alice weidel jorg meuthen angela merkel armin laschet

NON SOLO LASCHET E LA CDU: ANCHE L’ULTRADESTRA DI AFD ESCE A PEZZI DAL VOTO IN GERMANIA - ALL’INTERNO DEL PARTITO XENOFOBO LITIGANO PER IL RISULTATO DELLE ELEZIONI E SI ACCUSANO A VICENDA PER IL CALO DI DUE PUNTI RISPETTO AL 2017 - L’ANALISI DEL VOTO: UNA VOLTA USCITA DI SCENA LA MERKEL, L’ELETTORATO DELLA CDU SI È FRASTAGLIATO. IL TRACOLLO DELL’ESTREMA SINISTRA DELLA LINKE E IL SUCCESSO DEI VERDI TRA I GIOVANI

olaf scholz

1 - NERVOSISMO IN CASA DELL'AFD L'ULTRADESTRA CROLLA A OVEST

Da "il Giornale"

 

Nervosismo in casa dell'ultradestra AfD all'indomani del voto in Germania. I capi del partito populista e xenofobo si sono scontrati sull'interpretazione del risultato ottenuto alle elezioni federali dal movimento.

 

alice weidel jorg meuthen

Nonostante si sia confermato come primo partito in due laender dell'Est, Sassonia e Turingia, su base nazionale il partito Alternative für Deutschland ha ottenuto una quota del 10,3%, in calo di oltre due punti rispetto al 12,64% del 2017. Il conto degli eletti scenderà dai 94 ottenuti nella legislatura precedente a 83.

 

In conferenza stampa a Berlino, due fra i principali esponenti del partito hanno avuto un duro scambio: l'eurodeputato Jorg Meuthen ha definito il risultato «non certo un successo» e ha puntato il dito contro la candidata Alice Weidel, uno degli esponenti di punta di AfD, dicendo che «un cattivo risultato va principalmente imputato ai candidati e alla campagna elettorale che fanno».

 

armin laschet

Immediata e stizzita la replica della diretta interessata: «Non permetterò a nessuno di parlare male di questo risultato», ha subito risposto Weidel, ricordando che si tratta comunque del secondo risultato «a due cifre» della storia del movimento. Secondo Meuthen, l'errore principale è stato includere nel manifesto del partito l'uscita della Germania dall'Unione europea.

 

In zone della Germania occidentale come Amburgo, la Baviera o il Nord Reno Westfalia, i suffragi dell'AfD sono scesi sotto percentuali a due cifre. E in 21 circoscrizioni il partito non ha superato la soglia di sbarramento del 5%. Il suo risultato più basso, il 2,9%, è stato raggiunto a Muenster e in una delle circoscrizioni di Colonia, entrambi in Nord Reno Westfalia.

 

2 - GIOVANI E COMUNISTI, COSÌ CAMBIA IL PAESE

Roberto Fabbri per "il Giornale"

 

angela merkel armin laschet

Tre giorni prima delle per lei catastrofiche elezioni di domenica scorsa, Angela Merkel aveva fatto una visita di commiato al suo distretto elettorale. La Pre-Pomerania e l'isola di Ruegen, un angolino dell'ex Ddr sulla costa del Baltico ai confini con la Polonia, non l'avevano mai delusa e lei, evidentemente, non aveva mai deluso i suoi elettori (anche facendo in modo che la città portuale di Greifswald fosse il terminale del contestatissimo gasdotto Nord Stream 2 dalla Russia).

nord stream 2

 

Ancora alle consultazioni del 2017, il simbolo della Cdu con il suo nome accanto aveva calamitato più del 42% dei voti, lasciando per l'ottava volta le briciole agli avversari. I giornali tedeschi di venerdì scorso avevano quasi tutti una foto della Cancelliera con tanti pappagalli sulle braccia in un parco popolare quanto lei. Non è bastato. Georg Guenther, chiamato a raccogliere la sua eredità, ha raccattato a fatica un 20%: non eletto a vantaggio della Spd, partito che 4 anni fa viaggiava verso l'estinzione.

Georg Gunther angela merkel

 

IL DISASTRO LASCHET

Era dunque la Merkel a tenere insieme elettoralmente la Cdu, e gran parte dei voti che domenica sono andati perduti (non solo nel suo distretto) erano i suoi personali. La Cdu guidata da Armin Laschet ha lasciato sul terreno più di tre milioni di voti rispetto al 2017: di questi, 1,4 milioni si sono travasati direttamente alla Spd, un milione ai verdi, 340mila ai liberali e il resto a varie liste minori. Ancora ieri sera la elezione al Bundestag di Laschet era incerta: è aggrappato al recupero proporzionale.

annalena baerbock

 

LINKE SALVA

All'estrema sinistra, un altro disastro elettorale ha riguardato la Linke, erede del partito comunista della Ddr. Per banali ragioni fisiologiche (gli anziani nostalgici del Muro muoiono e i giovani guardano soprattutto all'estrema destra), il partito che fino a 10-15 anni fa trionfava a Berlino Est e in molte aree depresse orientali è in calo continuo.

annalena baerbock robert habeck

 

Ma nessuno si aspettava che finisse sotto la soglia di sbarramento del 5%, com' è invece accaduto. La Linke manderà però comunque una pattuglia di 39 deputati al Bundestag grazie al suo zoccolo duro in tre distretti elettorali, due a Berlino Est e uno a Lipsia: il partito che ottiene almeno tre mandati diretti vede salvaguardata per legge la sua quota proporzionale. Curiosità: tra i salvatori del partito c'è Gregor Gysi che nel dicembre 1989 fu l'ultimo presidente dei comunisti della Ddr.

 

gregor gysi.

IL CAMBIAMENTO È GIOVANE

Un dato molto interessante riguarda il voto giovanile. Sotto i trent' anni, il primo partito tedesco sono i verdi (con il 22%) seguiti dai liberali con il 20. I vecchi dinosauri Cdu e Spd arrancano ben sotto il 20% ciascuno e il futuro non sembra appartenergli.

armin laschet 2gregor gysi gregor gysi. jorg meuthen angela merkel armin laschet militanti della spd felici per il risultato delle elezioni NORD STREAM annalena baerbock robert habeck armin laschet 1schroeder gazprom

Ultimi Dagoreport

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO