salvini meloni

PURE A DESTRA, DI QUESTA CRISI, NON HANNO CAPITO UNA MAZZA - PER SALVINI, SE CONTE VA A CASA, IL CENTRODESTRA E’ PRONTO “AD ANDARE AL GOVERNO" - PER GIORGIA MELONI C'È SOLO IL VOTO: “NELL'ATTUALE PARLAMENTO NON CI SARÀ MAI LA POSSIBILITÀ DI UNA MAGGIORANZA FORTE E COESA NELLE IDEE. NON È CHE AGGIUNGENDO ALTRI PARTITI A QUELLI CHE GIÀ GOVERNANO SI RISOLVE IL PROBLEMA” - LA PROMESSA DI SALVINI AI PARTITINI DEL CENTRODESTRA PER EVITARE IL LORO SOSTEGNO AL GOVERNO: “ALLE ELEZIONI LA LEGA PENSERÀ A VOI”

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Alessandro Di Matteo per “la Stampa”

 

Il centrodestra, almeno per ora, serra le file. A Milano, nella sede della Lega, Matteo Salvini riunisce i vertici della coalizione per fissare una trincea in grado di resistere all'offensiva di Giuseppe Conte sui senatori di centrodestra e l' operazione sembra riuscire. Le differenze tra gli alleati vengono messe da parte, almeno per il momento, e al tavolo arriva pure Lorenzo Cesa, il segretario dei centristi dell' Udc che da giorni vengono corteggiati da emissari di palazzo Chigi.

 

lorenzo cesa

Il messaggio che esce dall' incontro è chiaro: l'opposizione tiene, non ci saranno "responsabili" che arrivano da Fi o dai moderati. Certo, ognuno dei leader del centrodestra ha una sua partita in mente, ma le divergenze potranno emergere solo nel momento in cui Conte fosse costretto alle dimissioni e al Quirinale si aprissero le consultazioni. Per ora le differenze sono solo sfumature nelle dichiarazioni.

 

Salvini, per esempio, dice che non solo il centrodestra tiene, ma che è anche pronto ad andare al governo se cadesse Conte. Subito, intende il leader della Lega, senza nemmeno andare al voto: «Gli italiani sappiano che noi numeri ce li abbiamo, noi ci siamo». Salvini si dice certo che in caso di crisi della maggioranza giallo-rossa, l' ala "destra" dei 5 stelle sarebbe pronta a transitare armi e bagagli con il centrodestra.

 

salvini meloni

Può essere un bluff, per scoraggiare chi in Fi o tra i centristi dovesse essere tentato dal Conte. Ma Giorgia Meloni fa comunque sapere che lei la pensa diversamente: «Nell' attuale Parlamento non ci sarà mai la possibilità di una maggioranza forte e coesa nelle idee. Non è che aggiungendo altri partiti a quelli che già governano si risolve il problema». Meloni vuole le elezioni e basta, anche perché i sondaggi descrivono rapporti di forza tra Fdi e la Lega ben diversi da quelli che ci sono oggi in Parlamento.

 

Ma questo, appunto, è un problema di cui si discuterà se davvero la situazione dovesse sfuggire di mano al centrosinistra. «E io sono convinto che un accordo, anche con Renzi, alla fine lo troveranno», dice un dirigente di Fi. Ieri la priorità era appunto quella di stoppare le voci di possibili cedimenti dei centristi, dei "totiani", di Fi - o di pezzi di Fi. E su questo le rassicurazioni ci sono state. Cesa, appunto, è andato al vertice. Toti, spiegano, ha assicurato che i suoi al Senato non cederanno alle sirene della maggioranza. Berlusconi era in videocollegamento e si è spesoper chiedere a tutto il centrodestra di votare sì ai ristori e allo scostamento di bilancio, linea accettata da tutti.

 

GIOVANNI TOTI

Ai suoi, il leader di Fi avrebbe spiegato: «Non rompo il centrodestra per andare in una maggioranza che non ha né capo, né coda». In una nota Berlusconi ha poi spiegato: «Se Conte ha i numeri per andare avanti, lo faccia», altrimenti «si ridia subito la parola al Capo dello Stato». E lì potrebbero aprirsi altre partite, come ammette un dirigente di Fi: «A quel punto sarebbe tutto da vedere».

 

2 - SALVINI RASSICURAZIONI AI «PICCOLI»: ALLE ELEZIONI LA LEGA PENSERÀ A VOI

Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”

 

salvini meloni

Rimanere blindati, tutti uniti, fino a martedì, quando si chiarirà la sorte del governo Conte. Se i voti per la fiducia non dovessero esserci, allora «inizierà un' altra partita, e noi ne faremo parte». È Matteo Salvini nel quotidiano vertice del centrodestra che si tiene dal giorno dell' apertura della crisi - ieri in via Bellerio a Milano, presenti lo stesso leader della Lega, Tajani, Toti, Lupi mentre Berlusconi, Meloni e Cesa erano collegati via Zoom - a sintetizzare la linea sulla quale convergono tutti i leader.

 

BERLUSCONI MELONI SALVINI

«Da mercoledì - le sue parole al termine dell' incontro -, se non hanno i numeri, saremo in grado di prenderci le nostre responsabilità. Stiamo già ragionando di un progetto e di una squadra alternativi a questa sinistra». Disponibilità dichiarata anche in una nota di tutto il centrodestra: il voto è «la via maestra» ma la coalizione rappresenta una «alternativa forte e capace» a questa maggioranza. E Berlusconi aggiunge: «Se hanno i numeri governino, altrimenti la parola passi subito al capo dello Stato».

ANTONIO TAJANI

 

Si è molto ragionato sui numeri: «Al momento, non li hanno», è la conclusione. La maggioranza sarebbe ferma a 155-156 voti, grazie alla resistenza che finora sembra esserci proprio nel centrodestra, confermata anche dall' Udc in una secca nota: «Non ci prestiamo a giochi di palazzo e stiamo nel centrodestra. I nostri voti non sono in vendita».

 

Chiaro però che nulla è certo fino all' ultimo, tanto più in un Parlamento in cui tanti sanno di non avere chances di ricandidatura in caso di voto e non vogliono tornare a casa a metà legislatura. Ecco allora che la strategia dei leader di centrodestra, dei quali Salvini si è posto come portavoce e garante, è quella di rassicurare («Se si va al voto la Lega si farà carico di voi», ha detto ai piccoli della coalizione). «Le elezioni sono l' ultima ipotesi possibile, se non ci sono altre soluzioni», dice Tajani.

SALVINI MELONI BERLUSCONI

 

«Noi - è stato il ragionamento di Salvini condiviso dagli alleati, Berlusconi in testa - andremo da Mattarella non chiedendo solo il voto: possiamo chiedere che venga affidato a noi l' incarico di formare un governo». Ipotesi realistica? Difficilissima, ma non impossibile. Nel vertice si è parlato di un Conte appeso a un filo, con pochi voti di maggioranza alla Camera e sotto la maggioranza assoluta al Senato, un Conte non necessariamente aiutato fino in fondo dal Pd che non vuole renderlo il trionfatore assoluto e dal M5S che non vuole morire per lui.

 

Se non ce la facesse, se non nascesse un governo sempre giallorosso ma con un altro premier, allora «i numeri per un governo di centrodestra potrebbero esserci», dice Tajani, parlando di almeno «4 o 5 senatori del M5S,» che si sarebbero rivolti a Salvini e di un progetto che va avanti da tempo: «C' è malumore e movimento».

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI SELFIE IN PIAZZA

Un bluff? Possibile. Ma fa capire che la gran parte del centrodestra, in caso di crisi, non vuole rimanere all' angolo. Sicuramente non FI e i partiti minori, ma anche la Lega sta riflettendo seriamente sull' ipotesi di prosecuzione della legislatura, con governi tecnici di area magari o come ipotesi meno gradita di scopo. Non a caso, Salvini ha confermato che l' opposizione unita voterà sì sia allo scostamento di Bilancio che al decreto Ristori. Un segnale non da poco. L' unica che mantiene una posizione rigida e al momento vede solo le elezioni è la Meloni. Ma questa è l' ora del serrare le file, non dei distinguo.

 

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…