1. NON SOLO FORZA ITALIA, BERSANI E VENDOLA: LE RELAZIONI DEI RIVA CON PASSERA E CLINI 2. CORRADINO “SALZA” E LE LINEE DI CREDITO CONCESSE AI PADRONI DELLE FERRIERE: L’ULTIMO PRESTITO DI BANCA INTESA BY PASSERA È DI 80 MILIONI PER COSTRUIRE NAVI IN CINA 3. IL PATRIOTA RIVA, CAPOFILA DEI CAPITANI CORAGGIOSI CHE HANNO “SALVATO” (COME NO!) ALITALIA: CON 120 MILIONI, I RIVA SONO I NUMERI UNO DELLA CORDATA CREATA DALL’EX AD DI INTESA IN COMBUTTA CON IL BANANA E LETTA. MA CHE C’ENTRA L’ACCIAIO CON GLI AEREI? 4. CLINI DA DIRETTORE GENERALE DELL’AMBIENTE DICE DI NON ESSERSI MAI OCCUPATO DI ILVA, MA I SUOI DIRIGENTI SI FACEVANO SCRIVERE I PROVVEDIMENTI DAGLI AVVOCATI DI RIVA 5. PIER-ACCIAIO E QUEI 98MILA EURO DI FINANZIAMENTO INTASCATI DAI RIVA, L’AFFONDO DI STEFANO RODOTÀ: “IL SEGRETARIO DEL PD DOVREBBE RESTITUIRLI? SERVONO GESTI FORTI”

Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica per "Il Giornale"

Nella corrida politico-giudiziaria dell'Ilva di Taranto salta fuori il duplice ruolo di due «Corradi», i ministri Passera e Clini, entrambi alle prese con il Gruppo siderurgico sia prima che durante il loro incarico governativo.

Anche se ieri sera, da Santoro, il titolare dell'ambiente ha ribadito che, da direttore generale del ministero, non si è mai occupato delle vicende dell'Ilva, e che la stessa procura di Taranto ha negato che lui sia citato nelle intercettazioni. Intanto, dall'inchiesta tarantina rischia di crollare la prova regina, quella degli «accordi corruttivi».

Nella storia del Gruppo Riva alta finanza e politica s'intrecciano con una certa disinvoltura. Prendiamo Corrado Passera. Il superministro dello Sviluppo economico, oggi chiamato a gestire la bomba sociale della chiusura dell'impianto, ai tempi di banca Intesa è stato un generoso finanziatore del gruppo Riva. Ha assicurato linee di credito e prestiti agli imprenditori dell'acciaio incassando ricavi per l'istituto di credito e creando un formidabile canale di interlocuzione con la dinastia industriale.

Uno degli ultimi prestiti? Un mutuo da 80 milioni di euro per la costruzione in Cina di due grandi navi utilizzate per il trasporto del materiale ferroso. E quando nel 2008 Intesa per conto di Berlusconi cerca adesioni per la cordata di volenterosi «salva-Alitalia», il patriarca del gruppo, Emilio Riva (ai domiciliari da luglio), stacca un assegno di 120 milioni per il 10,8 per cento della neonata Cai, diventando il secondo azionista della società.

«Sappiamo bene che non ci guadagneremo», ammette in un'intervista al Sole24Ore. Ma allora perché i Riva hanno investito in Alitalia, se da sempre il core business del gruppo è l'acciaio? Per fare l'acciaio è necessario risolvere il problema di Taranto. E nel 2011, a Taranto, l'Ilva è alle prese con le garanzie fideiussorie delle «discariche a servizio» del grande impianto, un punto decisivo per rispettare i requisiti previsti dall'Aia, l'Autorizzazione integrata ambientale, dello stesso anno. Fino ad allora, la garanzia contro gli eventuali danni ambientali delle discariche era di 7-800mila euro, coperta da banca Carige.

Quando a fine 2011 la provincia di Taranto vuol ridiscutere le garanzie, e alza la posta a circa 300 milioni di euro, si apre una trattativa che a giugno scorso ha visto l'Ilva offrire (invano, al momento) una garanzia fideiussoria di un centinaio di milioni di euro, ottenuta non più da Carige, ma da banca Intesa, che da pochi mesi Passera aveva lasciato per il ministero. Tornando all'Aia, passiamo da Passera a Clini.

L'attuale titolare dell'Ambiente fino al 2011 era direttore generale del dicastero che, nel 2008, in pieno affaire Alitalia, cominciava l'istruttoria per l'Aia dell'Ilva, il cui via libera arriverà solo il 4 agosto 2011, ben oltre i 300 giorni previsti per legge. Un iter tortuoso che crea problemi all'azienda e che oggi la Procura di Taranto rilegge alla luce di nuovi spunti investigativi.

Nell'ultima ordinanza, il gip Todisco riporta un'intercettazione del vicepresidente del gruppo Fabio Riva con uno dei legali dell'Ilva, Francesco Perli, che racconta di essersi lamentato delle lungaggini con Luigi Pelaggi, membro della commissione istruttoria della vecchia Aia: «Cosa dobbiamo fare di più - sostiene di aver detto Perli - ve l'abbiam scritta noi! Vi tocca soltanto leggere le carte, metterle in fila e gestire un po' il rapporto con gli enti locali».

Davvero l'Ilva ha scritto l'Aia per conto del ministero? Fatto sta che il documento arriva solo dopo il rinnovo della commissione competente, sostituita in blocco dall'allora ministro Stefania Prestigiacomo con uomini di sua fiducia. Poi Clini diventa ministro e, recependo le direttive Ue, riapre l'istruttoria dell'Aia che viene definitivamente consegnata all'Ilva solo nell'ottobre 2012, quando il tornado - quello giudiziario - era già arrivato.

Ma proprio l'inchiesta rischia di subire una brutale battuta d'arresto. Nel corso dell'interrogatorio Girolamo Archinà avrebbe massacrato l'impianto accusatorio. L'ex responsabile relazioni esterne dell'Ilva arrestato lunedì, per la procura il 26 marzo 2010, in autogrill, avrebbe consegnato una mazzetta da 10mila euro a Lorenzo Liberti, ex rettore del politecnico di Taranto e perito della procura, per «addomesticare» proprio la perizia sull'Ilva. Ma per Archinà quei 10mila euro di cui parla, intercettato, con il cassiere dell'Ilva, erano destinati non al perito, bensì al vescovo, che doveva incontrare lo stesso giorno.

Quest'ultimo e il suo segretario sul punto avevano dato versioni diverse e confuse, sostenendo di aver ricevuto dall'Ilva solo donazioni saltuarie di 2-3mila euro. Archinà avrebbe provato che l'azienda, dal 2006 al 2011, avrebbe invece «donato» al vescovo 5mila euro ogni Natale, e 10mila euro ogni Pasqua. E per una sponsorizzazione, addirittura 50mila euro.

Quel 26 marzo, a Pasqua mancava una settimana, e alcune conversazioni intercettate dell'uomo con vescovo e segretario proverebbero che proprio quel giorno stava tentando di prendere appuntamento col prelato. Sui documenti che proverebbero la tesi difensiva - smontando l'unico caso di corruzione contestato, e indebolendo fatalmente l'intera indagine - sono in corso in queste ore i riscontri della Gdf.

2 - RODOTA': "BERSANI DOVREBBE RESTITUIRE I 98MILA EURO DEI RIVA? SERVONO GESTI FORTI"
Dall'intervista di Silvia Truzzi a Stefano Rodotà per "Il Fatto Quotidiano"


Consiglierebbe a Bersani di restituire i 98mila euro avuti da Riva? O almeno di chiarire?
Io direi sinceramente: "Questa vicenda pone un problema che deve essere affrontato in termini di sistema". Peno che ora servano gesti forti e che sia il momento di ammettere: "abbiamo capito quali meccanismi hanno portato alla sfiducia nella politica". Per esempio la deriva oligarchica, un pericolo anche quando gli oligarchi hanno le mani pulite.

Da questo è nata la rottamazione di Renzi: anche il Pd è diventato un partito oligarchico. Vede, la situazione attuale è molto peggio di Mani Pulite, non solo per la quantità di denari e di soggetti implicati. Allora c'era la consapevolezza che certi comportamenti erano illegali. Negli ultimi anni è stato costruito un sistema per cui l'appropriazione privata di fondi pubblici è entrata nell'area della legalità.

 

Corrado Clini Corrado Passera Mario Catania ilva - L'OPERAIO ZACCARIAFABIO RIVA E GIROLAMO ARCHINACLINI E PASSERAILVA TARANTOILVA ILVA DI TARANTO jpegIL GIP DI TARANTO TODISCOTODISCO-CLINIStefano Rodota BERSANI VIGNETTA jpegproteste ilva a taranto

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO