“IL 5G? NON SVENDIAMO IL PAESE PER QUALCHE MILIONE. CON LA TURCHIA PREOCCUPANTI TENSIONI SUL GASDOTTO EASTMED” - PARLA IL LEGHISTA RAFFAELE VOLPI, PRESIDENTE DEL COPASIR: “IN LIBIA LA PRESENZA DI RUSSIA E TURCHIA RIENTRA IN UN DISEGNO GEOPOLITICO PIÙ AMPIO - IL CARROCCIO? HA SOLIDI RAPPORTI IN EUROPA E USA, ANCHE LA MELONI SI MUOVE BENE. BANCHE? NESSUN CONTROLLO DEI MANAGER. GLI AZIONISTI SONO LIBERI DI SCEGLIERE, MA…”

Francesco Bechis per formiche.net

 

raffaele volpi

È un leghista doc, Raffaele Volpi, “e sì, anche un ex democristiano”. A sentirlo parlare, col suo aplomb istituzionale, riesce difficile immaginarlo a fianco del segretario del Carroccio, il mattatore di piazza Matteo Salvini. E invece fra i due c’è reciproca stima, e oggi Volpi è una colonna portante del partito. Colonna pensante, ma anche d’azione, precisa lui in un lungo colloquio con Formiche.net.

 

Anche perché al Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), il comitato di raccordo fra Parlamento, Servizi e governo che presiede da settembre, l’azione non manca di certo. Dalla Libia all’Iraq, dagli Stati Uniti alla Cina, dalla sicurezza delle banche italiane a quella della rete 5G, le competenze dell’organo consultivo di palazzo San Macuto sono sconfinate. E utili, se c’è qualcuno disposto ad ascoltarne i consigli.

matteo salvini

 

Dicono che Raffaele Volpi sia un leghista sui generis…

Sono un leghista doc. Ho passato quattro anni e mezzo a inventarmi un partito al Sud. Sono uno che pensa lento, ma lavora tanto.

E lavora bene, con Matteo Salvini?

Certo. Il nostro segretario ha fatto un lavoro straordinario. In cinque anni ha portato un partito dal 4% al 34% delle scorse europee. Questo nessuno glielo può negare.

In Emilia-Romagna una prima battuta d’arresto. Serve un salto di qualità?

Lo abbiamo già fatto. In questi anni abbiamo allargato il perimetro geografico del partito, ora stiamo allargando il perimetro politico, e i risultati ci danno ragione.

 

Quindi non le dispiace una Lega che guarda al campo moderato.

Me lo chiede perché sono un ex Dc? Io non mi faccio problemi a dirlo (ride, ndr). Anzi, i numeri oggi ci consentono di recuperare e riaggiornare quella scuola politica. La Lega, oggi, è un partito interclassista. Dietro ai titoli di giornali e alle notizie di cronaca c’è una politica più alta, non sempre visibile. Qualcuno ci definisce “di destra”, io penso che abbiamo un’anima popolare.

Anche perché la destra in Italia è rappresentata da Fdi. Parola di Giorgia Meloni.

Non sta a me dare etichette politiche. Alla Meloni va riconosciuto il merito di aver iniziato un percorso per abbandonare un certo retaggio e trasformare Fratelli d’Italia in una destra moderna, inclusiva.

giuseppe conte raffaele volpi

 

E internazionale. In Europa sembra muoversi meglio della Lega.

Noi abbiamo un’ottima rete di rapporti in Europa. Le grandi famiglie europee non sono più rappresentative della loro storia. Il Ppe (Partito popolare europeo) non è più quello dei padri fondatori.

La vostra famiglia sovranista, Identità e Democrazia, non è un po’ isolata a Strasburgo?

Se isolati significa avere una propria identità politica e non cedere sui temi identitari, allora ben venga l’isolamento. A volte quel che da fuori appare unità in verità è consociativismo: una continua, estenuante contrattazione sui principi fondamentali, un eterno compromesso a ribasso.

 

Meloni ha anche buoni rapporti con gli Stati Uniti. E i vostri?

Sono saldi e continuativi. Con l’alleato americano condividiamo molte delle scelte strategiche cui è chiamato il nostro Paese, dagli F-35 alla sicurezza del 5G.

Volpi, lei presiede un comitato bipartisan. Sembra che con la maggioranza non si trovi tanto male.

GIUSEPPE CONTE CON ERDOGAN

Mi trovo molto bene con tutti i componenti. C’è un senso di responsabilità istituzionale che, francamente, è difficile trovare altrove.

 

Che idea si è fatto della politica estera di questo governo?

Da politico, ed ex sottosegretario alla Difesa, mi sembra che scontiamo questa voglia positiva di coinvolgere in tutti i processi l’Europa. Purtroppo non si può fare sempre: ogni Paese guarda al suo quadrante geografico di riferimento. L’Italia, ad esempio, è l’attore più importante del Mediterraneo e lì deve guardare. È giusto, in situazioni di crisi, tentare un approccio comune, come abbiamo fatto con la Conferenza di Berlino sulla Libia, purché non si trasformi in un alibi.

raffaele volpi

Per cosa?

Un via libera da parte di altri Stati membri ad azioni unilaterali in Nord Africa, magari apertamente contrarie ai nostri interessi nazionali. La nostra priorità è esprimere vicinanza al popolo libico, e porre fine alle ostilità.

Con una missione Onu?

Ad esempio. Ci sono gli estremi per una partecipazione italiana. Il rischio è che un’azione prettamente diplomatica risulti depotenziata senza una presenza sul terreno.

 

Ci spieghi meglio.

Prima di qualsiasi iniziativa l’Europa deve fare un’analisi seria degli attori presenti in Libia. Deve domandarsi se la presenza di Russia e Turchia sia passeggera o rientri in un disegno geopolitico più ampio. Io propendo per la seconda lettura. I russi si sono presi i porti in Siria, la Turchia sta perseguendo un progetto neo-ottomano in Medio Oriente e in Africa.

PUTIN ERDOGAN

Gli Stati Uniti? Possono dare una mano all’Italia?

Come ha detto il ministro Guerini, prima ancora di considerare un intervento militare, è auspicabile che gli Stati Uniti spendano nella regione tutto il loro peso politico.

 

Sotto la Libia c’è il Sahel, una regione martoriata dal terrorismo e dalle faide tribali. La Francia lì ha 4500 soldati, e ha chiesto un interessamento del governo italiano.

Ci fa piacere che i francesi si siano accorti che da soli non risolvono i problemi. Il Sahel è un’area strategica, lo è tutta la regione sub-sahariana da dove passano i flussi migratori. In questi Paesi, penso alla Nigeria, vanno in scena vere e proprie operazioni di ingegneria sociale, formali ed informali, per invitare, o meglio forzare le persone a cercare una vita migliore in Europa.

 

Nelle vostre audizioni al Copasir avete parlato di Mediterraneo allargato. Esiste un’emergenza Eastmed, il gasdotto che dalla Grecia arriverà in Puglia?

gennaro vecchione raffaele volpi

Non solo. Certo, le tensioni sulle risorse energetiche al largo delle coste di Cipro con la Turchia, un alleato e membro fondamentale della Nato, sono preoccupanti. Ma con Mediterraneo allargato si indica un’area più ampia, che arriva allo stretto di Hormuz, in Iraq e in Afghanistan. L’Europa, con un po’ d’orgoglio, e grazie al rapporto privilegiato con gli Stati Uniti, potrebbe giocare un ruolo più proattivo.

 

A proposito di Iraq, il governo italiano ha discusso con gli Stati Uniti di una più stabile presenza della Nato. Lei è d’accordo?

Penso che la Nato stia attraversando un momento di grande evoluzione, è un’organizzazione sempre più dinamica, che deve muoversi in un teatro globale. Quest’alleanza è nata per ragioni storiche che, in parte, vanno aggiornate. Lo abbiamo fatto da membri dell’Assemblea parlamentare della Nato, proponendo e ottenendo un riconoscimento formale del fianco Sud, dove spicca il nostro Hub di Napoli.

 

Parliamo di Difesa. Al Senato è stata calendarizzata la proposta del Movimento Cinque Stelle di un’agenzia per l’innovazione della Difesa. L’idea la convince?

Sorprende che la proposta arrivi dal Movimento Cinque Stelle. Quando hanno governato con noi si sono occupati di un tema fondamentale, il benessere dei militari, con particolare attenzione alla parte sindacale, e un po’ meno di innovazione.

 

Cosa manca, secondo lei, alla Difesa italiana?

lorenzo guerini al pentagono

Come ha detto anche Guerini, dobbiamo incentivare la cultura della Difesa. L’Italia ha un impegno militare all’estero molto pronunciato. Servono investimenti, modulati a seconda delle possibilità, per non rimanere indietro nell’innovazione tecnologica. Dobbiamo promuovere alleanze con i nostri partner per investire nelle tecnologie produttive e far crescere l’industria italiana.

 

Chiudiamo sul 5G. Il rapporto del Copasir invita a valutare un’esclusione delle aziende cinesi dalla banda ultralarga.

Partiamo dall’inizio, così facciamo chiarezza.

Prego.

Abbiamo trasmesso un rapporto al Parlamento. Tutto il comitato, compreso quello precedente presieduto da Guerini, ha avuto accesso a delle evidenze che, per ovvie ragioni, non si possono condividere all’esterno.

 

Quindi?

lorenzo guerini incontra mark esper al pentagono 1

Deve essere chiaro che non facciamo politica, né discriminiamo nessuno. Abbiamo fatto una segnalazione di pericoli concreti, siamo un organo fiduciario del Parlamento. Ora tocca al governo decidere, con quali mezzi non sta a noi dirlo. Ognuno si prenda le proprie responsabilità.

 

Il governo dice che la normativa italiana è all’avanguardia. È sufficiente?

A me il bivio sembra più semplice: aspettiamo a dare le concessioni o le diamo a prescindere dalle raccomandazioni del Copasir? Mettiamo in vendita la sicurezza del Paese per qualche milione? In queste settimane si è molto parlato della normativa italiana esemplare sul perimetro di sicurezza cibernetica nazionale, del golden power. In pochi hanno detto che il lavoro del Copasir ha dato un impulso ai comitati di altri Paesi europei, dove il dibattito era finito in sordina.

 

Intanto avete inaugurato un nuovo ciclo di audizioni sull’esposizione del sistema Paese. Da dove partirete?

Dal settore bancario e assicurativo, e dalle banche che detengono un alto livello di debito sovrano.

RAFFAELE VOLPI

È vero, come qualcuno ha ipotizzato, che volete controllare i manager stranieri di grandi banche come Generali e Unicredit?

Non è assolutamente vero, non entreremmo mai nelle dinamiche di mercato. Gli azionisti sono liberi di scegliere, ed è giusto che sia così. Come è giusto verificare se ci siano stati condizionamenti esterni dietro a quelle scelte.

 

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…