
DAGOREPORT: IL “NUOVO PD” DI ELLY NON ESISTE - ALIMENTATA DA UN'AMBIZIONE SFRENATA, INFARCITA SOLO DI TATTICISMI E DISPETTI, NON POSSIEDE L'ABILITÀ DI GUIDARE LA NOMENKLATURA DEL PARTITO, ISPIRANDOLA E MOTIVANDOLA - IL FATIDICO "CAMPOLARGO" NON BASTA PER RISPEDIRE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO L'ARMATA BRANCA-MELONI. NELLE MARCHE IL PD-ELLY SUBISCE IL SORPASSO DELLE SORELLE D'ITALIA - QUELLO CHE INQUIETA È LO SQUILIBRIO DELLA DUCETTA DEL NAZARENO NELLA COSTRUZIONE DELLE ALLEANZE, TUTTO IN FAVORE DI UN'AREA DI SINISTRA (M5S E AVS) IN CUI LEI STESSA SI È FORMATA E A CUI SENTE DI APPARTENERE, A SCAPITO DI QUELLA MODERATA, SPAZIO SUBITO OCCUPATO DALLA SCALTRISSIMA DUCETTA DI VIA DELLA SCROFA, CHE HA LANCIATO AMI A CUI HANNO ABBOCCATO LA CISL E COMUNIONE E LIBERAZIONE - CHE ELLY NON POSSIEDA VISIONE STRATEGICA, CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE, INTELLIGENZA EMOTIVA, PER FRONTEGGIARE IL FENOMENO MELONI, E' LAMPANTE - OCCORRE URGENTEMENTE, IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, RISPEDIRE ELLY SUI CARRI DEI GAY-PRIDE, PUNTANDO, DOPO LE REGIONALI D'AUTUNNO, SU UNA NUOVA LEADERSHIP IN SINTONIA COI TEMPI TUMULTUOSI DI OGGI
DAGOREPORT
I nodi sono arrivati al pettine: l'unità dell'opposizione, il fatidico "campolargo", non basta per rispedire nelle grotte di Colle Oppio l'Armata Branca-Meloni. Nelle Marche il Pd subisce il sorpasso delle Sorelle d'Italia, calano M5S e Avs, e nessuno ha dato credito allle forze centriste dell'alleanza.
La vera causa del flop marchigiano non è solo nelle azioni o nei mezzi usati, ma nelle persone che hanno la responsabilità decisionale, inadeguate a una leadership che dall’era Berlusconi viaggia su binari della comunicazione digitale. Che Elly non possieda visione strategica, capacità di comunicazione, intelligenza emotiva, è lampante.
La ''gruppettara ritardata' Schlein e doroteismo camaleontico di Conte appartengono ambedue all'epoca analogica e i loro orizzonti di boria di espugnare Palazzo Chigi alla guida del "campolargo" sono finiti in quelle tristi palle di vetro con la neve finta, epitome del Kitsch turistico di ieri.
FASCISTI SU MARCHE - MEME BY EMILIANO CARLI
Insomma, il difetto sta nel manico instabile del coltello che rende la lama poco sicura e l'attrezzo inservibile. Per fronteggiare il fenomeno del Camaleonte Meloni - senza la sua leadership mediaticamente irresistibile non esisterebbe la destra-centro al potere -occorre urgentemente, in vista delle politiche del 2027, saldare il manico del coltello alla lama, accantonando l'onanismo politico di Elly e puntando, dopo le regionali d'autunno, su una nuova leadership in sintonia con i tempi tumultuosi di oggi.
Accompagnare all'uscita l'ambiziosissima Elly non sarà indolore, anche se a parte i suoi fedelissimi - Marta Bonafoni, fino a pochi mesi fa totalmente sconosciuta ai più; il portavoce-consigliere a cui lei si affida da anni, Flavio Alivernini: il terzo è Igor Taruffi, il capo dell’organizzazione del Pd - nessuno scommette un centesimo sulla candidatura a premier alle politiche del 2027 della segretaria dem. Ma lei ancora non l'ha capito, rassegnando le dimissioni.
Dopo la tranvata delle Marche, secondo la fronda del Nazareno, Elly avrebbe buttato a mare l’idea del congresso anticipato a gennaio che mirava a far fuori quella fronda interna del partito che intralcia la via dellla sua leadership: troppo rischioso, dopo l'alzata di scudi di Lorenzo Guerini, esponente di punta dell'ala riformista-centrista che ha scoperto con più di un anno di ritardo il "tradimento" di Stefano Bonaccini, appiattitosi a pelle di leopardo su Stalin-Elly intascando la nomina a presidente del Pd e di uno scranno a Bruxelles.
DARIO FRANCESCHINI ELLY SCHLEIN GATTOPARDO MEME BY SARX88
L'isolamento è stato completato dal solito "SuDario" Franceschini, che dopo avere issata la sconosciuta ''gruppettara ritardata'' al Nazareno tradendo il candidato dei riformisti dem, Bonaccini, si è ritrovato cornuto e mazziato dalla diabolica Elly e ultimamente l'ha scaricata. Intervisato da "Repubblica", ha sornionamente glissando sul nome del possibile candidato premier, non scegliendo tra Conte e Schlein.
Che Elly fosse diventata un problema da risolvere, anziché una giovanile risorsa per ampliare il consenso, era già chiaro quando alle regionali in Liguria del 2024, si è ostinata a imporre un tipino che le stava tra i piedi, il molesto Andrea Orlando, già inviso a mezzo partito, ma soprattutto senza un legame con il territorio.
Quello che inquieta le varie anime moderate del Pd l'ha espresso a chiare lettere Graziano Delrio: "Stiamo creando le condizioni perché Giorgia Meloni si intesti la rappresentanza di mondi a cui noi dovremmo dare risposte''; vedi come Elly ha schifato il progetto dell'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, di raccogliere le forze cattoliche, la galassia del volontariato, che non si riconoscono nell'autoritarismo meloniano.
Lo squilibrio della Ducetta del Nazareno nella costruzione delle alleanze, tutto in favore di un'area di sinistra in cui lei stessa si è formata e a cui sente di appartenere, a scapito di quella moderata, spazio che è stato subito occupato dalla scaltrissima Ducetta di via della Scrofa, che ha lanciato ami a cui hanno abboccato il sindacato della Cisl e i giovani di Comunione e liberazione, ben sedotti all'ultimo Meeting di Rimini.
.
La fronda anti-Elly sperava in una Direzione nazionale all'indomani della sonora sconfitta dello sciagurato referendum lanciato dal masaniello della Cgil Maurizio Landini, strategicamente rinviata dai vertici del Nazareno a dopo l'estate, giusto il tempo di far sbollire tensioni e recriminazioni di chi, disattendendo le indicazioni di Elly, quel weekend di giugno ha preferito una sana scampagnata con gli amici.
Era andata meglio per il Pd con le comunali di Genova con la vittoria della bombastica "civica" della Leopolda renziana, la talentuosa Silvia Salis. Tanta è stata la voglia di sfanculare la Schlein, che l'ex martellista che ha sostituito la Boschi nell’olimpo di Renzi, è stata subito gettata in pasto sui giornali: ecco il futuro del Pd, abbiamo la candidata premier alle politiche, l'anti-Meloni è qui... E la poverina col naso ad apriscatole, che vede fantasmi dappertutto, si subito è travestita da fattucchiera per esorcizzarla.
Nelle Marche, la scelta dell'eurodeputato riformista Matteo Ricci, due volte sindaco di Pesaro, sponsorizzato da Goffredo Bettini, ha alimentato sogni di rivincita sulla Ducetta, ma il fatidico "campolargo", tanto per dare un'idea di unità all'opinione pubblica di centro-sinistra, ha subito pestato un merdone con l'intervento di Giuseppe Conte alla festa dei primi di settembre del Fatto Quotidiano a Roma:
“Con il Pd – ha sillabato Conte – non siamo alleati, stiamo costruendo un progetto politico per mandare a casa Meloni. Dichiararsi pregiudizialmente alleati rischia di indebolire, siamo una forza diversa, abbiamo una storia diversa dalla Quercia coi cespugli intorno”. Insomma, 'sto campolargo ha cominciato subito a stringersi, zavarrato da discordanti posizioni geopolitiche, dalla guerra russo-ucraina al progetto del riarmo europeo, fino allo sterminio di Netanyahu in atto a Gaza.
Il risultato delle Marche avrà fatto felice solo Marco Travaglio che ha sempre osteggiato fino allo sberleffo un'intesa Pd-M5S: l'ex movimento di Grillo si è fermato a un misero 5,08%, ancora meno il consenso ai sinistri di AVS di Fratoianni-Bonelli. In questo disgraziato paese funziona così: se i voti diminuiscono, la megalomania aumenta. Come nei manicomi di una volta, affollati di immaginari Napoleoni, Hitler, Churchill, Stalin, che passavano il tempo a spartirsi il mondo.
Pur avendo il colpo in canna per tentare di strappare le Marche alla Meloni, mirando la campagna elettorale alle tasche sempre più svuotate dal caro-vita e tasse e salari da fame degli elettori, sul finale Elly si è di colpo schiacciata su pro-Pal e Flotilla, con buona pace di Mattarella.
Una sciagurata svolta che non è stata neppure un’imposizione grillina, ma è tutta farina del cultura politica da gruppettara del Dams, figlia di papà che gioca alla rivoluzione, della segretaria con tre passaporti e una fidanzata. Risultato: ha vinto Meloni anche grazie a un'astensione del 50,1%. E in grandissima parte chi ha preferito di non recarsi alle urne, appartiene ai delusi che una volta votavano centrosinistra nelle Marche.
ELLY SCHLEIN ALLA FESTA DEL FATTO QUOTIDIANO
Quando Schkein si intronizzò al Nazareno, la sua prima mossa fu suicida: dichiarare guerra ai ''cacicchi'' del partito, quei potentati locali che avevano la non piccola virtù di portare un barca di voti. Oggi non ha la forza e tantomeno il coraggio per affrontarli. In Campania, per far quadrare il “campolargo” con quel leguleio levantino di Conte, ha cucinato la candidatura del pentastellato Roberto Fico.
ELLY SCHLEIN E VINCENZO DE LUCA
Peccato che l'intesa con lo “Sceriffo” di Salerno, portato avanti dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e da Misiani, non era Fico bensì l'ex ministro dell'Ambiente del governo Conte, Sergio Costa.
Non solo: per avere l’appoggio del bacino di voti gestito da De Luca, Elly dovrà concedere ai suoi fedelissimi la presidenza dell’assemblea regionale, l’assessorato della cuccagna, la Sanità, e consegnare al diletto figlio Piero la segreteria regionale della Campania, che Elly aveva commissariato.
ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
Alimentata da un'ambizione sfrenata, infarcita solo di tatticismi e dispetti, non possedendo l'abilità di guidare e influenzare la nomenklatura del partito, ispirandola e motivandola, il “nuovo Pd” di Elly non esiste.
Qualche anima pia spieghi alla gruppettara di Bologna che non siamo all’occupazione del liceo, né tantomeno sul carro del Pride dove si è esibita in modalità “cubista” sulle note di “Maracaibo”, gorgheggiando felice "Apnea" di Emma e "Mon Amour" di Annalisa.
A Napoli c'è un modo di dire che è perfetto per il Pd guidato dall'Evita Peron con l'eskimo: "'A pazziella 'mmano ìe criature". Il giocattolo sta in mano ai bambini. E loro che fanno? Ci giocano, so' bambini. E lo fanno a pezzi.
ANDREA ORLANDO - ELLY SCHLEIN - MEME BY EDOARDO BARALDI
GAY PRIDE 2023 - ELLY SCHLEIN CON UNO DEI PARTECIPANTI
GIUSEPPE CONTE - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - ANGELO BONELLI - MANIFESTAZIONE PD AVS M5S PER GAZA - FOTO LAPRESSE - FOTO LAPRESSE
fratoianni schlein conte bonelli al monk
schlein salis conte
PRIMA PROIEZIONE - REGIONE MARCHE
MATTEO RICCI SVENTOLA LA BANDIERA DELLA PALESTINA AL COMIZIO ELETTORALE DI ANCONA
LA GALASSIA DELLE CORRENTI DEL PD
stefano bonaccini bacia elly schlein
giorgio gori lorenzo guerini filippo sensi marianna madia pina picierno lia quartapelle
schlein bonaccini
carlo calenda lia quartapelle giorgio gori maria elena boschi benedetto della vedova
matteo ricci elly schlein