
NETANYAHU È RIUSCITO A INIMICARSI ANCHE LA COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA (CHE PARLA DI "GENOCIDIO" A GAZA) - DOPO OLTRE 60 MILA MORTI NELLA STRISCIA, UN GRUPPO DI INTELLETTUALI ITALIANI DI RELIGIONE EBRAICA (TRA CUI ROBERTO SAVIANO, ANNA FOA, CARLO GINZBURG, GAD LERNER, HELENA JANECZEK, STEFANO LEVI DELLA TORRE) SCRIVE UNA LETTERA APERTA IN CUI ACCUSA ISRAELE DI COMPIERE "CRIMINI DI GUERRA E CONTRO L'UMANITÀ" E CHIEDE "L'IMMEDIATO RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE" - LA SOPRAVVISSUTA ALLA SHOAH, EDITH BRUCK: "MI VERGOGNO PER QUELLO CHE STA ACCADENDO, IL GOVERNO DI ISRAELE NON SI RENDE CONTO DEL DANNO CHE STA PROVOCANDO AGLI EBREI CHE VIVONO IN TUTTO IL MONDO. E' L'ORA DI RICONOSCERE LA PALESTINA" (E DA' DELL'IDIOTA AL MINISTRO DI ESTREMA DESTRA BEN-GVIR)
L'APPELLO DEGLI INTELLETTUALI EBREI: SÌ AL RICONOSCIMENTO. TRA I FIRMATARI ANNA FOA, ROBERTO SAVIANO, GAD LERNER, CARLO GINZBURG E LA FIGLIA LISA
Da "la Stampa"
benjamin netanyahu nella striscia di gaza
Un gruppo di intellettuali e militanti per la pace ebrei italiani, di fronte alla tragedia apparentemente senza fine di Gaza, chiede con urgenza alla comunità internazionale e al governo italiano il riconoscimento di uno Stato palestinese; condanna ancora una volta la violenza di Hamas e di Israele; chiede un cessate il fuoco immediato e l'avvio di trattative di pace tra israeliani e palestinesi.
Tra i firmatari, gli storici Carlo Ginzburg e Anna Foa, lo scrittore Roberto Saviano, la scrittrice Helena Janeczek, il giornalista Gad Lerner, il saggista Stefano Levi Della Torre. L'appello dice: «Chiediamo l'immediato riconoscimento di uno Stato palestinese da parte della comunità internazionale, in condizioni di sicurezza e di rispetto del diritto internazionale sia per i palestinesi che per gli israeliani.
BENJAMIN NETANYAHU E ISRAEL KATZ VISITANO LA STRISCIA DI GAZA
Dopo le violenze a Gaza dell'ultimo anno e mezzo, seguite alla strage del 7 ottobre da parte di Hamas, che hanno visto sistematici crimini di guerra e contro l'umanità, pulizia etnica, e affamamento della popolazione palestinese da parte di Israele - violenze da più parti e legittimamente definite un genocidio -, condanniamo le azioni e l'oltranzismo cieco del governo israeliano.
Chiediamo una tregua urgente a Gaza, il rilascio degli ostaggi e l'avvio di negoziati di pace. La richiesta del riconoscimento di uno Stato palestinese è da noi rivolta in particolare al governo italiano, a cui pure chiediamo di cessare la fornitura di armi a Israele».
A promuovere l'appello ci sono anche David Calef, Giorgio Canarutto, Andrea Damascelli, Roberto Della Seta, Sveva Haertter, Joan Haim, Francesca Incardona, Giovanni Levi, Simon Levis Sullam, Francesca Incardona, Dalia Olga Padoa, Martina Piperno, Valentina Pisanty, Matteo Pucciarelli, Andrea Segre, Widad Tamimi, Andrea Teglio, Claudio Treves.
"È L'ORA DI RICONOSCERE LA PALESTINA MA PARLARE DI GENOCIDIO È SBAGLIATO"
Estratto dell'articolo di Flavia Amabile per “La Stampa”
Si vergogna Edith Bruck, scrittrice, poetessa, sopravvissuta alla Shoah, per i crimini che il governo di Israele sta commettendo a Gaza. Si vergogna e chiede di riconoscere la Palestina ma anche di lottare tutti per una pace vera, senza schierarsi solo per la Palestina come le sembra che stia accadendo. [...]
Ci sono state tante manifestazioni per la pace in questi due anni e hanno partecipato tanti giovani.
«I giovani che vanno in piazza sono tutti con la Palestina e manifestano contro Israele. Io vorrei che, invece, protestassero per la pace vera, senza schierarsi, senza sostenere solo una parte».
Ai giovani riuniti per il Giubileo Papa Leone XIV ha chiesto di essere testimoni di pace e ha spiegato che un mondo di pace è possibile. Mettere fine alle guerre è quello che il Pontefice ripete fin dal suo insediamento. Lei pensa che possa avere un ruolo nel portare la pace?
«Io sono molto legata a Papa Francesco che è venuto a casa, mi ha chiesto perdono per la Shoah a nome dell'umanità. Per me è difficile ora poter esprimere un giudizio sul nuovo Pontefice che non conosco. Credo, però, che se non è riuscito a fare nulla Papa Francesco difficilmente possa fare qualcosa Papa Leone XIV. Dobbiamo noi tutti fare qualcosa perché quello che sta accadendo riguarda tutti, riguarda la civiltà».
Lo scrittore israeliano David Grossman, in un'intervista a la Repubblica, ha usato per la prima volta la parola genocidio per descrivere quello che sta compiendo il governo israeliano nella striscia di Gaza. È d'accordo?
GAD LERNER ALLA MANIFESTAZIONE PRO GAZA
«Non sono d'accordo. Sono contro chiunque usi la parola genocidio per definire quello che sta accadendo oggi. Purtroppo anche Papa Francesco ha usato questo termine, ormai solo io continuo a oppormi ma io l'ho vissuto e posso dirlo: il genocidio compiuto dai nazisti è completamente diverso».
In che cosa?
«Quello era stato pianificato freddamente, a tavolino, da medici, scienziati, architetti che avevano studiato come agire. Questo è un massacro spaventoso ma parlare di genocidio significa sminuire il valore di questa parola e di quello che era accaduto con i nazisti. Non bisogna fare confusione, non bisogna banalizzare. Con questo non voglio diminuire il dramma che si vive ogni giorno nella Striscia di Gaza, non voglio affermare che sia banale ma si tratta di due drammi molto diversi».
Eppure, anche in questo caso c'è una pianificazione. Che cosa pensa quando sente le cifre delle persone che ogni giorno muoiono a Gaza? Spesso sono persone che muoiono di fame o mentre stanno ricevendo il poco cibo che viene distribuito.
«Penso che sta accadendo una tragedia terribile, che deve finire al più presto. Mi vergogno, mi sembra inconcepibile e mi dispiace che si sia arrivati fino a questo punto».
Anche gli ex vertici dei servizi segreti, della polizia e dell'esercito israeliano hanno preso le distanze dalla guerra condotta dal governo israeliano.
«Il governo di Israele non si rende conto del danno che sta provocando agli ebrei che vivono in tutto il mondo. Stanno facendo qualcosa di mostruoso che ha scatenato una nuova ondata di antisemitismo. Non si era mai spento del tutto l'antisemitismo ma ora è uno tsunami che colpisce noi. È sempre stato così, fin da quando ero bambina ho sentito gli ebrei giudicati nel loro insieme. Non ci si rende conto che non tutti invece pensano la stessa cosa, ognuno di noi ha le proprie idee, come in tutti i popoli».
Francia, Regno Unito e Germania hanno annunciato di voler riconoscere la Palestina come Stato. È d'accordo?
«Io credo che il governo di Israele dovrebbe lasciare i territori della Cisgiordania ai palestinesi e che ci debba essere il riconoscimento dello stato palestinese prima o poi altrimenti non ci sarà mai fine a questo odio, a questa violenza. L'unica strada da percorrere per uscire da questo orrore è che ci siano due Stati e due popoli che convivono in pace. La pace di cui parlo io, però, deve essere una pace che consenta davvero ai due Stati di convivere. Non mi sembra che sia quello che vogliono quelli che ora manifestano, invece».
A che cosa si riferisce?
«Alle manifestazioni dei giovani che sono schierati per la Palestina e contro Israele ma anche a prese di posizione di istituzioni come il Comune di Bologna che espone la bandiera di Israele. Non è onesto, questo non è volere la pace ma prendere le parti per qualcuno. Bisognerebbe esporre la bandiera palestinese e accanto quella israeliana se si è a favore della soluzione due popoli, due Stati».
Sarebbe più semplice schierarsi con Israele se non avvenissero ogni giorno episodi di violazione del diritto internazionale come la visita di due giorni del ministro Ben Gvir alla spianata delle Moschee a Gerusalemme affermando di avervi pregato e contravvenendo alle regole che disciplinano uno dei siti più delicati del Medio Oriente.
«Quelle sono provocazioni idiote. E la cosa più incredibile sono i religiosi che le sostengono. Chi crede - a qualunque fede appartenga - non può commettere gesti come questi. Invece, in nome della fede, continuano ad ammazzare le persone».
Bombe su Gaza
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Bombe su Gaza
Bombe su Gaza 2
bombe sulla striscia di gaza