TEMPI CUPI SOTTO IL CUPOLONE - OGNI NOTTE VICINO SAN PIETRO SI RADUNANO SENZATETTO E DISPERATI CHE SPERANO NELLA CARITÀ DEL PAPA

Francesca Giuliani per "la Repubblica - Edizione Roma"

Le luci attirano tutti gli sguardi - pochi, col freddo che fa. Il cupolone, la facciata colossale, il giro delle colonne sbiancate di fresco, e lassù quelle finestre sempre accese. Ai margini di una perfezione da cartolina, a venti passi da un mondo santificato dall'armonia, i poveri si annidano al confine del buio.

Lungo via della Conciliazione, cui la piazza più famosa del mondo fa da fondale, dove si allineano con maestosità mussoliniana le case editrici dello spirito e i bar benedetti ogni giorno dal flusso dei pellegrini, quando scende la notte e calano le saracinesche su vespri e novene, ogni gradino diventa casa di uomini e donne diseredati, rifugiati, ammalati, vecchi dimenticati. Nella seconda notte di gelo nella città del Papa, nel primo inverno Oltretevere del pontefice venuto da lontano, colui che ha preso per sé il nome del "poverello di Assisi", i miserabili bussano alla porta, assediano in silenzio la casa del Padre.

«Non scende, fa troppo freddo», e ride già sbronzo, riferendosi al Pontefice dal suo letto da marciapiede: 39 anni, polacco, elettricista, due figli "al paese", vive per strada, da mesi dorme qui. Ha sistemato il cartone sotto la schiena, tre coperte sulla pancia, si allaccia stretto una giacca a vento di plastica, vociando enuncia i suoi pensieri: «Chi ti dà da lavorare vuole sempre una percentuale. Prende il lavoro, poi te lo passa, vuole soldi. Io in una giornata prendevo fino a settanta euro poi 40, alla fine niente».

Stesi accanto a lui altri randagi del suo paese, hanno passato la giornata al pronto soccorso. Uno ha gli occhi pesti, un altro un ginocchio massacrato, un terzo arrotola una sigaretta con gli scarti delle cicche presi da terra, fa due tiri poi la passa: «Sono stati i rumeni. Bevono, si ubriacano e attaccano, fregano la roba».

La roba: valige sfondate imbottite di stracci, i cartoni, gli spicci. Documenti niente, e come unica religione la fuga dal gelo. Il più giovane ha 27 anni, un cappuccio sulla testa, gli occhi bassi, s'è piazzato giusto sotto alla targa di ottone incisa a riccioli "Sala stampa vaticana": «La mattina dobbiamo alzarci presto, lasciare tutto pulito, sparire».

Poco oltre, ai margini della piazza dove stanno per essere allestiti il bel presepe che tanto
piace ai turisti e il magnifico albero di Natale, stanno in fila altri fagotti senza volto. Tirano fuori una mano per fare segno di stare alla larga, che non è aria. Sotto il porticato di fronte, il territorio in cui armeggia la ghenga dei rumeni: stanno in piedi fino a tardi, si passano di mano in mano cose misteriose, soldi, cibo, fumo, sembra stiano per intraprendere qualche spedizione notturna.

Solitario, incastrato sotto l'insegna di un altro negozio dentro un grosso sacco a pelo, la testa su uno zaino da viaggiatore del Nord Europa, uno biondo parte con un suo delirio in inglese: «Sono un attivista dei diritti umani. Il mio lavoro è questo. Io sono discriminato, sono stato messo in carcere per le mie proteste, sono scappato dall'Olanda, il mio paese. All'Italia e al Vaticano chiedo asilo politico...».

Dormire in terra, la guancia contro il marciapiede, i piedi nelle scarpe, le mani a cercare un po' di tepore sotto la gola. Roba da uomini, quando il termometro si avvicina allo zero e la notte è ancora lunga e l'unica speranza è non soccombere al gelo, svegliarsi vivi, se Dio vuole, e non finire nelle cronache come un altro barbone ammazzato dal freddo, a pochi giorni dal Natale, sotto al Cupolone.

Roba da uomini oppure buona per la resistenza di questa donna con la faccia scolpita dal tempo che ha il suo dormitorio lì accanto, affrancata dalle risse etiliche maschili. Coperte, berretto di lana, una bottiglia piena di latte, un dolore e una furia che le esplodono fuori dalla gola, grida, insulta il buio, i suoi fantasmi, chiunque passi: «Fa così, inizia e non sai più quando smette», dice a testa bassa il tassista fuori dalla macchina. Poi
gli tocca una corsa, se ne va.

La città dei diseredati sotto il Cupolone prende forma ogni notte, cambia aspetto e sentimenti, raccoglie solitudini e abbandoni, ha il volto del mondo intero e rende anche questo pezzo di Roma uguale a tante altre megalopoli del mondo. Se non fosse che qui è qui, e nell'aria c'è uno spirito diverso, il contrasto di una violenza se possibile
più forte che, meteorologia a parte, dà i brividi.

Due bengalesi mangiano penne al sugo scotte dall'alluminio, appena sdoganate dai City Angels che fanno il loro tour di volontari. Mangiano piano con le facce ottuse di stanchezza, poi si mettono in cerca di uno spicchio libero di marciapiede. Dietro l'angolo, armeggia lenta come una tartaruga una vecchina millenaria.

Porta in testa un colbacco da regina dei diseredati: sposta certe sedie sbilenche, apparecchia un letto di stracci. «Questa è casa mia e qui non ci dovete venire. Via, andate via», strilla con accenti da meridione antico, gli occhi spiritati, le gambe gonfie.

Due preti imboccano svelti l'ingresso al Vaticano su via di porta Angelica, quello che attraversano gli studiosi di tutto il mondo per raggiungere la sapienza millenaria della Biblioteca vaticana. La volante della polizia all'incrocio lascia stare. Roma ignorando tollera, le comitive in improvvida promenade notturna sfilano via intirizzite, rispondono con lo sguardo al richiamo delle luci, verso quelle stanze sempre accese, lassù.

 

poveroperiferia default Armenspeisung armutsbericht armut altersarmut v image a b d fb fd ee a a a ec d alemanno mensa

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen donald trump friedrich merz giorgia meloni emmanuel macron

DAGOREPORT - SIAMO DAVVERO SICURI CHE L’UNICA GRANDE COLPEVOLE DELLA ''DOCCIA SCOZZESE'' EUROPEA, COI DAZI TRUMPIANI AL 15%, PIÙ PESANTI IMPOSIZIONI SU GAS E ARMI, SIA LADY URSULA? - SE TRUMP NON DEVE RENDERE CONTO A NESSUNO, URSULA SI RITROVA 27 PAESI ALLE SPALLE, OGNUNO CON I SUOI INTERESSI, SPESSO CONFLIGGENTI: MENTRE MACRON AVREBBE VOLUTO USARE IL BAZOOKA CONTRO IL ''DAZISTA'', COME LA CINA, CHE HA TENUTO TESTA, DA VERA POTENZA, A WASHINGTON, MERZ E MELONI ERANO PER IL “DIALOGO”, TERRORIZZATI DALLE “VENDETTE” POLITICHE CHE TRUMP AVREBBE POTUTO METTERE IN ATTO (UCRAINA, NATO, MEDIORIENTE) - MELONI SA BENE CHE IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE: LA STANGATA SULL’ECONOMIA ITALIANA DOVUTA AI DAZI SI ANDRÀ AD ACCAVALLARE ALLA FINE DEL PNRR E AI SALARI PIÙ BASSI D’EUROPA - SE L'AUTUNNO SARA' ROVENTE, NON SOLO ECONOMICAMENTE MA ANCHE  POLITICAMENTE (CON IL TEST DELLE REGIONALI), IL 2026 SI PREANNUNCIA DA SUDORI FREDDI... 

riccardo muti concerto agrigento alessandro giuli

DAGOREPORT - “AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA 2025” DOVEVA ESSERE PER IL MINISTERO GIULI-VO UN “APPUNTAMENTO CON LA STORIA” ED È FINITO NEL SOLITO “APPUNTAMENTO CON LA CASSA” - PER “INTERPRETARE IL SENSO DI UNA MEMORIA CONTINENTALE EURO-AFRICANA CONDIVISA E FARNE IL FERMENTO DI UN RITROVATO BENESSERE INDIVIDUALE DI CRESCITA COLLETTIVA” (SEMPRE GIULI), COME È POSSIBILE CHE LA REGIONE SICULA ABBIA SBORSATO LA FOLLIA DI 650MILA EURO PER UN SINGOLO CONCERTO NELLA VALLE DEI TEMPLI DELL’ORCHESTRA GIOVANILE CHERUBINI DIRETTA DA RICCARDO MUTI? LO STESSO EVENTO, ORGANIZZATO L’ANNO SCORSO DAL COMUNE DI LAMPEDUSA, ERA COSTATO APPENA 100MILA EURO - DEL RESTO, CON BUDGET DI 150 MILIONI, I 461MILA EURO PER LA “PROMOZIONE E PUBBLICITÀ DEL PARCO ARCHEOLOGICO” CI STANNO. COME IL “MOVITI FEST”: PER 473.360 MILA EURO, UN “PROGETTO CHE MIRA A COINVOLGERE E ANIMARE I LUOGHI DEL CENTRO STORICO AD AGRIGENTO” - ALLE CRITICHE, IL SINDACO DELLA CITTÀ DELLA CUCCAGNA, FRANCESCO MICCICHÈ, SI OFFENDE: “BASTA DILEGGIO STERILE. SE VINCE AGRIGENTO, VINCE LA SICILIA”! (QUI CE NE VOGLIONO 100 DI MONTALBANO…”)

temptation island

LE ANTICIPAZIONI DI “TEMPTATION ISLAND” - APPASSIONATI DI CORNA E FALÒ, AVETE PREPARATO GELATO E POP CORN PER LE ULTIME TRE SERATE DEL PROGRAMMA? SI PARTE DOMANI SERA E DAGOSPIA È IN GRADO DI RIVELARVI COSA ACCADRÀ TRA LE COPPIE - "FORREST GUMP" ANTONIO, DOPO ESSERE IMPAZZITO CON TANTO DI CORSA DISPERATA PER UN INVITO ALLO STADIO FATTO DAL TENTATORE ALLA SUA FIDANZATA, LA VEDE AL FALÒ E LE CHIEDERÀ DI SPOSARLO - L'AQUILOTTO VALERIO SI AVVICINA SEMPRE DI PIÙ ALLA SINGLE ARY E FINISCE PER TRADIRE SARAH. I DUE CHE ABITANO A ZAGAROLO DARANNO VITA A UNA SPECIE DI "ULTIMO TANGO A ZAGAROL". SARÀ LUI CHE, DISPIACIUTO E CON IL CUORE IN MANO, CHIEDERÀ DI POTER INCONTRARE LA COMPAGNA PER RIVELARLE DI PROVARE UN INTERESSE PER LA SINGLE E… - VIDEO

giorgia meloni dario franceschini guido crosetto francesco verderami senato elly schlein

DAGOREPORT - MA DAVVERO FRANCESCHINI, INTERVENENDO AL SENATO, HA MANDATO “MESSAGGI CIFRATI” AI MAGISTRATI FACENDO INTENDERE DI FARLA FINITA DI INDAGARE ESPONENTI DEL PD (SALA E RICCI), OPPURE SI RITROVERANNO SENZA I VOTI DEI RIFORMISTI PD AL REFERENDUM CONTRO LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA BY NORDIO? –CHE SIA UNA ’’IPOTESI SURREALE”, SBOCCIATA DALLA FANTASY DI VERDERAMI SUL “CORRIERE”, LO SOSTIENE, A SORPRESA, ANCHE GUIDO CROSETTO - IL DISCORSO DI FRANCESCHINI NON MIRAVA INFATTI ALLA ‘’SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DELLE TOGHE, BENSÌ ATTACCAVA LO SDOPPIAMENTO DEL CSM, CON I COMPONENTI SCELTI COL SORTEGGIO, MANCO FOSSE “LA RUOTA DELLA FORTUNA” - FRANCESCHINI HA POI MOLLATO UNO SCHIAFFO ALLA SUA EX PROTEGÉE ELLY SCHLEIN, NEMICA GIURATA DEI VARI ‘’CACICCHI” DEL PARTITO, QUANDO HA DIFESO IL SISTEMA DELLE CORRENTI INTERNE ALLA MAGISTRATURA (CHE LA RIFORMA VORREBBE SCARDINARE) - MA LA DICHIARAZIONE PIÙ RILEVANTE DI ''SU-DARIO'' L’HA DETTATA AI CRONISTI: ‘’IL REFERENDUM CI SARÀ NEL 2026, SARÀ SENZA QUORUM E SARÀ TUTTO POLITICO CONTRO IL GOVERNO MELONI’’ - BEN DETTO! SE UNA SCONFITTA SAREBBE BRUCIANTE PER LE TOGHE, PER GIORGIA MELONI LA BOCCIATURA SAREBBE UNA CATASTROFE IRRIMEDIABILE...

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’, BALBETTANO PIÙ SPAVENTATI DI UN CONIGLIO - SE IL GIP DELLA PROCURA DECIDESSE DI ACCOGLIERE LE PROPOSTE DEI PM, A QUEL PUNTO, ESPLODEREBBE UNA SANTA BARBARA A MISURA DUOMO. E POTREBBE RIPETERSI CIÒ CHE SUCCESSO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI: A TANTI DEI 74 INDAGATI, LA PAURA DI FINIRE IN GABBIA A SAN VITTORE APRIREBBE DI COLPO LE VALVOLE DELLA MEMORIA - DA PARTE SUA, IL SINDACO BEPPE SALA, INDAGATO, INTASCATA LA SOLIDARIETÀ DA DESTRA E SINISTRA, HA RIPRESO A MACINARE ARROGANZA, E HA SPARATO TESTARDO E SPAVALDO: “LE DIMISSIONI NON AVREBBERO FATTO COMODO A NESSUNO…” – QUALCHE ANIMA PIA GLI RICORDI CHE L’USO SBARAZZINO DELL’URBANISTICA MENEGHINA È AVVENUTO SOTTO IL SUO NASONE... 

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...