MAI DIRE PD! ALTRO CHE TESSERE, IL VERO SCAZZO È SUI SOLDI: BERSANI E I SUOI HANNO LASCIATO UN BUCO DA 17 MILIONI DI EURO! TRA STIPENDI E APPARTAMENTI A ROMA, SOLO LA SEGRETERIA DI CULATELLO COSTAVA UN MILIONE ALL’ANNO

pierluigi bersani silvia velo roberto speranzapierluigi bersani silvia velo roberto speranza

Wanda Marra per “Il Fatto Quotidiano”

 

Ci siamo trovati un po ’ di problemini nel bilancio del partito. Ma siccome siamo gente seria i panni sporchi si lavano in casa”. Dal palco del festival di Internazionale a Ferrara, Matteo Renzi non perde l’occasione di tirare la vera stilettata alla minoranza Dem. Per tutta la giornata impazza la polemica sul calo dei tesseramenti nel Pd, con lui segretario, scatenata da un articolo di Repubblica.

 

Ma è proprio Renzi a spostare l’attenzione sui soldi, sui buchi lasciati dalla precedente gestione della ditta. “C’è un gruppo di persone che dice: ‘ Mamma mia da quando c’è segretario Renzi, il Pd perde iscritti’”. A questi “vorrei semplicemente far notare che il Pd ha preso il 40,8 per cento, 16 punti in più delle ultimi elezioni”. E dunque, “a qualcuno piace il Pd che ha 400 mila iscritti e però perde le elezioni e prende il 25 per cento, a me quello che vince e che riconquista le Regioni”.

Stefano Fassina Stefano Fassina

 

Renzi puntualizza. Ad ora, le tessere sarebbero meno di 100 mila. Un dato allarmante, che ha scatenato la reazione dei vecchi “proprietari” della ditta. Con Bersani che si è messo l’elmetto (“Senza iscritti, addio al Pd”) e Stefano Fassina in prima linea (“Non siamo un partito, siamo un comitato elettorale. Ma Renzi fa la Leopolda per i fedelissimi.”).

 

Per i renziani è toccato al vicesegretario, Lorenzo Guerini confutare questa lettura: “Sono dati imprecisi. Il nostro obiettivo è superare i 300 mila”. L’affondo: “Stiamo controllando anche le tessere dell’anno scorso”. Per dirla ancora con Renzi, “L’anno scorso c’era il congresso. A me piace l’idea che la tessera sia un valore, ma non quando c’è da votare per un segretario, ma perché c’è un’idea”. Il sottotitolo è chiaro: lui ha i voti, del partito tradizionale gliene importa ben poco.

 

La polemica sul Pd che non è più il Pd, sul leader senza base, sul premier che non fa il segretario va avanti ormai da mesi, con i “grandi vecchi” del partito all’attacco. Ma a questo punto sembra aver imboccato una strada di non ritorno. Niente tessere vuol dire anche meno soldi. Ed è proprio sui soldi che si consuma il secondo round. “Il Pd di Renzi non ha un euro in cassa. E loro, che fanno? Organizzano cene”.

 

lorenzo guerinilorenzo guerini

È un bersaniano di ferro che parla. Il problema è incontestabile: il bilancio del 2013 è stato chiuso con 10 milioni e 800 mila euro di rosso. E nel 2013 il finanziamento pubblico era di 24 milioni di euro. Saranno 13 per il 2014: 11 in meno. Altro che rosso, allora.

 

Dai vertici del Nazareno è arrivato l’invito a tutti i parlamentari a partecipare a delle cene (2 o 3, sicuramente al nord, ma forse anche al centro e al sud), che si faranno a novembre. Ciascuno è tenuto a portare 5 imprenditori, che dovranno versare 1000 euro ciascuno.

 

Se anche l’operazione dovesse andare liscia come l’olio, con 400 parlamentari all’opera nelle casse del Nazareno arriverebbero 2 milioni di euro. Poca cosa. “Ma con che coraggio parlano? Sono loro che hanno creato questa situazione”, si sfogano i renziani, ricordando che tra il 2012 e il 2013 il rosso creato dalla gestione Bersani si assomma a 17 milioni. Il tesoriere Bonifazi ha annunciato per il 2014 il pareggio, lo stesso Renzi ha sottolineato che nessuno è stato licenziato.

 

sposettisposetti

Operazione difficile. “Noi stiamo cercando di riparare ai loro danni”, spiegano. E allora, ecco che sfoggiano una gestione più oculata del partito: tagli alle consulenze e alle collaborazioni, fine dei contratti di affitto di locali diversi da Sant’Andrea delle Fratte, ridimensionamento di Youdem, spostamento di alcuni dipendenti dal partito ai gruppi di Camera e Senato.

 

Basterà? Sperano in un trattamento migliore dalle banche. Poi, c’è tutto il capitolo sprechi. Alcuni membri della segreteria Bersani avevano uno stipendio (ora non è così), il partito pagava loro appartamenti a Roma, auto, rimborsi vari. E non solo. “La segretaria di Bersani costava un milione di euro l’anno”, denunciano i renziani. Lo stesso ex segretario in direzione ha parlato di “metodo Boffo” usato nei suoi confronti.

Chiara Geloni Chiara Geloni

 

E la fedelissima Chiara Geloni spiegava: “Non fanno altro che dire che lui sprecava i soldi del Pd”. I dossier più circostanziati i dirigenti dem dell’epoca Renzi ce li hanno nel cassetto. Non a caso, ogni tanto lanciano lì qualche cifra e qualche indizio. Una pistola carica, ma che per ora non viene scaricata: i voti delle minoranze con l’arrivo in Senato della riforma del lavoro servono. Meglio dire e non dire. E intorno a tutto questo ruotare di pallottole, aleggia il fantasma scissione.

GELONI-BERSANI GELONI-BERSANI

 

Ieri Matteo Orfini ha chiesto a Ugo Sposetti, storico tesoriere dei Ds, di passare al Pd il patrimonio rimasto alla Quercia. Ma lui non ci pensa proprio: “Quegli immobili, che abbiamo noi, come li ha la Margherita, sono il frutto del nostro lavoro. Mica è un matrimonio, che dobbiamo portarli in dote”. C’è chi dice che quei soldi potrebbero servire a fare un altro partito, magari con D’Alema a capo. Anche su questo Sposetti è categorico: “Non esiste”. Ma comunque, “chiedete a D’Alema”.

Ultimi Dagoreport

trump zelensky meloni putin

DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

salvini rixi meloni bignami gavio

I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….