POTERE NON OLET - PER SCALARE IL PARTITO RENZI IMBARCA VECCHI ARNESI COMUNISTI E GLI AMICI DI CUFFARO

Paolo Bracalini e Giuseppe Alberto Falci per "il Giornale"

«Ho contro di me il 95% dei dirigenti del Pd» calcolava Matteo Renzi tempo fa. In pochi mesi, però, col naufragio della segreteria Bersani e l'alleanza dui governo col Giaguaro, tutto è cambiato e la sfera d'influenza del sindaco dentro il Pd si è molto estesa.
In molti casi, si assiste ad un vero esodo di dirigenti verso l'area Renzi, considerata vincente.

Da Nord a Sud, roccaforti ex diessine e antirenziane incluse. A partire dall'Emilia-Romagna (ombelico del Pd coi due ex segretari, il ferrarese Franceschini e il piacentino Bersani), dove c'è quasi un quarto delle tessere Pd e dove i vertici Pd sono diventati pro Renzi: dal segretario regionale Bonaccini al sindaco di Bologna Merola, dal coordinatore bolognese Donini, la lista di convertiti è lunghissima, e tocca anche un potere storico del Pd di governo locale, la Legacoop, da poco guidata dall'imolese Poletti che ha subito elogiato Renzi («protagonista del futuro di questo Paese»).

Pezzi da novanta una volta ostili. A Milano l'«arancione» di Pisapia si tinge di renzismo, mentre in Piemonte, dove l'asse parte con Chiamparino, presidente della Fondazione San Paolo (Intesa San Paolo), e arriva fino a Fassino («Matteo è segno di rinnovamento»). In Liguria il governatore (ex Ds) Burlando è passato con Renzi, si dice anche grazie al tramite di Oscar Farinetti, patron di Eataly, sbarcato a Genova con uno store nel 2011. Due assessori regionali, lo spezzino Guccinelli e il genovese Montaldo, hanno ufficializzato il passaggio alla corrente Renzi. Stesso discorso vale per il capogruppo regionale del Pd, Nino Miceli, già franceschiniano poi convertito al bersanismo, e oggi super tifoso del sindaco.

E nella «rossa» Toscana? Il nuovo segretario regionale del Pd, Ivan Ferrucci, ha affidato al renziano Antonio Mazzeo, consigliere comunale di Pisa, il ruolo di responsabile dell'organizzazione del Pd Toscana. È la prima volta nella storia del partito in Toscana che la macchina organizzativa non é gestita da «un ex comunista». E nelle prossime ore, riferisce al Giornale un parlamentare toscano, due assessori comunali della giunta pisana di Marco Filippeschi dovrebbero passare fra le fila dell'ex rottamatore.

Ma è nel profondo sud del Belpaese che il «giovanotto di Firenze» - lo chiamano così alcuni dalemiani - starebbe raccogliendo consensi su consensi (il sindaco di Bari, Emiliano, è già passato con lui). In Sicilia ogni giorno nasce un comitato Big Bang pro Renzi. Ma c'è una caratteristica che contraddistingue la campagna acquisti sicula. Il comandamento dei renziani è semplice: «Bisogna sfondare a destra, anche pescando fra ex cuffariani, ex lombardiani. Non importa».

Così il coordinatore provinciale dei comitati Big Bang in provincia di Catania si chiama Alessandro Lo Presti. Ai più questo nome non dirà nulla, ma Lo Presti è stato il segretario «particolare» per diversi anni di Raffaele Lombardo. E in occasione delle recenti amministrative dello scorso giugno proprio Renzi ha «comiziato» in un paesino vicino Catania, Aci Sant'Antonio insieme all'ex capogruppo all'Assemblea regionale siciliana dell'Mpa Nicola D'Agostino, ex braccio destro di «Arraffaele», e al coordinatore Lo Presti.

Ad Agrigento si è arruolato fra le truppe renziana Marco Zambuto, attuale sindaco, eletto per la prima volta fra le file dell'Udc di Totò Cuffaro: «Con Matteo ci siamo visti nelle scorse settimane, mi ha dato ulteriore conferma di grinta ed entusiasmo. L'Italia ha bisogno di una scossa che l'aiuti a far ripartire». Ma non è finita. A Palermo il democrat Fabrizio Ferrandelli, candidato sindaco di Palermo sponsorizzato da Beppe Lumia, ormai fa asse con l'uomo di Renzi nel capoluogo, Davide Faraone.

L'invenzione di padre Gianni Notari, secondo rumors siciliani, potrebbe essere il candidato alla segretaria regionale di Matteo Renzi. Per completare il puzzle l'ex consigliere comunale di Palermo Stefania Munafò, già berlusconiana e lombardiana, ha ufficializzato lo strappo: si è convertita anche lei al «renzismo». Dal «95% del Pd contro di me», ora a quanto stiamo?

 

 

matteo renzi in barca su diva e donna MATTEO RENZI MATTEO RENZI FIRMA AUTOGRAFI FASSINO chiamparino RAFFAELE LOMBARDO cuffaro

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)