dopo che Giovanni Bazoli, 82 anni e presidente da sempre, dopo aver salutato senza rimpianti Passera, ha rottamato a stretto giro il sessantenne Enrico Cucchiani. Bazoli è la prova vivente dell'intatto potere gerontocratico. All'ultima assemblea degli azionisti di Intesa Sanpaolo ha così rassicurato un socio che esprimeva qualche dubbio sulla sua età avanzata: “Non esiterei a passare la mano al primo segno di difficoltà che dovessi avvertire espletando il mio mandato”. Giudice inappellabile della freschezza di se stesso.

 

   Anche nella grande impresa familiare il salto generazionale si fa attendere. Rodolfo De Benedetti, figlio cinquantenne di Carlo, che sembrava avviato a rilevare brillantemente il testimone dal padre, è inciampato sul disastro della Sorgenia ed è rimasto azzoppato. Nel gruppo Cir il riferimento per i manager è rimasto ancora una volta lui, l'Ingegnere, che ha appena compiuto 80 anni. La Fiat ha messo alla porta senza tanti complimenti il presidente della Ferrari Luca di Montezemolo, un sessantenne che sembrava aver maturato ingenti crediti presso la famiglia Agnelli.

 

FRANCO BASSANINI NELLE BRACCIA DI MORFEO FRANCO BASSANINI NELLE BRACCIA DI MORFEO

Leonardo Del Vecchio, 79 anni, ha rottamato senza esitazione il cinquantenne Andrea Guerra, a cui venivano attribuiti meriti impagabili nello slancio globale della Luxottica. E i mercati finanziari hanno dato ragione al vecchio fondatore: mentre Renzi ha subito arpionato “il giovane” Guerra come consigliere principe per le questioni economiche, la Borsa ha mandato in orbita la Luxottica del gerontocrate Del Vecchio, portandola proprio in questi giorni al massimo storico.

 

Lo stravagante padrone della Esselunga Bernardo Caprotti, 89 anni portati con baldanza, ha rinunciato ai propositi di ritiro e si è dedicato alla rottamazione del figlio Giuseppe e della figlia Violetta, dando vita a una spettacolare saga familiare, con tanto di reciproche querele per diffamazione e denunce per stalking, indubbie prove di vitalità anche se non delle più eleganti. Nel frattempo l'ottantaduenne GiuseppeDeRita, con operazione uguale e contraria, ha manifestato intatto vigore riuscendo a imporre suo figlio Giorgio alla direzione generale del Censis che pure non è, contrariamente alle apparenze, proprietà di famiglia.

Gnudi Piero Gnudi Piero

 

Nel suo recente libro “Gerontocrazia” (Garzanti), Sandro Catani ha fotografato lo stato della nazione , notando che nella politica, Berlusconi a parte, i maggiori partiti sono in mano a gente sui 40 anni, come Renzi (Pd), Salvini (Lega Nord) o Alfano (Ncd), mentre anche il M5S, Beppe Grillo a parte, è affidato a un gruppo di giovani. Studiando invece le biografie dei 400 uomini che hanno in mano l'economia italiana sedendo al vertice delle principali aziende, Catani rileva un'età media di 66 anni, mentre gli amministratori delegati hanno mediamente 59 anni. In Gran Bretagna, per fare un confronto, l'età media dei numeri uno è di 52 anni. L'esempio lo dà l'Università Bocconi, dove si fabbrica la classe dirigente del capitalismo. Il presidente Mario Monti (dal 1994), il vicepresidente Luigi Guatri e l'amministratore delegato Bruno Pavesi mettono insieme un'età media di 81 anni.

 

CARLO DE BENEDETTI CARLO DE BENEDETTI

   Il governo Renzi ha affidato la partita dell'Ilva di Taranto, decisiva per il futuro dell'industria italiana, al settantaseienne commissario Piero Gnudi e al settantaquattrenne Bassanini che attraverso la Cassa Depositi e Prestiti aziona le leve dell'inevitabile intervento statale. Quando il gioco si fa duro i vecchi cominciano a giocare. Il presidente della Cdp, Bassanini appunto, è per statuto espresso dalle Fondazioni bancarie, che hanno il loro leader nel presidente della Fondazione Cariplo, l'ottantenne Giuseppe Guzzetti. E' l'ultima trincea di una generazione intenzionata a resistere.

 

bernardo caprottibernardo caprotti

Le nuove norme, che concedono il voto doppio in assemblea a chi detiene le azioni da oltre due anni, sembrano fatte proprio per perpetuare il potere delle Fondazioni, pesantemente ridimensionato dalla crisi delle banche. Da anni non vedono dividendi soddisfacenti e faticano a sottoscrivere gli aumenti di capitale necessari a tenere in piedi gli istituti.

 

Con il voto plurimo possono sperare di difendere il loro controllo sulle banche. Intesa Sanpaolo, che vede la Fondazione di Guzzetti tra i primi azionisti, deciderà più avanti. Unicredit è già pronta. Una bella notizia per due azionisti chiave, la Fondazione Cassa di Verona guidata dal settantacinquenne Paolo Biasi e la Fondazione Crt di Torino, con al vertice l'ottantenne Antonio Marocco. Funziona così l'Italia giovane di Renzi.

 

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO