NAZARENO PER SEMPRE – NELLE ULTIME DUE SETTIMANE, PUNTANDO TUTTO SU RENZIE, BERLUSCONI HA VINTO IN BORSA 500 MILIONI – È IL SUCCESSO DELLA LINEA DI MARINA, CHE VUOLE L’ACCORDO TOTALE

Giorgio Meletti per “il Fatto Quotidiano”

 

   Quando c’è B. in circolazione bisogna essere pronti a metter la mano alla calcolatrice. Le sue ambizioni da padre della Patria, raccontate da esegeti commossi e dipendenti impauriti, si misurano in euro. La riconquista di un ruolo centrale nel quadro politico gli avrà dato tanta soddisfazione, ma soprattutto lo ha arricchito di 500 milioni in pochi giorni.

Matteo Renzi e berlusconi Matteo Renzi e berlusconi

 

Mentre Matteo Renzi fa finta di essere quello che ha capito tutto e gli presenta le sue idee meravigliose, B. fa di sì, guarda paziente Denis Verdini che ammicca come a dire “guarda che cosino t’ho trovato a Firenze”, e poi chiama la figlia Marina e le dice di segnare i guadagni della giornata.

 

renzi berlusconi in ginocchio da terenzi berlusconi in ginocchio da te

La Borsa, che ha più intelligenza politica di tutto il Parlamento, assiste alla scena e piazza i suoi colpi. Martedì l'incontro tra Renzi e B. per definire gli accordi su legge elettorale ed elezione del presidente della Repubblica è stato salutato in Borsa da una consistente crescita di Mediaset e Mediolanum.

 

Mercoledì, dopo una mattinata in discesa, probabilmente attribuibile alle cosiddette prese di beneficio sui guadagni del giorno prima, ma anche alla turbolenza del Senato sulla riforma elettorale, alle 15:20, di colpo, Mediaset e Mediolanum, all'unisono, sono tornate a volare. È il momento in cui arriva sui mercati la notizia più attesa, l'approvazione dell'emendamento-canguro del senatore renziano Stefano Esposito con i voti decisivi di Forza Italia.

renzi berlusconi by vincinorenzi berlusconi by vincino

 

È il momento in cui gli operatori di Borsa capiscono che B. è stato rimesso saldamente in sella dal giovane fiorentino. Da quando è iniziata la sceneggiata quirinalizia, la saldezza del patto del Nazareno è stata misurata dai mercati finanziari, che hanno scommesso sull'intesa profonda e duratura tra Renzi e Berlusconi comprando i titoli del Cavaliere. Mediaset, di cui la Fininvest controlla il 40 per cento, e Mediolanum, che è di B. al 30 per cento, dai primi di gennaio a ieri pomeriggio sono cresciute in Borsa rispettivamente del 20 e del 14 per cento, pari a un miliardo e 300 milioni in tutto. Il guadagno di B. e dei suoi figli, considerata la consistenza dei suoi pacchetti azionari, non è inferiore a 500 milioni, ed è stato realizzato in un paio di settimane.

 

renzi con la bandana in testa come berlusconirenzi con la bandana in testa come berlusconi

A questo ritmo, B. avrebbe ogni convenienza a rendere perenne il potere di Renzi anche standosene all'opposizione, se in cambio ottiene guadagni per 2-300 milioni alla settimana.

 

Dalle parti di Arcore e di palazzo Grazioli amici e parenti di B. gongolano. Dicono che finalmente è passata ed è stata premiata la linea della saggia Marina, figlia primogenita e presidente di Fininvest e Mondadori. Basta con i falchi, basta con l'opposizione fuoco e fiamme dei Brunetta e delle Santanchè, gente convinta che Forza Italia sia ancora un partito politico di centrodestra e non una protesi lobbistica a protezione del malloppo del capo. Con Renzi si dialoga, si fa l'opposizione per finta, ci si mette d'accordo.

   

berlusconi renzi grazie amoreberlusconi renzi grazie amore

Ma adesso si arriva al sodo. Prima partita: Mediolanum. Il colosso per la raccolta e gestione del risparmio fondato dall'amico Ennio Doris è rimasta la principale fabbrica di soldi del gruppo, visto che Mediaset annaspa nella crisi epocale della tv. Ma la Banca d'Italia ha già intimato a B. di scendere sotto il 10 per cento del capitale perché quella è la soglia imposta a chi è privo di onorabilità, che B. ha perso in seguito alla condanna per frode fiscale.

 

Il decreto salva-Silvio non è dunque utile solo al recupero della sua agibilità politica, oggetto indefinito e abbastanza inutile visto che il nostro riesce anche senza a determinare le sorti del Paese e a scegliere il presidente della Repubblica; ma anche e forse soprattutto a disobbedire alla Banca d'Italia e a tenersi le azioni Mediolanum.

 

PIERSILVIO BERLUSCONI COME RENZIPIERSILVIO BERLUSCONI COME RENZI

Seconda partita: Mediaset Premium. La pay-tv del Biscione se la passa male e ha disperatamente bisogno di denaro, anche perché incombe la scadenza dei 700 milioni da pagare per i diritti tv della Champions League, e intanto Sky sta sbarcando in forze sul digitale terrestre.

   

Pier Silvio Berlusconi sta cercando di vendere un pacchetto di azioni a carissimo prezzo a Telecom Italia, che recalcitra ma è impegnata in una partita decisiva sul futuro suo e della sua rete: molto dipende dai soldi pubblici che Renzi vorrà metterci e dalle regole che vorrà dare per la nuova rete a larghissima banda.

RENZI NELLIMITAZIONE DI BERLUSCONI NELLA RECITA PARROCCHIALE DEL RENZI NELLIMITAZIONE DI BERLUSCONI NELLA RECITA PARROCCHIALE DEL

 

Sedendosi al tavolo dove si danno le carte per il Quirinale e non solo, Berlusconi può dunque contare su un ascolto quantomeno attento delle ragioni di Pier Silvio da parte del numero uno di Telecom Italia Marco Patuano.

   

E così gli interessi di B., misurati in euro, entrano nel grande dibattito sulla legge elettorale e sulla corsa al Quirinale. Tra i pochissimi a sollevare la questione, il senatore Pd Massimo Mucchetti, che al Senato ha denunciato come i conflitti d'interessi di B. siano tornati al centro della vicenda politica: “Come ha detto giustamente il senatore Tremonti per primo ieri e come tanti hanno ribadito poi, c'è una nuova maggioranza e questa nuova maggioranza è oggi emersa plasticamente”. Ma guarda che peccato. Proprio adesso che con Renzi il Pd ha finalmente battuto B. grazie all'idea geniale di non farsene ossessionare.

SILVIO SALVA RENZI SILVIO SALVA RENZI

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?