PRONTI ALL’ESCALATION? LA “USS GERALD FORD”, LA PIÙ GRANDE PORTAEREI AMERICANA, È NEL MAR DEI CARAIBI INSIEME A 15MILA SOLDATI, TRUMP AVVISA IL VENEZUELA DI MADURO: “HO LE IDEE CHIARE SU COSA FARE” – PER GLI ANALISTI CI SONO DUE POSSIBILITÀ: ATTACCHI A TERRA PER FAVORIRE LA CADUTA DEL REGIME, OPPURE PRESSIONE CRESCENTE PER CONVINCERE NICOLAS MADURO A SCAPPARE – IL PRESIDENTE VENEZUELANO LANCIA UN APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE PERMANENTE IN SEI REGIONI E PROVA ANCORA A TRATTARE CON TRUMP SULLE RISERVE PETROLIFERE - IL VIDEO IN CUI MADURO BALLA SULLE NOTE DI "IMAGINE"
Paolo Mastrolilli per repubblica.it - Estratti
«Grosso modo mi sono fatto un’idea, ma non vi dirò quale». Così ha parlato Donald Trump a proposito delle prossime mosse in Venezuela, ma la maggior parte degli analisti sembra concordare che ormai il bivio sia ridotto a due possibilità: attacchi a terra per favorire la caduta del regime, oppure pressione crescente per convincere Nicolas Maduro a scappare.
Pochi infatti credono che la portaerei Ford e 15.000 soldati siano stati spostati nei Caraibi solo per intercettare le imbarcazioni dei trafficanti di droga. Anche perché se dopo tanto rumore nulla cambiasse a Caracas, non sarebbe facile per il capo della Casa Bianca spacciare per un successo l’intera “Operazione Lancia del Sud”.
Da settembre i raid contro i narcos sono stati una ventina, con circa 80 morti. In teoria la legge vieta ai militari americani di colpire i civili, anche se sono criminali, ma per il dipartimento della Giustizia la decisione del presidente di classificare i cartelli come organizzazioni terroristiche basta a giustificare gli attacchi. E siccome Maduro viene considerato il capo dei cartelli venezuelani, anche lui diventa un obiettivo legittimo. Gran Bretagna e Canada hanno bocciato questa interpretazione, al punto di interrompere la condivisione dell’intelligence con gli Usa per non essere complici di atti giudicati illegali. Gli ha risposto lo zar dei confini Homan, secondo cui «il Regno Unito non è un vero amico del nostro Paese e del presidente».
Resta quindi solo da capire quali siano le effettive intenzioni di Trump. La Casa Bianca finora è stata coerente nel ripetere che lo scopo dell’operazione è solo fermare il traffico di droga, anche se nulla di simile sta accadendo al Messico o la Colombia, principali esportatori di fentanyl e cocaina negli Usa.
In privato, secondo quanto riporta il New York Times, il presidente ha parlato anche delle enormi riserve petrolifere del Venezuela, 300 miliardi di barili, stimate come le più grandi al mondo.
Nei colloqui avvenuti prima di settembre, Maduro gli aveva offerto di sfruttarle, sperando così di evitare lo scontro frontale. Trump alla fine ha rifiutato la proposta, che però sarebbe ancora sul tavolo. È possibile quindi che il presidente stia usando la forza come elemento di pressione, per concludere un accordo più vantaggioso con il leader venezuelano, oppure spingerlo verso l’esilio o la cattura. Altrimenti resta solo l’ipotesi di attacchi a terra, non per invadere il Paese, ma per forzare la caduta del regime.
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LO SCHIERAMENTO AMERICANO CONTRO IL VENEZUELA
Nel frattempo Maduro ha lanciato un appello a sei regioni orientali del Paese – Bolívar, Delta Amacuro, Monagas, Anzoátegui, Nueva Esparta e Sucre – per organizzare «una veglia e una marcia permanente nelle strade». Intervenendo a un evento nella capitale venezuelana, ha invitato «tutte le forze popolari, sociali, politiche, militari e di polizia» a «non cedere alle provocazioni in nessun momento, ma a mobilitarsi con fervore patriottico» nel rifiuto delle «navi imperialiste» e delle «minacce militari». Poi ha definito «esercitazioni irresponsabili» quelle nelle acque territoriali di Trinidad.
NICOLAS MADURO
LA PORTAEREI USA GERALD FORD
nicolas maduro
uss gerald ford nel mediterraneo 2
la portaerei uss gerald ford
uss gerald r. ford (cvn 78) 4
NICOLAS MADURO



