berlusconi palamara cossiga

IL BANANA AVEVA RAGIONE SUI GIUDICI! - PALAMARA SPIEGA IL SUO SUCCESSO NELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI: ''DOVEVO ANDARE CONTRO BERLUSCONI, LO DOVEVO FARE IO VISTO CHE MAGISTRATURA INDIPENDENTE NON LO FACEVA'' - VIDEO: QUANDO COSSIGA DICEVA A PALAMARA: ''SEI UNA FACCIA DA TONNO, UNO CHE NON CAPISCE NIENTE DI DIRITTO E DICE UNA MONTAGNA DI CA***TE''

1. VIDEO - COSSIGA NEL 2008: ''PALAMARA LA FACCIA DA INTELLIGENTE NON CE L'HA ASSOLUTAMENTE. HA UNA FACCIA DA TONNO, O NON CAPISCE NIENTE DI DIRITTO O È MOLTO SPIRITOSO. I MIEI PARENTI MAGISTRATI SI VERGOGNEREBBERO A SENTIRE QUELLO CHE DICE QUESTO PERSONAGGIO. MI QUERELI, SAREI CONTENTO. IO CON LUI NON PARLO, CON UNO CHE DICE QUELLA SERIE DI CAZZATE NON PARLO''

 

 

 

2. PALAMARA E IL SUO SUCCESSO NELL' ANM «DOVEVO ANDARE CONTRO BERLUSCONI»

Giacomo Amadori per “la Verità

 

luca palamara francesco cossiga

Le parole del pm Luca Palamara, captate dal trojan inoculato nel suo cellulare, fissano in modo inequivocabile quello che a molti era già noto: il ruolo squisitamente politico svolto dalla magistratura in questi anni. Un potere, quello giudiziario, che anziché comportarsi da arbitro si è schierato contro questo o quel governo.

 

Come è ormai noto una Procura, quella di Perugia, con la trasmissione quasi in tempo reale al Csm di intercettazioni mal trascritte è riuscita a eliminare la corrente più influente del parlamentino dei giudici, Magistratura indipendente, non pregiudizievolmente contraria al governo gialloblù. L' ha sostituita con magistrati più intransigenti nei confronti dei nuovi governanti. Anche l' Associazione nazionale magistrati ha cambiato verso e la maggioranza Unicost-MI è stata sovvertita con l' ingresso in giunta del cartello di sinistra Area e della corrente Autonomia e indipendenza di Piercamillo Davigo.

 

silvio berlusconi

Insomma, il nuovo asse Unicost-MI, quello che aveva permesso di eleggere il vicepresidente David Ermini è durato lo spazio di qualche nomina.

Adesso si tornerà all' inciucio Unicost-Area, esemplificato dal ticket Palamara-Giuseppe Cascini (oggi esponente di punta di Area al Csm) che guidarono nelle vesti di presidente e segretario l' Anm negli anni dell' ultimo governo Berlusconi, quello degli scandali sessuali dell' ex premier. Palamara e Cascini vennero nominati nel maggio del 2008. Silvio Berlusconi aveva vinto le elezioni il mese prima. Quello che successe allora lo ha raccontato il 10 maggio scorso Palamara a un interlocutore non identificato dai finanzieri.

luca palamara 2008

 

Nell' occasione, il pm elenca alcune nomine che aveva gestito e racconta come sia cresciuto il suo carisma: «La mia spinta era nata all' epoca con Cascini mettendo da parte MI (incomprensibile) perché Berlusconi e lì era chiaro che io dovevo andare contro Berlusconi e MI invece non l' aveva fatto (incomprensibile) io però Cascini io lo calmieravo perché io sono una persona già forte (inc.) io l' ho calmierato io devo fare questo io devo fare quell' altro (inc.) io ero quello che incarnava mediaticamente e quindi lui non veniva mai contro di me». Insomma andò contro Berlusconi, ma con juicio, al contrario di quanto avrebbe voluto Area.

IL MAGISTRATO GIUSEPPE CASCINI

 

È un fatto che Berlusconi nell' aprile del 2011 accusò l' arcinemico Gianfranco Fini di aver «siglato un patto scellerato con la magistratura». Il giorno dopo la giunta dell' Anm fece visita al presidente della Camera e Palamara, al termine dell' incontro, rilasciò questa dichiarazione: «Per fare una battuta posso dire che "è stato siglato un patto scellerato", ma quanto sta accadendo non possiamo ritenere sia un problema di rapporti tra Berlusconi e i magistrati. È un problema di fibrillazione di tutto il Paese».

 

cossiga contro luca palamara nel 2008

Sempre Palamara definì il possibile accompagnamento coatto di Silvio Berlusconi davanti ai pm di Napoli una «procedura è regolare e prevista in base al principio di eguaglianza di fronte alla legge». Chissà che cosa avrebbe potuto registrare all' epoca un trojan dentro al cellulare di Palamara. Sta di fatto che il marchingegno, utilizzabile da quest' anno non solo per i reati di mafia e di terrorismo, sta gettando nel panico pure i magistrati. È stato usato per disarticolare un' intera corrente e le nomine che preparava, nella fattispecie quella di Marcello Viola a procuratore di Roma.

 

Evidentemente il nuovo Berlusconi è Matteo Salvini, difeso proprio da MI.

Nelle carte del procedimento perugino Palamara ha definito i magistrati, la sua categoria, «fratelli coltelli». E i discorsi registrati gli danno ragione. Palamara racconta che «il primo vero tradimento per Pignatone (Giuseppe, ex procuratore di Roma, ndr) è stato quello di Sabelli (Rodolfo, aggiunto della Capitale, ndr)».

SILVIO BERLUSCONI CAMERA MAGISTRATI

 

E ricorda quando loro tre erano inseparabili: «Perché io (inc.) la cosa mediatica quindi io...ero diventato il riferimento di tutti e due cioè io dominavo la scena dappertutto (inc.) all' interno dell' Anm (inc.), Napolitano [] la sera che diventa (Sabelli, ndr) presidente dell' Anm, proprio quella sera è la sera che Pignatone diventa procuratore di Romaquindi organizzo la cenali porto fuori ... mo' tempo completamente cambiato».

 

Rodollfo Sabelli

Ma se Pignatone sembra sia stato tradito da Sabelli, Palamara si sente pugnalato alle spalle da Marco, molto probabilmente Mancinetti, consigliere del Csm in quota Unicost. «Era il suo migliore amico e pupillo. Ed è il suo grande dolore. Per lui è una fissazione il tradimento di Marco. Dopo l' elezione di quest' ultimo al Csm c' è stato il distacco totale» ci confida un magistrato che conosce bene entrambi.

 

GIUSEPPE CASCINI

Palamara nelle intercettazioni ricorda con rammarico: «Lo mandai al ministero», facendo riferimento a quando Mancinetti fece il direttore generale in quota Unicost al dicastero della Giustizia. La fissazione emerge chiaramente in una conversazione tra il pm indagato e la moglie Giovanna Remigi. Un dialogo che rende ancora più chiaro che tipo di ambiente sia quello dei magistrati: «Comunque Marco si è dimostrato una persona (inc.) sconcertato mamma mia». La moglie cita le presunte parole di una magistrata di Area ora in Cassazione: «Che fosse instabile [] me lo disse in tempi non sospetti che era solo una brava persona, ma che era un grande azzardo».

 

Palamara: «Che è una brava persona ho i miei dubbi». Remigi: «Ma non ho capito, qual è il problema?». Palamara: «È un matto pericoloso». Remigi: «Lui per chi vota? Per Prestipino (Michele, procuratore facente funzione di Roma, ndr)?

 

Palamara e Pignatone

Eh lui continua per (inc.) contro di te». Palamara: «Embè già quello che sta a fare con me cioè eh è una cosa (inc.) fino a un certo punto tutti doppio giochisti». Remigi: «Ermini (David, vicepresidente del Csm, ndr) è scomparso con te?». Palamara: «Che ci devo fare con Ermini?». La conversazione cambia per un attimo argomento e poi ritorna su Mancinetti. Remigi: «Tu dal momento che hai deciso di fare la guerra a Marco di metterlo da parte lo dovevi immaginare». Palamara: «L' ho aizzato ancora di più». Remigi: «Ma era evidente che non lo sapevi che era così instabile».

 

Palamara: «E che facevo? Mi facevo distruggere da lui? Non ho capito». Remigi: «Dovevi continuare a prenderlo per il culo». Palamara: «Non c' è stato più verso mi ha negato il dialogo [] ha seminato zizzania». Il riferimento è probabilmente al momento in cui Mancinetti avrebbe riferito a Palamara dell' indagine di Perugia.

 

michele prestipino e giuseppe pignatone (1)

La moglie gli chiede se la partita sia aperta e il marito replica: «Bisogna vedere fino all' ultimo prima mi ha tirato fuori la storia di Perugia che non è stato uno scherzo da poco quello poi dopo un domani devo prendere eh cioè purtroppo non so come andrà a finire». Remigi: «Tu non avevi detto che era stato chiuso?».

Palamara: «Eh io non mi fido più di nessuno».

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ FACILMENTE DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO CHE SPINGONO IL LORO MANAGER MILLERI AD OCCUPARSI DEGLI OCCHIALI ABBANDONANDO GLI INVESTIMENTI FINANZIARI AL GUINZAGLIO DELL’82ENNE CALTARICCONE - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?