marina berlusconi donald trump giorgia meloni

LA NUOVA DISCESA IN CAMPO DI MARINA BERLUSCONI – NEL GIORNO IN CUI VIENE ELETTO IL PRIMO PAPA AMERICANO DELLA STORIA, LA FIGLIA DEL CAV SI POSIZIONA CONTRO TRUMP: “SONO PREOCCUPATA PER QUELLO CHE FA, E QUELLE CHE ERANO SOLO PREOCCUPAZIONI FINO A POCO TEMPO FA, SI SONO TRASFORMATE IN REALTÀ”. UN MESSAGGIO ANCHE A GIORGIA MELONI, CHE RIVENDICA LA SUA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL TYCOON – LE LODI DI PRASSI AL GOVERNO E L’ATTACCO ALLE MULTINAZIONALI AMERICANE: “LO STRAPOTERE DELLE BIG TECH MI PREOCCUPA DA SEMPRE, PERCHÉ NON SI ERA MAI VISTA UNA SIMILE CONCENTRAZIONE DI POTERE E DI RICCHEZZA…”

Estratto dell’articolo di Francesco Moscatelli per “La Stampa”

 

MARINA BERLUSCONI DIVENTA CAVALIERA DEL LAVORO

Boccia senza appello Donald Trump, promuove il governo di Giorgia Meloni pur invitandolo a continuare nell'azione coerente e coordinata con l'Europa, si augura una stretta sulle big tech che mettono a repentaglio la democrazia e rivendica con orgoglio l'Opa di Mfe-Mediaset sulla tedesca Prosieben.

 

È una Marina Berlusconi che ha molta voglia di parlare quella che arriva alla libreria Rizzoli di Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, scelta come nuovo luogo iconico del gruppo Mondadori, fresco di restyling, negli istanti esatti in cui da piazza San Pietro arriva la notizia che il nuovo papa è l'americano Robert Francis Prevost.

 

DONALD TRUMP GIORGIA MELONI

La presidente della casa editrice di Segrate e del gruppo Fininvest ne approfitta per una battuta sul possibile ruolo del Pontefice come ricucitore dei rapporti fra Stati Uniti ed Europa.

 

«Dai papi ci si possono aspettare tanti miracoli, tante cose positive. Speriamo che possa anche aiutare da questo punto di vista» scherza, ma solo fino a un certo punto. La sua valutazione di ciò che sta accadendo a Washington […] non potrebbe essere più allarmante.

 

«Sono preoccupata in generale per quello che Trump fa - spiega- . E obiettivamente quelle che erano solo preoccupazioni fino a poco tempo fa, durante la campagna elettorale, si sono purtroppo trasformate in realtà».

 

IL BACIO TRA GIORGIA MELONI E MARINA BERLUSCONI

La figlia primogenita di Silvio Berlusconi critica duramente i primi cento giorni di Donald Trump alla Casa Bianca «per aver inferto un colpo durissimo alla credibilità dell'America e quindi dell'Occidente» e per aver fatto vacillare «quelle che erano le certezze su cui era stato costruito l'ordine politico ed economico del dopoguerra».

 

Quindi, dopo aver sottolineato che il suo sguardo sul futuro è comunque positivo «perché l'America è sempre l'America, e l'America non è solo Trump», spera che il presidente americano sia costretto a «rivedere un po' tutto» e «a fare marcia indietro».

 

Per quanto riguarda il governo italiano, […] i giudizi sono all'opposto più che lusinghieri.

 

Marina Berlusconi loda in particolare la gestione dei conti pubblici «nonostante i vincoli europei stringenti» e «l'eredità pesantissima di un passato fatto di bonus a pioggia e di soldi pubblici usati come bancomat», la serietà dimostrata in politica estera in un contesto «di una difficoltà forse senza precedenti» - una serietà che si augura possa proseguire anche in futuro «in modo coerente e coordinato con l'Europa» - e il modo in cui la presidente del Consiglio sta gestendo il dossier dazi cercando di mantenere unite Italia, Europa e Stati Uniti.

 

GIORGIA MELONI CON DONALD TRUMP NELLO STUDIO OVALE

Positivo, in quest'ottica, è anche il giudizio sul ruolo di Forza Italia che è «garanzia di equilibrio, moderazione e buon senso» all'interno della maggioranza di governo e sul suo leader Antonio Tajani che «si sta dimostrando un'ottima guida».

 

«Da figlia di Silvio Berlusconi che ha dedicato a Forza Italia trent'anni - dice la manager - scalda il cuore vedere come questo partito non solo esiste ancora ma ha ripreso a crescere».

 

Davanti ai cronisti - con i quali si intrattiene per un quarto d'ora prima di salutare il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, il sottosegretario con delega all'Editoria Alberto Barachini, oltre a una nutrita rappresentanza di quel salotto buono milanese per il quale a fare gli onori di casa c'è la dottoressa Melania Rizzoli - Marina Berlusconi affronta anche i temi economici che più le stanno a cuore. Il primo affondo è sullo strapotere delle big tech.

 

marina berlusconi alla rizzoli di galleria vittorio emanuele ii

«Forse l'unica cosa che non mi dispiace dei dazi è il danno che fanno a questi signori» ragiona a voce alta, pur ammettendo di non essere «molto ottimista» sulla regolamentazione e su un possibile accordo di armonizzazione fiscale nonostante i tentativi europei in tal senso.

 

Non sono solo «la concorrenza sleale» nei confronti dei media tradizionali, la questione delle tasse e quella occupazionale a impensierirla.

 

La numero uno di Fininvest invita ad approfondire i teorici dell'illuminismo oscuro che sarebbero alla base della Weltanschauung di alcuni di questi magnati.

 

giorgia meloni affonda nella sedia dello studio ovale durante il colloquio con donald trump - foto lapresse

[…]  «Lo strapotere delle Big tech mi preoccupa da sempre - aggiunge - perché non si era mai vista una simile concentrazione di potere e di ricchezza nelle mani di pochi soggetti, che si accompagna anche a una capacità di influenzare l'opinione pubblica senza precedenti.

 

E quello che preoccupa ancora di più è che si muovono in una totale assenza di regole e di limiti».

 

Quasi a fare da contrappeso a questo scenario c'è invece il capitolo sull'espansione europea di Mfe-Mediaset, che proprio ieri ha ricevuto l'ok della Bafin (la Consob tedesca) all'Opa su Prosieben.

 

La presidente di Fininvest ringrazia più volte il fratello Pier Silvio e la sua squadra, dicendosi soddisfatta di quello che definisce un «progetto industriale» che mira a diventare un campione europeo capace di competere sui mercati globali e allo stesso tempo di portare avanti «il modo di fare impresa di nostro padre».

pier silvio marina berlusconimarina berlusconimarina berlusconi - sergio mattarellaMARINA BERLUSCONI DIVENTA CAVALIERA DEL LAVORO

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO