ursula von der leyen paolo gentiloni

NON DITE AGLI SVENEVOLI DELLA COSTITUZIONE CHE DA ROUSSEAU DIPENDE ANCHE LA COMMISSIONE EUROPEA - A BRUXELLES TUTTO FERMO IN ATTESA CHE ''LABBASE'' DIA IL SUO VERDETTO: SE PARTE IL GOVERNO GIALLO-ROSSO DOVREBBE PARTIRE PURE GENTILONI PER RAGGIUNGERE LA VON DER LEYEN, CHE VORREBBE PRESENTARE LA SQUADRA QUESTO VENERDÌ

Antonio Pollio Salimbeni per ''Il Messaggero''

Mattarella Zinga Marcucci Gentiloni

 

È il ritardo della decisione italiana sul nuovo commissario o la nuova commissaria che ha costretto la presidente eletta Ursula von der Leyen a rinviare la chiusura del pacchetto della sua squadra che dirigerà la Commissione europea nei prossimi cinque anni. Per la verità è anche in parte colpa della Romania, che deve ancora scegliere tra due candidati, ma per il peso che ha nella Ue, è dalla scelta dell'Italia che dipende anche il destino dei commissari di diversi altri Stati per ciò che riguarda l'attribuzione delle responsabilità, i cosiddetti portafogli.

 

LE SCADENZE

Di fatto, l'Italia è il solo Stato a non aver neppure istruito la pratica. Già è saltata la scadenza del 26 agosto per comunicare a Bruxelles i candidati a governare l'esecutivo europeo nella prossima legislatura dal primo novembre. Ora è saltata un'altra scadenza, questa volta non comunicata pubblicamente: von der Leyen lavorava sull'ipotesi di presentare i nuovi 27 commissari con tanto di portafogli alla fine di questa settimana (venerdì).

 

paolo gentiloni nicola zingaretti 1

Impossibile data l'evoluzione e le scadenze della formazione del governo a Roma: se riuscirà il tentativo Conte 2, i nuovi ministri potrebbero giurare giovedì. A quel punto il candidato italiano dovrebbe saltar fuori. I nomi che circolano a Roma sono quelli di Paolo Gentiloni o Graziano Delrio, qualche chance anche per Pier Carlo Padoan.

Se il candidato sarà un personaggio di peso, riconosciuto anche a livello europeo, la strada per l'attribuzione di una responsabilità di rilievo sarà spianata. Meglio ancora se fosse una donna. L'Italia aspira a un portafoglio economico di prima grandezza (concorrenza innanzitutto, poi commercio, in subordine mercato interno e industria), per cui occorre un nome all'altezza delle ambizioni.

 

UNA PASSEGGIATA

C'è un altro fattore che, adesso, rende - almeno in teoria - le cose facili all'Italia: la fine del governo M5S-Lega e l'avvento di una maggioranza di segno opposto, con una esplicita fedeltà Ue, sono stati valutati a Bruxelles e nella maggioranza delle capitali europee una svolta positiva per tutta l'Unione. Tra l'altro, con il cambio di maggioranza di governo l'audizione del candidato o della candidata italiana al parlamento europeo ora viene considerata se non una passeggiata poco ci manca. Mentre prima, quando veniva dato per scontato che a Bruxelles sarebbe andato un esponente in linea con la Lega di Salvini, era considerata una vera e propria trappola.

 

ursula von der leyen incontra giuseppe conte a palazzo chigi 1

La decisione sul commissario italiano (o sulla commissaria) non chiuderebbe automaticamente la partita di von der Leyen, ammesso che si risolva contemporaneamente il caso della Romania, alle prese con i due candidati socialdemocratici Dan Nica e Rovana Plumb. Dalla scelta dell'Italia, infatti, dipendono diverse altre caselle: concorrenza, industria, mercato interno sono portafogli che fanno gola a molti. Riempirne una significa riaprire giochi e negoziati con altri governi.

 

I PRECEDENTI

Quanto ai portafogli, alcuni sono speciali. La concorrenza, per esempio, non può essere affidata a chi mai si è occupato di economia. Margrethe Vestager, prima di diventare responsabile della concorrenza, è stata ministra delle finanze danesi (nella prossima Commissione sarà vicepresidente esecutiva come l'olandese Frans Timmermans). E Joaquin Almunia (ministro del lavoro, commissario Ue agli affari economici) prese il posto che era stato cinque anni prima di Mario Monti. Un nome di prestigio internazionale come quello di Gentiloni può comunque essere una buona carta da giocare per arrivare al risultato.

 

FRANS TIMMERMANS

«La scelta dell'Italia condurrà a cambiamenti, a spostamenti di attribuzioni degli incarichi che possono essere importanti», dice una fonte europea. La portavoce della Commissione Nina Andreeva avverte che «nulla è deciso fino a quando tutto non sarà deciso» Stando a quanto trapelato, se il governo italiano non deciderà entro la settimana sarà difficile chiudere sulla squadra comunitaria entro la fine della prossima. Il tempo incalza: i candidati hanno bisogno di tempo per prepararsi. Le audizioni all'Europarlamento sono previste verso la fine settembre. Si tratta di una vera e propria graticola e il rischio che qualcuno ne resti impigliato è reale. Occorre avere dei margini di tempo per procedere a frettolose sostituzioni in caso di valutazione negativa.

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?