PRIMA BUSINESS, POI PATONZA - ANCHE FINMECCANICA S’È STUFATA DELLE CAZZATE DEL BANANA - SENZA UNA POLITICA ESTERA SERIA IL COLOSSO DELLA DIFESA NON VENDE - DOPO IL CASO BATTISTI (LA CRISI TRA ITALIA E BRASILE STAVA PER FAR SALTARE UNA COMMESSA DA 6 MLD €) ,O’GUARGUAGLIONE E LA ‘MARITA’ MARINA GROSSI VOGLIONO SCARICARE IL CAVALIER PATONZA TEMENDO DI AVER GIÀ PERSO RICCHI CONTRATTI CON LA TURCHIA DI ERDOGAN (MAGARI SARÀ IL BANANA A FARLI FUORI)…

Antonio Massari per il "Fatto quotidiano"

"Purché sia un governo che governi". Questa è la frase più ricorrente in questi giorni, nel palazzo di piazza Montegrappa, la sede di Finmeccanica a Roma. Segno che Silvio Berlusconi non regge più il peso della politica estera, quella che più interessa al colosso industriale italiano, legato a doppio filo con gli affari internazionali, come per Eni o Fincantieri. Per capire le frizioni tra i colossi dell'industria, e la politica estera, basta rileggere il "caso Battisti" alla luce delle intercettazioni dell'inchiesta su Valter Lavitola.

Per comprendere quanto siano delicati i rapporti tra la politica estera "del fare" - quella che punta ai miliardi - e le dichiarazioni della politica parlata, è sufficiente rileggere un'intercettazione del 7 giugno. I pm napoletani intercettano l'ex direttore commerciale di Finmeccanica, Paolo Pozzessere, che parla con il presidente Piero Guarguaglini: "Guarguaglini - si legge negli atti - chiama Paolo e gli comunica di essere stato contattato dal Quirinale e lo avrebbe informato del fatto che oggi alle ore 02,00 Brasiliane si riuniscono i giudici". La data è fondamentale: siamo a ridosso della sentenza brasiliana che negherà l'estradizione del terrorista in Italia.

La politica preme perché Battisti torni nel nostro Paese. E con toni durissimi. Ai colossi industriali italiani, del rientro di Battisti, non interessa nulla: con il Brasile c'è in ballo una commessa che vale dai 6 ai 10 miliardi di euro. Commesse per esportare navi che riguardano Fincantieri: fregate e pattugliatori destinati alla marina fluviale, sistemi satellitari per il controllo delle coste e dei giacimenti petroliferi (d'interesse Eni). Le navi sono armate, da qui l'interessamento per l'industria di Finmeccanica.

È questo che c'è in gioco mentre il Brasile decide la sorte di Battisti. Ed è per questo che Pozzessere, quando il suo presidente gli dice d'essere stato contattato dal Quirinale e che, alle 2, si riuniscono i giudici, commenta con un laconico: "Purtroppo". Il direttore commerciale di Finmeccanica spiega che, della vicenda, s'è parlato già il 2 giugno con il ministro degli esteri Franco Frattini, e lascia intuire che l'affare rischia di sfuggire dalle mani.

LE IMPUNATTURE DELLA DIFESA
Guarguaglini risponde: "Per quello che posso cercherò di tenermelo buono", aggiunge che "se vede Frattini bisogna dirgli che gli hanno telefonato, che bisogna dirlo in modo chiaro a Berlusconi e a Letta". E Pozzessere è d'accordo: "Se ci sono casini - risponde - si passa dal Presidente, perché non si può buttare all'aria tutto per un'impuntatura". L'impuntatura, secondo fonti attendibili, è soprattutto quella di Ignazio La Russa, perché da mesi il ministro della Difesa usa toni durissimi nei confronti del Brasile.

E le parole di La Russa pesano doppio perché, nella stipula degli accordi, è prevista la firma di entrambi i ministri della Difesa, quello italiano e brasiliano. È soprattutto lui che Finmeccanica ha bisogno di zittire. Il commento del presidente Napolitano, il 9 giugno, sarà durissimo: parlerà di un atto "gravemente lesivo del rispetto dovuto" agli accordi tra Italia e Brasile e del rispetto della lotta al terrorismo combattuta dall'Italia "nella rigorosa osservanza delle regole dello stato di diritto.

Una decisione che contrasta con gli storici rapporti di amicizia tra i due paesi e appoggia pienamente ogni passo che l'Italia vorrà compiere". Ma la successiva dichiarazione di la Russa - alla luce delle pressioni di Finmeccanica - appare davvero interessante: "Non sto contando fino a dieci, ma fino a mille, prima di fare un commento. Sto mordendomi la lingua e non cedo alla tentazioni di esprimere possibili contromisure". A gennaio, invece, La Russa aveva dichiarato che erano "a rischio le relazioni commerciali".

Ma nel frattempo, a febbraio, il Parlamento in gran silenzio - mentre la questione Battisti era aperta e già si presagiva la mancata estradizione - aveva approvato un ddl per ratificare gli accordi - sull'affare in questione - tra Brasile e Italia. Il doppio binario avanzava da tempo. La diplomazia di Finmeccanica e Fincantieri aveva raggiunto l'apice durante il terremoto di Haiti, quando parte per il Sudamerica parte la nave Cavour, in soccorso degli sfollati, sì, ma quelli brasiliani. Il ministro Tremonti s'acquietò soltanto quando seppe di non dover sborsare (quasi) un centesimo: l'operazione non venne finanziata dal governo, ma proprio da Fincantieri e Finmeccanica, per "oliare", con un'operazione velata dalla solidarietà, la commessa da chiudere con il paese brasiliano.

IL FATTORE BERLUSCONI
Neanche Berlusconi, in fondo, aveva fatto il suo dovere appieno, in base al bon ton della diplomazia industriale: il Brasile chiedeva che la chiusura dell'accordo tra Stati fosse sancita a Brasilia ma gli impegni del premier non riuscivano a soddisfare la richiesta del paese che stava mettendo sul tavolo un affare da almeno 6 miliardi di euro. L'accordo si chiuse nel 2009, ma a Washington, durante il G20. Unica concessione di Berlusconi alla richiesta di Ignacio Lula: l'accordo fu comunque firmato nell'ambasciata brasiliana.

"Un governo che governi", ecco cosa chiede Finmeccanica, e Berlusconi - con le sue intemperanze e le dichiarazioni di La Russa sul caso Battisti - non è più il soggetto ideale per la "politica estera" del colosso industriale. Anche per questo, ormai, Berlusconi è stato scaricato da Guarguaglini con un'intervista al Messaggero - "A Berlusconi ho detto no quando mi parlò di Tarantini" - e da sua moglie, Marina Grossi, ad di Selex sistemi integrati: "Berlusconi poteva risparmiarci almeno Tarantini e Intini".

E ora che nel ciclone c'è pure Valter Lavitola - l'uomo che, presentato a Finmeccanica da Berlusconi, consentì di chiudere un'affare da 180milioni di euro - il premier è definitivamente inaffidabile anche per la lobby di piazza Montegrappa. Che è convinta, per esempio, di aver perso importanti commesse con la Turchia di Erdogan anche per colpa della pessima figura internazionale legata ai bunga bunga del premier.

 

Silvio Berlusconi PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI LAVITOLA MARINA GROSSI GUARGUAGLINI POZZESSERE PAOLOfinmeccanicaCesare Battisti ERDOGAN

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO