enrico letta

DA QUANDO E’ TORNATO IN ITALIA, ENRICO LETTA NON NE HA AZZECCATA UNA - BELPIETRO: “FORSE PERCHÉ L'ESPERIENZA PRECEDENTE GLI È SERVITA DA LEZIONE, HA CAMBIATO REGISTRO. MESSI DA PARTE I DISCORSI AL VALIUM, SI È INTESTATO UNA SERIE DI USCITE ANTI LEGA. LO IUS SOLI, LA LEGGE ZAN, I MIGRANTI, LE CHIUSURE PER COVID PER ENTRARE IN ROTTA DI COLLISIONE CON SALVINI E COSTRINGERLO A USCIRE DALLA MAGGIORANZA DOPO DUE MESI, NIENTE GLI È ANDATO PER IL VERSO GIUSTO. NON HA PORTATO A CASA NULLA. TUTTAVIA GLI RIMANE FEDEZ, IL POVERELLO DI CITY LIFE”

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

belpietro

C'è stato un tempo in cui Enrico Letta era considerato una testa d'uovo. Gli anni a Strasburgo, la laurea con lode a Pisa, il dottorato presso la Scuola superiore Sant' Anna, la frequentazione con Nino Andreatta, ossia di colui che ha inventato l'Ulivo e, ahinoi, anche Romano Prodi, di cui divenne il discepolo prediletto. Insomma, per il nipotissimo tutto sembrava concorrere a lasciar immaginare un futuro sfolgorante. Purtroppo, di quelle promesse da testa d' uovo oggi resta solo l' uovo, ovvero un guscio fragilissimo, che alla minima pressione può andare in frantumi, riducendosi a semplice carbonato di calcio.

 

enrico letta e oscar camps

Preceduto da grande fama e da altrettanta stima (l'uomo è di una cortesia infinita), Letta aveva già dato prova di non essere quel che si pensava ai tempi in cui proprio Prodi lo volle al suo fianco, affidandogli il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel suo secondo governo.

 

Probabilmente il professor Mortadella sperava di avere così il suo Letta, ovvero uno spiccia faccende in grado, con il garbo e la sottile diplomazia, di tenere a bada i rissosi alleati e di occuparsi dei dossier più scottanti. In realtà a Palazzo Chigi Enrichetto fu inghiottito, assorbito da non si sa quali impegni. Sta di fatto che di una delle questioni più spinose, ovvero la gestione di Telecom Italia, che per Prodi era già stata fonte di guai, finì per occuparsi Angelone Rovati, un buon uomo, senza nessun titolo particolare se non quello di essere amico di Romano.

 

enrico letta a in mezzora in piu 2

Così, mentre questi se ne stava in Cina, cominciò a circolare il piano di scorporo della rete telefonica messo a punto dal consigliere speciale del presidente del Consiglio. Bastarono poche indiscrezioni per far esplodere il caso: un uomo privo di ruoli istituzionali che per conto del capo del governo mette a punto un' operazione su una società quotata, con l' intenzione di privarla del suo asset più importante: la rete. Risultato, Angelone venne cacciato da Palazzo Chigi, Letta si inabissò ancora di più sui fondali della politica e Prodi provò a resistere, ma come è noto durò poco.

 

ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA

Dalle acque profonde il pio Enrico riemerse qualche anno più tardi, quando, passato Prodi, passato Berlusconi, fu la volta di Pierluigi Bersani. L'allora segretario del Pd era certo di avere in tasca la vittoria alle elezioni e il suo vicesegretario, cioè Enrichetto, forse credeva di avere in tasca l' occasione di succedergli alla guida del partito. Andò meglio, o peggio, decidete voi. Bersani non vinse ma provò lo stesso a fare un governo, ma fu preso a pesci in faccia da Vito Crimi e Roberta Lombardi, nella famosa diretta streaming pretesa dai grillini.

 

Per di più, il povero Pierluigi non riuscì neppure a far nominare il presidente della Repubblica che aveva in testa. Risultato, fu poco diplomaticamente tolto di mezzo e toccò a Letta provare a formare un esecutivo di larga maggioranza. Nella scelta probabilmente pesò l' aria da bravo ragazzo, che non impegna e non disturba. E in effetti Enrichetto non disturbò né impegnò i suoi danti causa.

nicola fratoianni enrico letta

 

Il governo durò meno di un anno, perché nel frattempo alla guida del Pd arrivò Matteo Renzi, il quale non vedeva l' ora di soffiargli la poltrona, cosa che per l' appunto fece appena messo piede al Nazareno. Il passaggio della campanella, un rito che si ripete da anni a ogni morte di premier, rimane negli annali della politica italiana. Letta guarda da un' altra parte mentre porge il simbolo del potere a colui che lo ha giubilato: una scena che da sola dice tutto. L' orgoglio ferito, la delusione di una carriera stroncata, la presa in giro dell' hashtag enricostaisereno lanciato appena due settimane prima.

 

ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI

Letta se ne andò come una vergine tradita, scegliendo la via dell' esilio a Parigi, dove è rimasto fino all' altro ieri, quando le dimissioni di Nicola Zingaretti hanno indotto il Pd ad acclamarne il ritorno. Lungo le rive della Senna, gli amici che lo andavano a trovare per anni lo hanno descritto come distaccato dalle cose italiane, quasi avesse chiuso un capitolo della sua storia. Ma appena dal Nazareno lo hanno chiamato, l' allievo prediletto di Andreatta si è scapicollato. E questa è la ragione per cui oggi ve ne parliamo.

 

ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI

Tornato in Italia, forse considerandosi una specie di Cincinnato o forse perché l' esperienza precedente gli è servita da lezione, Letta ha cambiato registro. Messi da parte i discorsi al valium, si è intestato una serie di uscite, tutte rigorosamente anti Lega. Lo ius soli, la legge Zan, i migranti, le chiusure per Covid. Obiettivo entrare in rotta di collisione con Salvini e costringerlo a uscire dalla maggioranza, fare comunella con i grillini in vista di un' alleanza alle prossime elezioni (fossero pure quelle amministrative) e accreditarsi in casa ma anche all' estero come unico sostenitore affidabile del governo Draghi.

 

LAURA BOLDRINI ENRICO LETTA

Dopo due mesi, si può dire che quasi niente gli è andato per il verso giusto. Con il leader della Lega, a parte le scintille, non ha portato a casa nulla. Quanto al patto con Giuseppe Conte e compagni, diciamo che siamo in alto mare, anche perché ad esserlo sono soprattutto i grillini e dunque le candidature per le comunali sono al momento in un limbo.

 

Infine, sul rigore, visto l' apertura del presidente del Consiglio sul turismo, anche le chiusure sono andate a pallino. Improvvisamente il nipotissimo è stato costretto a sposare la linea della modifica al coprifuoco e pure quella dell' allentamento dei divieti, cioè la linea Salvini. Insomma, un disastro. Tuttavia il pio Enrico non si perde d' animo: gli rimane Fedez, il poverello di City Life, un San Francesco con la Lamborghini.

 

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE enrico letta

 

 

Enrico Letta annuncia la candidatura a segretario del Pdtweet su enrico letta segretario del pd 2enrico letta by carlienrico letta giuseppe conte

Ultimi Dagoreport

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIASI SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE...