marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

DAGOREPORT

pier silvio marina berlusconi

Era in agenda lunedì 14 luglio, alle 12.30, ma il faccia a faccia meneghino con la Cavaliera Marina Berlusconi, sollecitato da un Antonio Tajani in totale stato di choc, non è avvenuto.

 

Di fronte alla possibile discesa in campo del fratello, Marina non ha mai mostrato alcun segno di entusiasmo.

 

La ragione è racchiusa in un “eccesso di affetto”: teme che Pier Silvio, una volta messo piede in parlamento, venga travolto da uno tsunami di inchieste giudiziarie e faccia la fine di Papi Silvio.

 

PIER SILVIO BERLUSCONI - PRESENTAZIONE PALINSESTI MEDIASET

La primogenita del Cav, affiancata dai suoi “consigliori” Gianni Letta e Deborah Bergamin, ha preferito soprassedere. A pesare sulla sua decisione, ovviamente, è stato l’intervento “politico” di Pier Silvio alla presentazione dei palinsesti di Mediaset.

 

In quella circostanza, il boss del Biscione ha nuovamente evocato la sua possibile discesa in campo e ha assestato due-tre colpi da ko alla dirigenza del “suo” partito: “Bravissimi Tajani, Gasparri, Dalla Chiesa, ma servono leader e volti nuovi”.

 

ROBERTO OCCHIUTO

Alle battagliere parole di Pier Silvio, la primogenita di Silvio, da sempre contrarissima alla smania politica del fratellino, ha preferito tacere.

 

Ma sul tasto della governance in mano ai “laziali” di Forza Italia, la presidente di Mondadori la pensa come Pier Silvio e ha continuato a parlare, discutere e confrontarsi con vari esponenti di Forza Italia, come il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, il cui bacino di voti è parte fondamentale di quell’8% che rappresenta elettoralmente il partito.

 

antonio tajani giorgia meloni al senato foto lapresse

Marina non intende recedere dal suo ruolo ponte tra la famiglia e il partito, ma si è resa conto di doverlo fare con discrezione.

 

In un colloquio telefonico, ha ribadito a Tajani che Forza Italia è un partito liberale, che deve far sentire maggiormente la sua voce all’interno della maggioranza di governo, aggiungendo alcuni temi per le future battaglie del partito, tra le quali non deve esserci solo lo Ius scholae, tanto caro al ciociaro Tajani.

 

NICCOLO QUERCI

Quel che molti si sono chiesti, dopo il rimbombante intervento alla presentazione dei palinsesti, è perché Pier Silvio abbia deciso proprio ora di rendere pubblica, confermando le tante indiscrezioni passate, la sua voglia di emulare le gesta del padre.

 

L’indiscrezione che circola a Milano è che i suoi principali collaboratori, Nicolò Querci (consigliere per la politica) e Stefano Sala (ad della concessionaria Publitalia e gestore della “cassa” del Biscione), e alcuni giornalisti amici, abbiano riferito all’ad di Mediaset quello che ormai è il segreto di Pulcinella: Tajani sogna di diventare presidente della Repubblica nel 2029.

IL BACIO TRA GIORGIA MELONI E MARINA BERLUSCONI

 

Un’ambizione smodata, incoraggiata dalle rassicurazioni della camaleontica Giorgia Meloni, che ha promesso di mettere a disposizione i voti di Fratelli d’Italia per accompagnare l’ex monarchico al Colle.

 

Un sogno destinato a svanire quando Tajani si ritroverà come candidato al Quirinale un altro nome che circola nei palazzi del potere, quello di Alfredo Mantovano. 

 

Il disvelamento del progetto istituzionale di Tajani è stata la conferma, per l’ex “Pier Dudi”, che il segretario di Forza Italia giochi di sponda con la premier per le proprie ambizioni. Un comportamento che lo ha reso, negli anni, sempre più accondiscendente e malleabile verso i diktat della Ducetta.

 

 

gasparri tajani

Tutto ciò, si dice, ha fatto scattare una molla, una reazione istintiva in Pier Silvio: non solo perché vede uno storico subalterno di Papi Silvio subordinare le sorti del suo partito al proprio interesse, ma soprattutto si è ricordato che il Quirinale è stato il sogno impossibile di suo padre. Perché dovrebbe realizzarlo l’insostenibile Tajani?

 

Agli occhi di Pier Silvio, l’ex monarchico è diventato un "usurpatore", raccontano gli “addetti ai livori”. Da qui, le legnate al segretario di Forza Italia e alla sua “banda dei laziali”, dove si iniziano a intravedere delle crepe.

 

antonio tajani maurizio gasparri paolo barelli festa dei 30 anni di forza italia

Il già fedelissimo Paolo Barelli sta iniziando a smarcarsi da Tajani, mentre Maurizio Gasparri è in rotta con la famiglia di Arcore, chiede al segretario di tenere il punto, convinto che siano senatori e deputati a tenere in piedi il partito.

 

Dimentica, però, che la Famiglia è proprietaria del simbolo e vanta un credito da 90 milioni di euro in fidejussioni con gli azzurri, sommetta per niente facile da trovare.

 

Senza contare che il tesoriere, Fabio Roscioli, è stato scelto da Marina (è uno degli storici avvocati del Cavaliere).

ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

 

Di fronte alla possibile discesa in campo del fratello, Marina non ha mai mostrato alcun segno di entusiasmo.

 

La ragione è racchiusa in un “eccesso di affetto”: teme che Pier Silvio, una volta messo piede in parlamento, venga travolto da uno tsunami di inchieste giudiziarie per conflitto di interessi e tasse non pagate, accompagnato da sputtananti campagne stampa, che ha profondamente segnato il ventennio politico di Silvio Berlusconi.

 

Dal “Bunga-Bunga” ai casi Noemi, Ruby, D’Addario, olgettine varie e avariate, Marina non vuole rivivere la sofferenza di ritrovarsi sotto attacco, con indiscrezioni torbide sulla vita privata che penalizzerebbero anche le aziende di famiglia.

 

BARBARA PIER SILVIO MARINA BERLUSCONI - MARTA FASCINA AL FUNERALE DI SILVIO BERLUSCONI

Eppure, nonostante la propria netta contrarietà, la Cavaliera ha assicurato i consigliori Letta e Bergamin che non ci sarà alcuna spaccatura tra lei e il fratello: se Pier Silvio decidesse, un giorno, di prendere le redini di Forza Italia, lei lo sosterrà.

 

Se ad Arcore c’è unità, a casa Tajani non si brinda: “l’Otelma di Ferentino”, uno che sbaglia ogni previsione in politica estera, ha preso malissimo le scudisciate di Pier Silvio e il successivo annullamento dell’incontro con Marina.

 

stefano sala premio guido carli 2023

Sente la propria fragile leadership polverizzarsi di giorno in giorno, incalzata dalla famiglia Berlusconi da un lato, e dall’opposizione interna al partito, dall’altro, insofferente per la gestione a trazione romanocentrica.

 

E Giorgia Meloni come ha preso il sommovimento in Forza Italia? Che l’abbia vissuto con pesante fastidio, è confermato dal fatto che nessun esponente di Fratelli d’Italia ha commentato le parole di Pier Silvio sulla possibile discesa in campo. Gli ex missini hanno sfruttato solo la parte del discorso in cui padrone di Mediaset elogiava il governo Meloni (“Ha creato il miglior governo d’Europa”).

 

ANTONIO TAJANI IN VERSIONE MAGO OTELMA

Ps. A incoraggiare Pier Silvio a seguire le orme paterne c’è il suo consigliere-principe, Nicolò Querci. Se un giorno del 2027 il secondogenito del Cav sbarcasse in Parlamento, Querci si vede già a Cologno Monzese a gestire l’impero Mediaset per procura.

PIER SILVIO BERLUSCONI - PRESENTAZIONE PALINSESTI MEDIASET

GIORGIA MELONI E ALFREDO MANTOVANO - FOTO LAPRESSE

pier silvio berlusconiPIER SILVIO BERLUSCONI - PRESENTAZIONE PALINSESTI MEDIASET

Ultimi Dagoreport

antonio barbera giulio base monda buttafuoco borgonzoni mantovano

FLASH! – BIENNALE DELLE MIE BRAME: IL MANDATO DI ALBERTO BARBERA ALLA DIREZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA TERMINA FRA UN ANNO MA DA MESI SI SUSSEGUONO VOCI SULLE ASPIRAZIONI DI ANTONIO MONDA (SPONSOR MANTOVANO) E DI GIULIO BASE, SUPPORTATO DALLO STRANA COPPIA FORMATA DALLA SOTTOSEGRETARIA LEGHISTA LUCIA BORGONZONI E DA IGNAZIO LA RUSSA (GRAZIE ALLO STRETTO RAPPORTO CON FABRIZIO ROCCA, FRATELLO DI TIZIANA, MOGLIE DI BASE) - IL PRESIDENTE ‘’SARACENO’’ BUTTAFUOCO, CHE TREMA AL PENSIERO DI MONDA E BASE, NON VUOLE PERDERE LA RICONOSCIUTA COMPETENZA INTERNAZIONALE DI BARBERA E GLI HA OFFERTO UN RUOLO DI ‘’CONSULENTE SPECIALE’’. RISPOSTA: O DIRETTORE O NIENTE…

peter thiel narendra modi xi jinping donald trump

DAGOREPORT - IL VERTICE ANNUALE DELL'ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE DI SHANGHAI (SCO), SI AVVIA A DIVENTARE L’EVENTO POLITICO PIÙ CLAMOROSO DELL’ANNO - XI JINPING ATTENDE L’ARRIVO DEI LEADER DI OLTRE 20 PAESI PER ILLUSTRARE LA “VISIONE CINESE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE – ATTESI PUTIN, L’INDIANO MODI (PER LA PRIMA VOLTA IN CINA DOPO SETTE ANNI DI SCAZZI), IL BIELORUSSO LUKASHENKO, IL PAKISTANO SHARIF, L’IRANIANO PEZESHKIAN E IL TURCO ERDOGAN - SE DA UN LATO IL SUMMIT SCO RAPPRESENTA IL TRIONFO DEL DRAGONE, CHE È RIUSCITO A RICOMPATTARE MEZZO MONDO, DALL’INDIA AL BRASILE, MINACCIATO DALLA CLAVA DEL DAZISMO DI TRUMP, DALL’ALTRO ATTESTA IL MASSIMO FALLIMENTO DELL’IDIOTA DELLA CASA BIANCA – L’ANALISI SPIETATA DELL’EMINENZA NERA, PETER THIEL, A “THE DONALD”: "A COSA SONO SERVITI I TUOI AMOROSI SENSI CON PUTIN PER POI RITROVARTELO ALLA CORTE DI PECHINO? A COSA È SERVITO LO SFANCULAMENTO DELL’EUROPA, DAL DOPOGUERRA AD OGGI FEDELE VASSALLO AI PIEDI DEGLI STATI UNITI, CHE ORA È TENTATA, PER NON FINIRE TRAVOLTA DALLA RECESSIONE, DI RIAPRIRE IL CANALE DI AFFARI CON LA CINA, INDIA E I PAESI DEL BRICS?” – "DONALD, SEI AL BIVIO’’, HA CONCLUSO THIEL, "O SI FA UN’ALLEANZA CON LA CINA, MA A DETTAR LE CONDIZIONI SARÀ XI, OPPURE DEVI ALLEARTI CON L’EUROPA. UNA TERZA VIA NON C’È…”

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - MAI VISTA L’ARMATA BRANCAMELONI BRANCOLARE NEL BUIO COME PER LE REGIONALI IN VENETO - SENZA QUEL 40% DI VOTI DELLA LISTA ZAIA SIGNIFICHEREBBE LA PROBABILE SCONFITTA PER IL CENTRODESTRA. E DATO CHE IN VENETO SI VOTERÀ A NOVEMBRE, DUE MESI DOPO LE MARCHE, DOVE IL MELONIANO ACQUAROLI È SOTTO DI DUE PUNTI AL CANDIDATO DEL CENTROSINISTRA RICCI, PER IL GOVERNO MELONI PERDERE DUE REGIONI IN DUE MESI SAREBBE UNO SMACCO MICIDIALE CHE RADDRIZZEREBBE LE SPERANZE DELL’OPPOSIZIONE DI RIMANDARLA AL COLLE OPPIO A LEGGERE TOLKIEN - LA DUCETTA HA DOVUTO COSÌ INGOIARE IL PRIMO ROSPONE: IL CANDIDATO DI FDI, LUCA DE CARLO, È MISERAMENTE FINITO IN SOFFITTA – MA PER DISINNESCARE ZAIA, URGE BEN ALTRO DI UN CANDIDATO CIVICO: OCCORRE TROVARGLI UN POSTO DA MINISTRO O MAGARI LA PRESIDENZA DELL’ENI NEL 2026 - SE LA DUCETTA È RABBIOSA, SALVINI NON STA MEJO: I TRE GOVERNATORI DELLA LEGA HANNO DICHIARATO GUERRA ALLA SUA SVOLTA ULTRA-DESTRORSA, ZAVORRATA DAL POST-FASCIO VANNACCI - IL PASTICCIACCIO BRUTTO DEL VENETO DEVE ESSERE COMUNQUE RISOLTO ENTRO IL 23 OTTOBRE, ULTIMA DATA PER PRESENTARE LISTE E CANDIDATI…

peter thiel donald trump

SE SIETE CURIOSI DI SAPERE DOVRÀ ANDRÀ A PARARE IL DELIRIO DI ONNIPOTENZA TRUMPIANA, È INTERESSANTE SEGUIRE LE MOSSE DELLA SUA ‘’EMINENZA NERA’’, IL MILIARDARIO PETER THIEL - PUR NON COMPARENDO MAI IN PUBBLICO, ATTRAVERSO PALANTIR TECHNOLOGIES, UNO TRA I POCHI COLOSSI HI-TECH CHE COLLABORA CON LE AGENZIE MILITARI E DI INTELLIGENCE USA, THIEL HA CREATO UNA VERA E PROPRIA INFRASTRUTTURA DI POTERE CHE NON SOLO SOSTIENE IL TRUMPONE, MA CONTRIBUISCE A DEFINIRNE L’IDENTITÀ, LE PRIORITÀ E LA DIREZIONE FUTURA - LA SVOLTA AUTORITARIA DI TRUMP, CHE IN SEI MESI DI PRESIDENZA HA CAPOVOLTO I PARADIGMI DELLO STATO DI DIRITTO, HA LE SUE RADICI IN UN SAGGIO IN CUI THIEL SOSTIENE APERTAMENTE CHE ‘’LIBERTÀ E DEMOCRAZIA SONO INCOMPATIBILI’’ PERCHÉ IL POTERE SI COLLOCA “OLTRE LA LEGGE” – OLTRE A INTERMINABILI TELEFONATE CON L'IDIOTA DELLA CASA BIANCA, THIEL GODE DI OTTIMI RAPPORTI CON LA POTENTE CAPOGABINETTO DEL PRESIDENTE, SUSIE WILES, E COL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT, CON CUI ORDISCE LE TRAME ECONOMICHE - SE MEZZO MONDO È FINITO A GAMBE ALL’ARIA, IL FUTURO DELLA MENTE STRATEGICA DEL TRUMPISMO SEMBRA TINTO DI “VERDONI”: LE AZIONI DI PALANTIR SONO QUINTUPLICATE NEGLI ULTIMI 12 MESI, E NON SOLO GRAZIE ALLE COMMESSE DI STATO MA ANCHE PER GLI STRETTI INTERESSI CON L’INTELLIGENCE ISRAELIANA (UNO DEI MOTIVI PER CUI TRUMP NON ROMPE CON NETANYAHU...)

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - C’ERA UNA VOLTA LA LEGA DI SALVINI - GETTATO ALLE ORTICHE CIÒ CHE RESTAVA DEI TEMI PIÙ IDENTITARI DEL CARROCCIO, DECISO A RIFONDARLO NEL PARTITO NAZIONALE DELLA DESTRA, SENZA ACCORGERSI CHE LO SPAZIO ERA GIÀ OCCUPATO DALLE FALANGI DELLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, HA PERSO IL LUME DELLA RAGIONE: UNA FURIA ICONOCLASTA DI NAZIONALISMO, SOVRANISMO, IMPREGNATA DI RAZZISMO, XENOFOBIA, MASCHILISMO E VIOLENZA VERBALE - SECONDO I CALCOLI DEI SONDAGGISTI OGGI QUASI LA METÀ DEI CONSENSI DELLA LEGA (8,8%) APPARTIENE AI CAMERATI DEL GENERALISSIMO VANNACCI CHE MICA SI ACCONTENTA DI ESSERE NOMINATO VICESEGRETARIO DEL CARROCCIO: CONSAPEVOLE CHE L’ELETTORATO DI ESTREMA DESTRA, AL SURROGATO, PREFERISCE L’ORIGINALE, SI È TRASFORMATO NEL VERO AVVERSARIO ALLA LEADERSHIP DEL CAPITONE, GIÀ CAPITANO - OGGI SALVINI, STRETTO TRA L’INCUDINE DELL'EX GENERALE DELLA FOLGORE E IL MARTELLO DI MELONI, È UN ANIMALE FERITO, QUINDI PERICOLOSISSIMO, CAPACE DI TUTTO, ANCHE DI GETTARE IL BAMBINO CON L'ACQUA SPORCA...

giorgia meloni nicola fratoianni giuseppe conte elly schlein matteo ricci

DAGOREPORT – BUONE NOTIZIE! IL PRIMO SONDAGGIO SULLO STATO DI SALUTE DEI PARTITI, EFFETTUATO DOPO LA SETTIMANA DI FERRAGOSTO, REGISTRA UN CALO DI 6 PUNTI PER FRATELLI D'ITALIA RISPETTO ALLE EUROPEE 2024 (IL PARTITO DELLA MELONI, DAL 29% PASSEREBBE AL 23) - A PESARE È LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE, DALLA PRODUTTIVITÀ CALANTE DELLE IMPRESE A UN POTERE D’ACQUISTO AZZERATO DAI SALARI DA FAME - IL TEST DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, CHE CHIAMA ALLE URNE 17 MILIONI DI CITTADINI,   POTREBBE DIVENTARE UN SEGNALE D'ALLARME, SE NON LA PRIMA SCONFITTA DELL’ARMATA BRANCAMELONI - A PARTIRE DALLE PERDITA DELLE MARCHE: IL GOVERNATORE RICANDIDATO DI FDI, FRANCESCO ACQUAROLI, È SOTTO DI DUE PUNTI RISPETTO AL CANDIDATO DEL CAMPOLARGO, IL PIDDINO MATTEO RICCI - LA POSSIBILITÀ DI UN 4-1 PER IL CENTROSINISTRA ALLE REGIONALI, MESSO INSIEME ALLA PERDITA DI CONSENSI ALL'INTERNO DELL'ELETTORATO DI FDI, MANDEREBBE IN ORBITA GLI OTOLITI DELLA DUCETTA. NEL CONTEMPO, DAREBBE UN GROSSO SUSSULTO AI PARTITI DI OPPOSIZIONE, SPINGENDOLI AD ALLEARSI PER LE POLITICHE 2027. E MAGARI FRA DUE ANNI LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SARÀ RICORDATA SOLO COME UN INCUBO...