baroni universitari

TRA MOGLIE E MARITO NON METTERE IL CONCORSO - PER LA CORTE COSTITUZIONALE, MARITO E MOGLIE NON SONO PARENTI, SE UNA PARTECIPA A UN CONCORSO UNIVERSITARIO DA PROFESSORE DI PRIMA FASCIA INDETTO DA UN DIPARTIMENTO NEL QUALE L'ALTRO È UN PEZZO DA NOVANTA - IL CASO DEL DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA ELETTRICA DELL'UNIVERSITÀ DI CATANIA

 

Sergio Rizzo per “la Repubblica

 

Al più lacerante interrogativo familiare che tormenta senza sosta la giurisprudenza abbiamo finalmente una risposta chiara: moglie e marito non sono parenti. Soprattutto, non lo sono se l' una partecipa a un concorso universitario da professore di prima fascia indetto da un dipartimento nel quale l' altro è un pezzo da Novanta.

 

daniela giordano

Così ha deciso la Corte costituzionale con un pronunciamento depositato martedì 9 aprile su una questione di legittimità sollevata dal consiglio di giustizia amministrativa della Regione siciliana, organo che esercita nell' isola le funzioni del Consiglio di Stato. Il caso è la nomina di Daniela Giordano a professore di prima fascia nel dipartimento di Ingegneria elettrica dell' Università di Catania di cui è stato fondatore ed è esponente di spicco suo marito Alberto Faro.

 

Lei aveva vinto il concorso, ma in seguito a un ricorso il Tar di Catania aveva annullato la nomina sulla base di una legge voluta nel 2010 dalla ministra dell' Istruzione Mariastella Gelmini per porre un freno alla piaga del nepotismo da anni dilagante negli atenei italiani. Quel provvedimento vieta la partecipazione ai concorsi a « coloro che abbiano un grado di parentela o affinità fino al quarto grado compreso con un professore appartenente al dipartimento o alla struttura che effettua la chiamata ovvero con il rettore, il direttore generale o un componente del consiglio di amministrazione ».

 

alberto faro universita di catania

E come sarebbe stato possibile darle torto? Parentele e affinità ( per la Treccani sono " affini" i rapporti fra i coniugi e i rispettivi parenti) hanno regolato il ritmo vitale di intere generazioni accademiche, con le cattedre che passavano da mariti a mogli a figli a nipoti e pronipoti. Senza alcun rispetto per la decenza, né per la rispettabilità della disciplina insegnata.

 

Accadeva pressoché ovunque, ma soprattutto, e purtroppo, accadeva al Sud. Le cronache pullulavano di casi scandalosi, come quello che denunciò l' autorità anticorruzione nel breve periodo in cui era guidata dal prefetto Achille Serra, quando si scoprì che alla Scuola d' alta formazione europea di Caserta, testuale, «frequenti rapporti di parentela, affinità o coniugio legano nel 50% dei casi il corpo docente con personalità del mondo politico, forense o accademico ».

 

Ma torniamo a Catania. Dopo la sentenza del Tar la vicenda si sposta al Consiglio di giustizia amministrativa che rimanda la palla alla Corte costituzionale, dove viene affidata a Giuliano Amato, in veste di relatore.

 

giuliano amato

La questione si presenta subito spinosa. L' Università di Catania attacca sottolineando che nella legge Gelmini il " coniugio" non è di proposito esplicitato, anche perché « sarebbe discriminatorio e irragionevole un divieto che costringesse uno dei due coniugi a scegliere tra il rapporto coniugale, l' unità familiare e le legittime aspettative professionali». Al contrario chi aveva presentato il ricorso al Tar di Catania sostiene che l' incompatibilità prevista per gli affini riguarda proprio marito e moglie sulla base di interpretazioni consolidate della stessa magistratura amministrativa.

 

La Consulta conclude invece che per quanto la legge Gelmini abbia voluto «meglio tutelare l' imparzialità della selezione » dei professori universitari, « che essa non includa il coniugio come motivo di incandidabilità degli aspiranti alla chiamata non può ritenersi irragionevole ». Perché «il coniugio richiede un diverso bilanciamento. Esso pone a fronte dell' imparzialità non soltanto il diritto a partecipare ai concorsi ma anche le molteplici ragioni dell' unità familiare, esse stesse costituzionalmente tutelate » .

corte costituzionale

 

Aggiunge, la Consulta, come sia «significativo che in altri sistemi giuridici vicini al nostro vengono promossi percorsi accademici che favoriscono l' unità familiare e l' esigenza di preservare l' accesso alla carriera accademica da condizionamenti è soddisfatta da meccanismi diversi dalla drastica previsione dell' incandidabilità » .

daniela giordano

 

Dunque la legge Gelmini, non prevedendo esplicitamente l' incompatibilità fra moglie e marito, è pienamente costituzionale. E ora un coniuge può fare un concorso e diventare professore nel dipartimento dove c' è già l' altro coniuge. Ma la famiglia, si sa, viene prima di tutto.

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