volodymyr zelensky joe biden

SIAMO NELLE MANI DI ZELENSKY (ANNAMO BENE) – JOE BIDEN HA CAMBIATO STRATEGIA SULL’UCRAINA: DOPO AVER TOLTO IL VETO SUI RAID DI KIEV IN TERRITORIO RUSSO, FA UN ALTRO ASSIST A ZELENSKY. HA DETTO ALL’EX COMICO CHE DOVRÀ ESSERE LUI A DECIDERE COME E QUANDO APRIRE IL DIALOGO CON VLADIMIR PUTIN, SULLA BASE “DEI PRINCIPI PREVISTI DALLA CARTA DELL’ONU”. TRADOTTO: L’UCRAINA DEVE RECUPERARE LA PIENA SOVRANITÀ SUL TERRITORIO NAZIONALE. IL PROBLEMA È CAPIRE COSA SI INTENDE: È COMPRESA ANCHE LA CRIMEA? - REAZIONE DI MOSCA: "I PASSI VERSO LA PACE DI ZELENSKY AUMENTANO LE OSTILITÀ"

1. MOSCA,'PASSI VERSO LA PACE' DI ZELENSKY AUMENTANO OSTILITÀ

(ANSA) - Il Cremlino ritiene che le proposte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, presentate come "passi verso la pace", sono in realtà finalizzate al proseguimento delle ostilità.

joe biden g20

 

"Questi tre passi porteranno a nuovi scontri", ha dichiarato ai media il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov, come riporta la Tass. Il suo commento ha fatto seguito alla dichiarazione di Zelensky, secondo cui tra i passi verso la pace in Ucraina dovrebbero esserci maggiori forniture di armi a Kiev.

 

2. BIDEN E ZELENSKY PARLANO DI TREGUA L'OCCIDENTE STUDIA IL NODO CRIMEA

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

Ancora armi, in particolare sistemi per la difesa aerea, e aiuti economici. «Dobbiamo lanciare qualcosa di simile a un piano Marshall per l'Ucraina», come ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz. I governi occidentali, però, stanno anche sondando le possibilità di un negoziato per arrivare almeno a una tregua con la Russia.

 

Joe Biden ne ha parlato in modo chiaro con Volodymyr Zelensky, in una lunga telefonata, domenica 11 dicembre. Le parole usate nel resoconto diffuso dalla Casa Bianca ritornano nel comunicato del G7 virtuale convocato dallo stesso Scholz. Dovrà essere Zelensky a decidere come e quando aprire il dialogo con Vladimir Putin, «sulla base dei principi previsti dalla Carta delle Nazioni Unite». Vale a dire a condizione che Kiev recuperi la piena sovranità sul territorio nazionale.

 

VOLODYMYR ZELENSKY 2

Ma, dopo dieci mesi di guerra, che cosa si deve intendere per «territorio nazionale»? È compresa anche la Crimea? Questa resta la domanda cruciale. Da qualche mese Zelensky risponde pubblicamente di sì. Ma a Washington e nelle altre capitali, a cominciare da Parigi e Berlino, ci sono molto dubbi.

 

Sia la Casa Bianca che il G7 prendono atto che dal Cremlino non arrivano «segnali» di disponibilità al dialogo. Tuttavia i canali di comunicazione sono aperti. Gli americani precisano che i contatti con Mosca non riguardano il conflitto. Ma anche ammesso che sia davvero così (ed è logico dubitarne), di sicuro altri stanno parlando con Putin, come il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Anche il francese Emmanuel Macron sta cercando di riagganciare il numero uno del Cremlino.

vladimir putin sul ponte di crimea 5 dicembre 2022.

 

Inoltre il governo americano sta intensificando le pressioni per spingere la Cina a frenare Putin. Se ne sta occupando Wendy Sherman, la numero due del Dipartimento di Stato, con un moto perpetuo in Europa e in Asia. Il 7 dicembre scorso ne ha parlato anche con il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Le diplomazie studiano formule intermedie, lasciando la Crimea sotto il controllo dei russi per un certo numero di anni.

 

ERDOGAN PUTIN

Nel frattempo, però, come ha detto la premier italiana Giorgia Meloni intervenendo al G7, «è fondamentale rimanere uniti nel pieno sostegno all'Ucraina, anche in campo economico e militare». Avanti, dunque, con le sanzioni e con il tetto al prezzo del petrolio russo, che entrerà in vigore il 5 febbraio 2023. Meloni, per altro, sollecita una restrizione analoga per il gas. Nello stesso tempo, il G7 si propone di istituire «una piattaforma per il coordinamento dell'assistenza finanziaria all'Ucraina». Se ne discuterà oggi a Parigi, nella «Conferenza internazionale» cui parteciperanno 47 Paesi.

 

giorgia meloni volodymyr zelensky video collegamento g7

3. MOSCA RESPINGE LA MEDIAZIONE DEL VATICANO E LO ZAR CANCELLA IL SUO DISCORSO DI FINE ANNO

Matteo Basile per “il Giornale”

 

La propaganda stadi casa al Cremlino. Ma quando la realtà dei fatti si scontra con l'inutilità delle vuote parole, ecco che qualsiasi frase, anche la più rindodante, diventa null'altro che una farsa. E così, dopo mesi in cui la Russia si diceva pronta a trattare e a intraprendere un percorso di pace, ecco che Mosca butta la palla in tribuna e respinge la mediazione offerta dalla Santa Sede.

 

SERGEY LAVROV PIETRO PAROLIN

Ieri il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha lanciato l'ennesimo appello per un dialogo che ponga fine al conflitto in Ucraina. «Siamo disponibili, credo che il Vaticano sia il terreno adatto.

 

Offriamo uno spazio in cui le parti possano incontrarsi e avviare un dialogo, a loro individuare la metodologia di lavoro e i contenuti», ha detto, ribadendo parole e appelli lanciati da Papa Francesco negli ultimi mesi. Ma niente, Mosca non ci sente e tramite la sempre ineffabile portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, megafono della più becera propaganda russa, respinge l'offerta. «Temo che i fratelli ceceni e buriati, oltre a me, non lo apprezzerebbero.

 

vladimir putin guida una mercedes sul ponte di crimea 5 dicembre 2022

Per quanto ricordo, non ci sono state parole di scuse dal Vaticano», ha detto, rievocando le accuse di crudeltà ai soldati buriati e ceceni in Ucraina espresse nei giorni scorsi dal Pontefice. Un muro, che potrebbe però sgretolarsi in qualche modo dall'interno. Proprio nel momento in cui il consenso per il leader Vladimir Putin è in costante calo, con sempre più persone che ne contestano le scelte belliche (al netto della quasi impossibilità di esprimere il proprio dissenso) c'è una decisione dello Zar che fa discutere.

 

guerra in ucraina

Il presidente russo non terrà la consueta conferenza stampa di fine anno, un happening tradizionale che spesso sfociava in monologhi di ore in cui Putin parlava di qualsiasi cosa. Solo nel 2005 l'aveva cancellata ma se dal Cremlino assicurano che sia tutto normale (e nessuno se ne stupisce) in molti interpretano la scelta come sintomo di debolezza politica.

Intanto, tra parole dure e silenzi che fanno rumore, il conflitto va avanti.

 

vladimir putin ha voglia di te

Se il capo dell'intelligence di Kiev annuncia che i russi hanno a disposizione missili soltanto per 5 raid al massimo, gli attacchi continuano in tutto il Paese. Nel mirino sempre Kherson, città da cui gli ucraini hanno scacciato i russi. In un attacco di artiglieria due civili sono rimasti uccisi, danneggiate abitazioni e un gasdotto. la controffensiva ucraina ha attaccato la dirigenza filo-russa con una serie di attentati che ha portato al ferimento di alcuni dirigenti. Colpiti duramente anche i distretti di Nikopol e Marhanets mentre nella città occupata di Melitopol, secondo fonti ucraine, le forze russe «sono nel panico e si stanno riposizionando».

 

Sulla costa della Crimea invece, un video mostra le truppe russe al lavoro per scavare trincee sulla spiaggia, probabilmente nella preoccupazione che Kiev voglia lanciare una controffensiva nella regione contesa.

 

ATTACCO A KURSK

L'Europa non resta a guardare anche se non c'è ancora accordo tra i ministri sul nono pacchetto di sanzioni contro la Russia «ma spero che ci riusciremo questa settimana», conferma l'Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell. Sarebbe invece stata trovato l'accordo per il pacchetto di aiuti all'Ucraina da 18 miliardi di euro e il conseguente via libera al Pnrr ungherese che avrebbe quindi fatto cadere il veto sul sostegno a Kiev.

 

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