
E MENO MALE CHE TRUMP DOVEVA CHIUDERE LA GUERRA IN UCRAINA IN 24 ORE - I DIPLOMATICI DI MOSCA E KIEV STANNO PREPARANDO UN ENNESIMO ROUND NEGOZIALE PER ARRIVARE A UN CESSATE IL FUOCO (CHE SEMBRA MOLTO LONTANO). SAREBBE IL QUARTO TENTATIVO DALL'INIZIO DEL CONFLITTO - IN ATTESA DELL'8 AGOSTO, DATA IN CUI TRUMP DOVREBBE IMPORRE NUOVE SANZIONI ALLA RUSSIA, CONTINUANO I BOMBARDAMENTI: I DRONI DI KIEV COLPISCONO UN DEPOSITO DI PETROLIO A SOCHI E L'ARMATA DI MOSCA AVANZA NEL DONETSK...
1 - NUOVI RAID INCROCIATI UCRAINA-RUSSIA ZELENSKY: LAVORIAMO AD ALTRI NEGOZIATI
Estratto dell'articolo di M. Ser. per il “Corriere della Sera”
Scambi di colpi. Ma anche, forse, nuovi scambi diplomatici. È il presidente ucraino ad annunciare i preparativi di un nuovo round negoziale a Istanbul tra Mosca e Kiev. «Abbiamo discusso con il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale dell’Ucraina Rustem Umerov e il capo dell’Ufficio Andriy Yermak sul percorso dei negoziati, ovvero l’attuazione degli accordi raggiunti durante gli incontri con la parte russa a Istanbul e la preparazione di un nuovo incontro», ha commentato Zelensky. Sul tavolo, sempre il dossier prigionieri — è in preparazione un nuovo scambio di 1.200 soldati per parte — e il ritorno dei bambini deportati dai territori occupati.
Se confermata, questa sarebbe la quarta tornata di negoziati tra Mosca e Kiev anche se, per il momento, nessuno spiraglio sembra lasciar presagire un cessate il fuoco. Le posizioni restano distanti, mentre si avvicina la scadenza dell’8 agosto data dalla Casa Bianca al Cremlino per trovare un accordo, pena l’imposizione di nuove sanzioni. Il tutto dopo che è salita la tensione tra Mosca e Washington e dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di dispiegare due sottomarini nucleari «sempre più vicini alla Russia».
LA TELEFONATA TRUMP-PUTIN VISTA DA GIANNELLI
Sul campo continuano i raid da entrambe le parti. I russi, oltre alla capitale, hanno colpito la città meridionale di Mykolaiv, causando sette feriti. E se al fronte l’Armata continua ad avanzare nel Donetsk, prendendo di mira quattro insediamenti, per completare la conquista della regione, gli ucraini hanno risposto in più direzioni. A Melitopol, città occupata nella regione di Zaporizhzhia, l’intelligence e i partigiani locali hanno fatto saltare in aria un bus che trasportava soldati ceceni che combattevano per i russi.
E, soprattutto, i droni di Kiev si sono spinti ancora in territorio russo, per indebolire le reti di approvvigionamento energetico del nemico. Nella notte è scoppiato un incendio in un deposito di petrolio a Sochi, località a 400 chilometri dal confine. Il cosiddetto gioiello del Mar Nero, meta di turisti particolarmente cara a Putin, che nella sua villa era solito festeggiare i compleanni, salvo poi decidere di demolirla l’anno scorso, proprio per il timore di attentati, è stata colpita dal raid ucraino all’indomani di analoghi attacchi contro due raffinerie e due impianti industriali che producono apparecchiature per le forze armate a Rostov, Penza e Samara.
DONALD TRUMP FANTOCCIO DI PUTIN - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
A Kiev, intanto, resta alta l’attenzione anche sul tema della corruzione dopo che l’Ufficio nazionale anticorruzione (Nabu) e la Procura speciale anticorruzione (Sapo) hanno svelato un sistema di tangenti che utilizzava fondi statali per acquistare droni e altre attrezzature militari a prezzi gonfiati. [...]
2 - COSÌ KIEV HA RIPRESO GLI ATTACCHI CONTRO GLI IMPIANTI DEL PETROLIO (CHE FINANZIA LA GUERRA DI PUTIN)
Estratto dell'articolo di Marta Serafini per il “Corriere della Sera”
Nelle prime ore dell’alba di ieri un attacco con un drone ha causato un grave incendio in un deposito di petrolio di Sochi, sul Mar Nero. Un serbatoio di carburante da 2.000 metri cubi ha preso fuoco mentre l’agenzia russa per l’aviazione civile, Rosaviatsia, dichiarava che i voli da e per l’aeroporto della località turistica che fu sede delle Olimpiadi nel lontano 2014 erano stati sospesi «per garantire la sicurezza aerea».
VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN
Kiev non ha rivendicato l’attacco ma quello di Sochi non è un atto isolato. Nei giorni scorsi anche nelle regioni di Samara e Ryazan sono state bombardate raffinerie. E ai primi di luglio è stato colpito un impianto a Ilsky nella regione russa di Krasnodar, raid confermato dall’intelligence militare ucraina, il Gur. Era da febbraio — da più di quattro mesi — che Kiev non prendeva di mira infrastrutture considerate essenziali per l’economia e la capacità bellica del nemico.
La portata e la precisione di questi attacchi, condotti per lo più con droni, suggeriscono un cambiamento nella strategia ucraina. Dopo l’insediamento di Donald Trump e l’avvio di comunicazioni dirette tra la Casa Bianca e il Cremlino questo tipo di operazioni erano state sospese soprattutto durante i periodi di maggior impegno diplomatico. [...]
Tuttavia, dal momento che i colloqui tra Trump e Putin non sembrano aver prodotto alcun risultato, come lo stesso presidente statunitense ha ammesso, la ripresa e l’intensificazione delle operazioni ucraine con droni a lungo raggio indica che la posizione di Washington potrebbe essere cambiata. [...]
D’altro canto, la Russia continua a condurre raid su target civili e su infrastrutture energetiche di valore militare limitato. Secondo gli ucraini, questo schema fa parte di una più ampia strategia volta a indebolire il morale della popolazione, costringere i civili a sfollare e ottenere quella che gli strateghi russi potrebbero considerare una vittoria demografica o psicologica. E non solo. [...]
guerra in ucraina - la situazione al fronte - corriere della sera
Per rispondere gli ucraini hanno adottato una strategia di «resistenza contenuta» per scoraggiare e indebolire il nemico supportata dall’innovazione tecnologica e dalla profondità strategica. Colpendo all’interno della Russia, Kiev non solo impone costi materiali diretti ma cerca anche di riconfigurare il campo di battaglia, sfidando la convinzione di Mosca che il suo territorio sia immune dalle conseguenze della guerra. Gli attacchi sulle infrastrutture petrolifere hanno un duplice scopo: indebolire lo sforzo bellico immediato della Russia e contribuire a un modello di deterrenza a lungo termine rivolto alle potenze autoritarie che potrebbero valutare azioni simili, come è il caso di Pechino. [...]
Ma soprattutto, secondo le stime di Reuters , i raid sulle infrastrutture petrolifere, solo all’inizio del 2025, sono costati alla Russia circa il 10% della sua capacità di raffinazione. Questo dopo che lo scorso anno hanno fatto crollare i volumi di raffinazione del petrolio russo al minimo degli ultimi 12 anni, pari a 267 milioni di tonnellate, mentre le esportazioni di petrolio sono diminuite del 9%, attestandosi a 113,7 milioni di tonnellate. [...]
carri armati russi vicino a olenivka, regione del donetsk
soldato ucraino ferito a pokrovsk, regione del donetsk