IL DECLINO DELL’IMPERO AMERICANO – L’ACCETTA DI OBAMA SULLA SPESA PUBBLICA

Massimo Gaggi per il "Corriere della Sera"

Più tasse sui ricchi, ma anche sacrifici per gli anziani: una sforbiciata all'adeguamento delle pensioni e qualche taglio al Medicare, la sanità pubblica per gli ultrasessantacinquenni. Barack Obama presenta con due mesi di ritardo sui termini di legge un progetto di bilancio per il 2014 (l'anno fiscale inizia il prossimo primo ottobre), che ha ben poche possibilità di diventare la base per una soluzione di compromesso accettata dai repubblicani, assolutamente contrari a ogni aumento delle imposte, e che fa infuriare i sindacati, le associazioni delle donne e le altre organizzazioni liberal che si sono battute per la rielezione del presidente democratico.

Da ieri davanti alla Casa Bianca c'è un andirivieni di manifestazioni di protesta perché Obama ha inserito per la prima volta nel suo progetto di bilancio tagli - limitati ma significativi - della spesa sociale: 230 miliardi di dollari in dieci anni di minore spesa per le pensioni e 400 per la sanità a fronte di interventi di riduzione complessiva del debito pubblico per 4.500 miliardi di dollari. L'obiettivo è quello di ridurre il deficit 2014 a 744 miliardi, il 4,4 per cento del Pil: più dei disavanzi che si registrano in Europa, ma sarebbe comunque, per gli Usa, il passivo più ridotto dall'inizio della crisi nel 2008.

Il portavoce del presidente, Jay Carney, parla di semplici aggiustamenti tecnici, mentre per gli analisti politici quello di Obama è un semplice gesto di buona volontà negoziale; misure che resteranno sulla carta, visto che i repubblicani hanno già respinto la sua proposta.
Ma i progressisti lo accusano di aver socchiuso una porta che doveva, invece, restare ben serrata: in futuro attraverso quella fessura potrebbero passare tagli del welfare ben più consistenti di quelli ipotizzati oggi dalla Casa Bianca.

E, comunque, già il meccanismo inserito nel progetto di bilancio consegnato ieri dal governo al Congresso, se trasformato in legge, comporterebbe tagli non indifferenti soprattutto per i cittadini più anziani. In sostanza Obama propone di modificare il meccanismo di rivalutazione delle pensioni: anziché indicizzarlo al costo della vita, come avviene oggi, si terrebbe conto della tendenza dei cittadini a reagire all'aumento dei prezzi con la sostituzioni di alcuni consumi con altri di costo più contenuto.

Il Center for Economic and Policy Research, un centro studi progressista, ha calcolato che con questa nuova regola il pensionato medio americano perderebbe 650 dollari l'anno all'età di 75 anni e addirittura 1100 a 85.

Tanto è bastato alle organizzazioni liberal per insorgere contro il loro presidente. Il sindacato Afl-Cio e associazioni come MoveOn.org e la National Organization of Women (Now) hanno consegnato alla Casa Bianca due milioni e 300 mila lettere di protesta di cittadini che si oppongono al cambio di calcolo dell'inflazione per i pensionati. Scatenate soprattutto le donne di Now che preparano una grossa manifestazione a Washington e che accusano: «Ogni attacco agli anziani è anche un attacco alle donne che sono la parte più vulnerabile della società e che rischiano di veder di nuovo allargarsi la forbice delle disparità e delle discriminazioni».

Obama, che nel discorso inaugurale del suo secondo mandato presidenziale e in altre occasioni aveva annunciato interventi anche sulla spesa sociale, aveva probabilmente messo in conto reazioni di questo tipo. Che, in qualche modo, gli servono per dimostrare che la sua proposta è davvero innovativa e non, come l'ha definita il capo dei senatori repubblicani Mitch McConnell, la stessa minestra «del bilancio dello scorso anno riscaldata nel forno a microonde». Ieri sera primo confronto alla Casa Bianca tra Obama e 12 senatori conservatori da lui invitati a cena.

 

barak obama convention BARACK OBAMA A BOCCA APERTA BARACK OBAMAObamaCONGRESSO AMERICANO Congresso americano Congresso Americano

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...