piercamillo davigo renzi

DAVIGO, LEVATEJE IL VINO! - "A 25 ANNI DI MANI PULITE, L’ITALIA E’ PIU’ CORROTTA DI PRIMA" – BENE, LA SOLUZIONE? ELIMINIAMO I REATI! - "LA DEPENALIZZAZIONE PER SFOLTIRE I PROCESSI" - “QUALCHE POLITICO E’ PERBENE, MA I MECCANISMI TALVOLTA FAVORISCONO IL MALAFFARE”

 

Giuseppe Guastella per il Corriere della Sera

 

A 25 anni da Mani pulite, in Italia è cambiato poco o nulla?

DAVIGODAVIGO

«È drammatico quanto poco sia cambiata la situazione e quanto sulla corruzione peggiori la deriva dell' Italia nel panorama internazionale».

 

Un Paese corrotto?

«A livelli diversi, finalità e modalità diverse. È un Paese che sta morendo. C' è sfiducia, la gente non va più a votare, espatria».

 

Ci vuole una rivoluzione culturale?

«Bisogna cominciare dalla scuola».

 

Migliore l' Italia degli anni di Mani pulite?

«L' effetto domino non fu innescato da un sussulto di coscienza civile, ma dal fatto che erano finiti i soldi».

 

DAVIGO DI PIETRO COLOMBODAVIGO DI PIETRO COLOMBO

Lei sostiene che per la corruzione ci vorrebbe un doppio binario, come per la mafia.

«Bisognerebbe introdurre alcune delle norme che valgono per i mafiosi».

 

Ad esempio?

«Un sistema premiale forte e serio e le operazioni sotto copertura».

 

La corruzione spesso è alimentata da fondi neri esteri, sempre più difficili da aggredire.

«È un problema internazionale. L' assistenza giudiziaria internazionale è un relitto ottocentesco che richiede tempi talmente lunghi, incompatibili con la durata di un processo».

tangenti pio ospizio trivulzio arrestato mario chiesatangenti pio ospizio trivulzio arrestato mario chiesa

 

Corruzione «Simonia secolarizzata». Cioè?

«Nella Chiesa c' è il sacerdote che vende cose sacre, nello stato c' è il funzionario pubblico che vende le cose che per lui dovrebbero essere sacre, perché ha giurato fedeltà alla Repubblica».

 

Il pool Mani pulite ha fatto errori?

«Secondo me, no. Ha fatto quello che poteva. Se non ci avessero cambiato le leggi a partita in corso, saremmo andati avanti. Molte leggi possono avere su il nome dell' imputato».

 

Forse fino a un' epoca determinata.

LARRESTO MARIO CHIESA FEBBRAIO LARRESTO MARIO CHIESA FEBBRAIO

«Sì, poi è cambiata la maggioranza e da allora le fanno più sofisticate. Ad esempio, la legge Severino non contrasta la corruzione ma è stata gabellata per una legge che la contrasta».

 

Monti, il premier di allora, non era sospettabile di essere vicino ai corrotti.

«Quella legge l' ha fatta il Parlamento. Ricordo che il ministro della Giustizia rispose alle obiezioni: "Era il massimo che si potesse fare in quel momento con quelle Camere"».

 

I vostri rappresentanti dissero che era una buona legge, come nel caso di quella sull' autoriciclaggio. C' è anche un problema vostro?

Andrea OrlandoAndrea Orlando

«Certo che c' è anche un problema della magistratura, ma cerchiamo di capirci, gioca anche molto il modo di fare leggi dovuto all' incompetenza della pubblica amministrazione che, purtroppo, non è più quella di cento fa, fatta di funzionari competenti e con il senso dello Stato. Quando ho incontrato la prima volta il ministro Orlando, gli ho fatto presente che la depenalizzazione che avevano fatto non serviva a niente perché toglieva solo le briciole ma alcuni reati depenalizzati avevano l' effetto non di ridurre il carico di lavoro, ma di aumentarlo. Mi rispose che l' Anm aveva dato parere favorevole, io gli dissi che non sarebbe accaduto più perché avevamo costituito delle commissioni interne».

 

Ha un giudizio molto negativo sui politici.

«Ce ne sono anche perbene, ma i meccanismi talvolta favoriscono il malaffare».

 

Cosa ne pensa di chi, come i 5 Stelle, ha introdotto codici interni legati alle inchieste?

TANGENTI TANGENTI

«La politica non deve agganciarsi ad atti formali nel giudizio, ma a una valutazione autonoma dei fatti. Si può cacciare uno che è innocente o tenerlo se è colpevole. Sono due valutazioni diverse, una è politica, l' altra di giustizia».

 

Non si introduce così un' inversione del principio di non colpevolezza?

«Non è così. Molte volte non c' è bisogno di aspettare la sentenza per far scattare la responsabilità politica, ma in questo Paese non avviene mai, neanche di fronte ai casi evidenti».

 

Prendiamo il caso di Roma e della sindaca Raggi, è un caso controverso.

«Premesso che non parlo dei procedimenti in corso, in qualche caso la politica può dire "aspetto di vedere come va finire" o "mi sono fatto un' idea", ma non può dire sempre "aspettiamo le sentenze". Significa caricare sulla decisione del giudice la selezione della classe politica».

 

euro sotto il materassoeuro sotto il materasso

I politici dovrebbero darsi codici di comportamento?

«Secondo me sì. Basta anche il buonsenso».

 

Non c' è il rischio di finire nel moralismo?

«Se mi mandano in udienza con un collega che si è saputo che ruba, io non vado perché chi ci vede pensa che siamo uguali. Io non rubo».

 

L' Anm accoglie pm e giudici. Non le sembra forte dire che il codice di procedura penale è fatto per farla fare franca ai farabutti?

«Il nostro giudice è vincolato da un sistema di inutilizzabilità sconfortante perché una prova acquisita, valida nei confronti di un imputato, diventa inutilizzabile per un altro se è stata acquisita a termini delle indagini preliminari scaduti. Il giudice è messo nella condizione di dover scegliere tra rispettare la legge rinunciando a fare giustizia o tentare di fare giustizia forzando la legge. È inaccettabile. E allora è normale che uno venga arrestato e poi assolto. Se non volevano questo non dovevano scrive il codice così, oppure dovevano dirci di non arrestare più».

MILANO MAZZETTEMILANO MAZZETTE

 

Riporta una frase del generale Dalla Chiesa che diceva: che c' è chi parla di manette facili e chi di ingiustizia che assolve. Ingiustizia?

«L' ingiustizia può essere nella legge oltre che negli uomini, se la legge è contraria al senso comune di giustizia, e molte delle norme che applichiamo lo sono. Ora la minaccia del carcere non è credibile perché il codice penale è uno spaventapasseri, da lontano fa paura, quando ci si avvicina appare innocuo. In galera ci va chi è così sciocco da farsi arrestare in flagranza e gli appartenenti alla criminalità organizzata. Gli altri in media ci vanno di meno».

 

Lei è un giudice, un suo imputato potrebbe avere difficoltà leggendo: «Ne prendiamo pochi e quando li prendiamo vengono condannati a pene esigue che non vengono fatte scontare».

RAGGIRAGGI

«Nel nostro sistema il rispetto delle regole formali, che il più delle volte non hanno nessuna utilità, vanifica la ricostruzione storica dei fatti. A un certo punto ho lasciato la Procura per fare il giudice in appello, volevo capire come mai le sentenze venissero quasi sempre riformate. Ho visto che era vero quello che mi aveva insegnato un anziano magistrato che diceva che i giudici del tribunale sono come i padri, severi quando è necessario, quelli della Corte d' appello come i nonni, di regola rovinano i nipoti. Dato che su cento ricorsi in appello, 98 sono degli imputati condannati, si cominciano a vedere i problemi solo con una certa ottica e spesso è impossibile resistere alla tentazione di ridurre le pene. Bisognerebbe cambiare anche l' appello».

 

Solo carcere? E l' esecuzione esterna?

carlo alberto dalla chiesacarlo alberto dalla chiesa

«Dipende dai reati e dal tipo degli imputati».

 

E stato mai tentato di forzare le regole?

«No. Le ho sempre rispettate, e anche quando ero convinto che l' imputato fosse colpevole l' ho assolto se la prova era inutilizzabile, pensando che era un mascalzone che l' aveva fatta franca».

 

Un sistema che protegge l' impunità?

«In un sistema ben ordinato, un innocente non deve essere assolto, non deve neppure andare a giudizio perché per lui il processo è una tragedia. I filtri dovrebbero essere all' inizio».

 

Qual è la priorità?

«La depenalizzazione. Il problema della giustizia è il numero dei processi. O abbiamo il coraggio di dire che va drasticamente ridotto o non se ne uscirà mai. Nel penale basta intervenire con una massiccia depenalizzazione e introdurre meccanismi di deterrenza delle impugnazioni, quelli che ci sono, sono risibili».

di pietro colombo davigodi pietro colombo davigo

 

La politica invece va su una strada diversa e introduce nuovi reati come l' omicidio stradale .

«Cose prive di senso. Per l' omicidio stradale la pena è talmente alta che tra un po' a qualcuno converrà dire che voleva ammazzare per rispondere di omicidio volontario».

 

Che ne dice dei suoi colleghi dell' Anm dell' Emilia Romagna dopo il comunicato sulla decisione del Tribunale del riesame?

«Non lo conosco, non posso sapere tutto».

 

È stata trovata la decisione di un collegio prima dell' udienza. L' Anm locale ha detto che poi altri giudici hanno confermato la decisione dei primi che si erano astenuti...

cern02 piercamillo davigo antonio di pietro gherardo colombo lapcern02 piercamillo davigo antonio di pietro gherardo colombo lap

«Bisogna distinguere l' ipocrisia dal malcostume. Un giudice diligente non potendo ricordare a memoria decine di processi al giorno, si appunta lo studio che fa. L' ho sempre fatto, ma non firmo gli appunti e non li metto nel fascicolo».

 

E allora, a cosa serve la discussione?

«Si può cambiare la decisione».

 

Lei lo fa?

«Quando un avvocato dice cose che non avevo notato, raro, o che mi convincono, cambio opinione perché solo gli imbecilli non lo fanno».

 

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...