ponte sullo stretto meme matteo salvini

PONTE LEVATOIO? NO, PONTE LEVA-FONDI! - PUR DI COSTRUIRE IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA, SALVINI DIROTTA 1,7 MILIARDI DESTINATI ALLA MESSA IN SICUREZZA DELLE STRADE VERSO LA COSTRUZIONE DELL'INFRASTRUTTURA CHE UNIRÀ LA SICILIA ALLA CALABRIA - A CAUSA DELLA DECISIONE DEL LEADER DELLA LEGA 120 MILA CHILOMETRI DI ASFALTO NON VERRANNO AGGIUSTATI E PONTI E VIADOTTI NON VERRANNO REVISIONATI, CON IL RISCHIO CHE AVVENGANO PIÙ INCIDENTI, VISTO CHE LA RETE  STRADALE ITALIANA VERSA IN CONDIZIONI PENOSE... - IL MINISTERO: "NESSUN TAGLIO"

Ponte Stretto, Mit: Nessun taglio a Province per finanziare l'opera

(GEA) - "Contrariamente a quanto sostenuto da alcuni media, anche oggi e perfino su una prima pagina, si ribadisce che la rimodulazione dei fondi per le Province non ha riguardato in alcun modo il Ponte sullo Stretto. In altre parole, non c’è stato trasferimento di fondi dagli enti locali all’opera che collegherà Calabria e Sicilia".
Così fonti del Mit.

 

 

1 - STRADE LA SCURE DI SALVINI

Estratto dell'articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”

 

MATTEO SALVINI E IL PONTE SULLO STRETTO - MEME

Addio manutenzione delle strade. I soldi già stanziati vengono trasferiti al Ponte sullo Stretto di Messina. I tagli del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini si applicano da quest'anno fino al 2036 e ammontano complessivamente a 1,7 miliardi di euro.

 

Si tratta di fondi già assegnati e poi tolti con la manovra e il Milleproroghe, risorse dirette alla messa in sicurezza e manutenzione straordinaria delle strade e riguardano asfaltatura, barriere paramassi, segnaletica, opere su ponti, viadotti e gallerie. Una tagliola che colpisce 120 mila chilometri di vie che collegano il Paese, bisognose di assistenza e riparazione.

 

matteo salvini con il plastico del ponte sullo stretto di messina

Solo per il biennio 2025-2026 il taglio è del 70%: su 500 milioni di euro ne sono stati sforbiciati 385, così che alle Province e alle Città metropolitane rimangono solo 165 milioni per gestire tutte le opere preventivate. Pochi giorni fa il Mit ha inviato una lettera all'Upi e all'Anci per intimare il blocco immediato dei cantieri: «Si rappresenta l'esigenza di escludere l'assunzione di impegni che non trovano copertura nelle risorse attualmente disponibili».

 

L'intervento di Salvini ha un impatto devastante per la messa in sicurezza della rete italiana: secondo la commissione che ha definito i fabbisogni standard delle Province, le risorse necessarie per la manutenzione straordinaria delle strade sono pari a 6.642 euro al chilometro. Se per il 2025 e 2026 dopo i tagli restano 165 milioni, si riesce a malapena a coprire la manutenzione di 25 mila chilometri, ovvero il 21% del totale. Questo significa che per 100 mila chilometri di strade, compresi ponti, viadotti e gallerie, non ci sono risorse sufficienti.

 

IL PONTE SULLO STRETTO NECESSARIO - VIGNETTA BY GIANNELLI

Sebbene il taglio nel prossimo biennio sia orizzontale e appunto pari al 70%, in valori assoluti il Nord Italia ovviamente è il più colpito dal trasferimento dei fondi al Ponte sullo Stretto. La Lombardia su 63 milioni di risorse assegnate perde 44 milioni. Milano che avrebbe avuto a disposizione 11,5 milioni ne avrà solo 3,4. Il Piemonte da 45,5 milioni scende a 13,6 milioni e la sforbiciata costringerà Torino a far di necessità virtù con i 4,5 milioni rimanenti sugli oltre 15 che erano stati stanziati. [...]

 

La scure si abbatte anche su Roma che di 18,5 milioni di euro ne perde 13, così come la Toscana che passa da 48 milioni assegnati a 14,5. In crisi pure le Province del Sud. Sicilia e Campania che avevano ricevuto rispettivamente 48 e 44 milioni dovranno accontentarsi di poco più di 14 e 13 milioni di euro.

 

PONTE SULLO STRUTTO - BY EMILIANO CARLI

[...] Un grido d'allarme si leva dai territori. «Il governo sta svuotando le casse degli enti locali per finanziare la propaganda di Salvini e il progetto del Ponte sullo Stretto», commentano le deputate lombarde del Partito democratico, Silvia Roggiani, segretaria regionale Pd Lombardia, e Antonella Forattini. «Per la Lombardia – aggiungono – questo taglio si tradurrà in strade più insicure e collegamenti più difficili».

 

Il deputato sardo del Pd Silvio Lai sostiene che a rimetterci siano «le Province italiane e i territori più fragili, in particolare tutto il Mezzogiorno e anche la Sardegna». Lai prosegue: «Lo avevamo detto già dopo la legge di bilancio che il taglio agli enti locali sarebbe stato insopportabile e adesso con la ripartizione si vede ciò che succede nella carne viva delle persone».

 

MATTEO SALVINI PARLA DI SICUREZZA STRADALE IN SENATO

Dei 13,5 miliardi di euro che servono per finanziare il Ponte sullo Stretto, quasi la metà dei soldi arrivano dai Fondi per lo sviluppo e la Coesione, risorse destinate al riequilibrio economico dei territori. Intanto, ieri è giunto il via libera del dicastero dell'Ambiente al progetto del Ponte, ora il ministro Pichetto Fratin potrà firmare il decreto che dà luce verde all'opera dal punto di vista ambientale.

 

2 - CREPE, VIADOTTI CHE CEDONO E GUARDRAIL SOTTODIMENSIONATI SICUREZZA SEMPRE PIÙ A RISCHIO

Estratto dell'articolo di Paolo Baroni per “la Stampa”

 

Le 789 ispezioni effettuate l'anno passato dall'Agenzia nazionale per la sicurezza dei trasporti su un totale di 3.161 chilometri di strade italiane, controlli inevitabilmente a campione se si considera che la nostra rete infrastrutturale viaria stradale ed autostradale si sviluppa su 832 mila chilometri e conta ben 8.075 gestori, hanno portato alla luce una marea di criticità. «Le ispezioni hanno permesso di osservare problematiche ricorrenti e puntuali oltre a carenze sistemiche» segnala l'Ansfisa nella sua ultima relazione annuale.

MATTEO SALVINI - PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA - BY EDOARDO BARALDI

 

Nel corso del 2024 l'Agenzia ha concentrato la sua attività «in massima parte» proprio sulle strade secondarie gestite dalle Regioni, dalle Province, dalle Città metropolitane e dai Comuni che oggi sono oggetto di nuovi tagli e che rappresentano non solo la porzione più consistente di infrastrutture da verificare (e più bisognosa di fondi), ma anche quella più difficile da controllare: ai 7.904 comuni italiani fanno infatti capo ben 668.673 chilometri di strade (l'80% del totale), un altro 16% (131.008 km) dipende invece da altri 144 enti tra Regioni, Province e Città metropolitane.

 

La lista delle 789 opere ispezionate l'anno passato comprende 43 gallerie, 343 tra viadotti e ponti, 64 cavalcavia, 30 sottovia e sottopassi e 309 opere minori, opere di sostegno ed opere idrauliche di attraversamento. Solo per fare qualche esempio, a Torino è stato controllato corso Bramante, viale Fulvio Testi a Milano, a Roma la Cristoforo Colombo e a Napoli l'Asse del Vomero; altre verifiche hanno interessato Genova, Trento, Bologna, Firenze, Ancona, Perugia, Bari, Reggio Calabria, Cagliari, Olbia e Palermo ed altre province.

 

IL VIDEOMESSAGGIO DI MATTEO SALVINI ALLA SCUOLA POLITICA DELLA LEGA

[...] Per quanto riguarda il piano viabile, sono stati riscontrati principalmente fenomeni di deterioramento, cedimenti o fessurazioni della pavimentazione, segnaletica deteriorata, presenza di vegetazione interferente, ostacoli puntuali, dispositivi di ritenuta (guardrail, ecc.) danneggiati o non correttamente manutenuti.

 

Nei controlli su ponti, cavalcavia e gallerie sono stati riscontrati svariati difetti di tipo strutturale, dal classico degrado del calcestruzzo a distacchi di copriferro, dall'esposizione e ossidazione delle barre di armatura, a giunti degradati. È poi emersa anche la necessità di interventi di manutenzione straordinaria, di ispezioni speciali, specialmente per i ponti in aree esposte al rischio di fenomeni alluvionali, erosionali e franosi, o riconosciute ad elevato rischio idrogeologico, e ancora la necessità di migliorare i sistemi di smaltimento delle acque, «la cui scarsa efficienza rappresenta il principale elemento di degrado delle strutture».

matteo salvini al mare foto di gente 1

 

Al termine delle sue ispezioni l'Ansfisa ha formulato «ricorrenti raccomandazioni e prescrizioni» sulle cosiddette opere minori (muri di sostegno, tombotti, tombini, sottovia eccetera) presenti sulle tratte stradali in gestione ai vari enti, dove è stato richiesto di definire modalità di sorveglianza e monitoraggio, anche in termini di cadenza temporale, in funzione delle specifiche peculiarità delle opere e delle caratteristiche territoriali,

 

«anche perché - è rimarcato ancora nella relazione annuale dell'Agenzia - il manifestarsi di eventi meteorologici a carattere eccezionale, accompagnati da fenomeni idrogeologici (instabilità dei versanti, problematiche di allagamento del piano viabile o di sormonto delle infrastrutture) che hanno interessato le diverse componenti dell'infrastruttura stradale, è risultato sempre più frequente». [...]

MATTEO SALVINI IN POLONIA

Ultimi Dagoreport

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….