
UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PUÒ “NON CONDIVIDERE” UNA DECISIONE ASSUNTA DAI SUOI MINISTRI? È LA TESI DEL TRIBUNALE DEI MINISTRI, CHE HA ARCHIVIATO GIORGIA MELONI SUL CASO ALMASRI: LA PREMIER ERA STATA “INFORMATA” DAL CAPO DELL’AISE, GIOVANNI CARAVELLI, MA NON AVEVA “DETTAGLI O ELEMENTI VALUTABILI SULLA PORTATA DELL’INFORMAZIONE” – LA DUCETTA INVECE RIVENDICA IL SUO COINVOLGIMENTO, CHE SECONDO I GIUDICI NON SAREBBE PROVATO NEMMENO DALLA NOTA DI RINGRAZIAMENTO INVIATA DALLE AUTORITÀ LIBICHE DOPO IL RIMPATRIO DEL TORTURATORE…
GIORGIA MELONI E IL CASO ALMASRI - MEME BY FAWOLLO
Estratto dell’articolo di Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”
Giorgia Meloni era «informata» ma non è possibile stabilire con certezza un suo ruolo attivo nella decisione del rimpatrio, anche quando condivise il merito delle riunioni sul caso.
In poco più di una pagina è racchiusa la prima e finora unica ricostruzione delle indagini sulle scelte politiche che hanno portato al rimpatrio del torturatore libico Osama Almasri.
È il dispositivo con cui il collegio per i reati ministeriali del tribunale di Roma dispone l’archiviazione per la presidente del Consiglio: poche righe dalle quali però è possibile ricavare alcuni dati inediti.
il servizio del tg1 sui voli di stato di francesco lo voi
Tra tutti, la nota ufficiale di ringraziamento inviata dalle autorità libiche al governo italiano per l’avvenuto rimpatrio del generale.
[…] Per Meloni l’accusa in concorso con il ministro degli Interno, Matteo Piantedosi, con quello della Giustizia, Carlo Nordio, e con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti, Alfredo Mantovano, era di favoreggiamento personale per non aver arrestato il torturatore inseguito da un mandato di cattura della Corte penale internazionale e di peculato per aver messo un aereo di Stato a disposizione del suo rientro in Libia.
Valutata come «non infondata» la denuncia dell’avvocato Li Gotti, il procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, aveva inviato come da procedura gli atti al collegio dei tre giudici estratti a sorte tra quelli con i requisiti previsti dalla legge. Per il presidente del Consiglio la Corte fa proprie le valutazioni dello stesso procuratore, secondo il quale Meloni non ebbe un ruolo attivo nella decisione.
«In base alle informazioni ricevute dal capo dell’Aise, Giovanni Caravelli — sentito dunque come testimone, ndr — la presidente Meloni era sicuramente informata» della vicenda, scrive la Corte, ma quella fornita dal responsabile degli 007 competenti per l’estero resta una informazione generica poiché «non compare alcun dettaglio o elemento valutabile circa la portata, natura, entità e finalità dell’informazione, specie sotto il profilo della sua condivisione delle “decisioni” adottate».
CARLO NORDIO MATTEO PIANTEDOSI ALLA CAMERA - FOTO LAPRESSE
[…] Né, a giudizio della Corte, è un elemento di prova sul coinvolgimento attivo di Meloni, la citata nota di ringraziamento inviata al governo italiano dalle autorità libiche dopo il rimpatrio, perché «nel linguaggio protocollare i sensi di ringraziamento di un Paese verso un altro non possono che essere espressi nei riguardi della massima Autorità di governo del Paese ringraziato, a prescindere da ciò che è stato materialmente fatto e da chi ne abbia consentito la realizzazione».
Insomma, un mero dato formale. Anche le dichiarazioni di Meloni a difesa dei suoi ministri sulla Rai dopo aver annunciato di aver ricevuto l’avviso di garanzia, vanno interpretate in modo più stringente «essendo il piano dell’assunzione di responsabilità politica distinto e retto da principi diversi rispetto a quelli propri dell’imputazione della responsabilità penale».
ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
Neppure ci sono, inoltre, su un piano meramente giuridico, elementi per concretizzare a carico della premier un concorso morale o causale nei reati ipotizzati.
[…] Si resta cioè, secondo i giudici, nel campo indiziario «non essendoci elementi dotati di gravità, precisione e concordanza tali da consentire di affermare in che termini e quando la presidente del Consiglio sia stata preventivamente informata e abbia condiviso la decisione assunta in seno alle riunioni, rafforzando con tale adesione il programma criminoso».
E dunque, come vuole il nuovo codice, non si può ipotizzare «una ragionevole previsione di condanna, limitatamente alla posizione della sola presidente del Consiglio» e ne va dunque disposta l’archiviazione per entrambi i reati. Diverse le valutazioni sugli altri indagati, ma questa è ora un’altra partita.
IL SUPPLIZIO DI SANTA MELONI - VIGNETTA BY NATANGELO - IL FATTO QUOTIDIANO
IL POST DI GIORGIA MELONI SULL ARCHIVIAZIONE PER IL CASO ALMASRI
ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
giorgia meloni a tripoli con Abdulhamid DBEIBAH
luigi li gotti
luigi li gotti 33
francesco lo voi avviso di garanzia con saluto alla premier meloni
protesta dei deputati pd sull assenza di giorgia meloni all informativa sul caso almasri foto lapresse 2
il servizio del tg1 sui voli di stato di francesco lo voi
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