matteo richetti

QUEL PARAGURO DI RICHETTI – RITRATTO DI PERNA SUL PORTAVOCE DEL PD: DAI RAPPORTI A CORRENTE ALTERNATA COL DUCETTO ALLA PRODUTTIVITA’ PARLAMENTARE: UN’UNICA PROPOSTA DI LEGGE E PURE BOCCIATA. QUELL SUI VITALIZI – UN PIACIONE CHE INCANTA LE GONNELLE PD (E NON SOLO) 

 

Giancarlo Perna per la Verità

 

Fiero del suo volto da fotoromanzo, il deputato pd, Matteo Richetti, tiene molto alla faccia. Se sospetta di perderla per coprire le magagne del capo, sbotta. Finché, intimorito dal proprio coraggio, frena per non rischiare la carriera. Così, si spiega la sua schizofrenia verso Matteo Renzi: per mesi lo adula svisceratamente, all' improvviso lo fustiga, per poi pentirsi e tornare carponi all' ovile. Un caso di pingpong intellettuale.

 

MATTEO RICHETTI

Con questo ho detto tutto ma col rischio di non avervi fatto capire niente. Non è infatti obbligatorio che sappiate chi sia Richetti, politico di metà classifica. Da 6 mesi, l' aitante quarantatreenne è il portavoce del Pd. Compare spesso in tv e comincia a farsi un nome. Tratti caratteristici sono la barbetta trascurata che però fa ganzo e due occhi tondi e dolcissimi che incantano l' elettorato femminile. Ha lo stile informale, jeans e mocassini, di Renzi, comprensivo di camicia bianca e colletto slacciato.

 

I 2 sono legati da anni e Richetti è un clone del leader. Appartiene alla schiera di seguaci del fiorentino detta Rottamatori. Trattasi di renziani della prima ora che però, non essendo toscani, sono esclusi dal Giglio magico. Tuttavia, rappresentano anch' essi il nucleo originario del renzismo nato nelle Leopolde. Il loro credo, in sintonia con Renzi, è il rinnovamento brutale della politica, rottamando i matusa. Di qui, il nome. Oltre a Richetti, che è emiliano, fanno parte del manipolo, il siciliano Davide Faraone e il bergamasco, Giorgio Gori. Ha invece fatto fagotto il brianzolo Giuseppe Civati.

 

UN LIBRO PER RISCATTARSI

matteo richetti mons leuzzi

Ora che il protagonista dell' articolo è inquadrato, chiarisco il pingponghismo cui ho accennato. Diversamente dai reggicoda professionali del renzismo -Andrea Romano, Lele Fiano, Ettore Rosato, ecc.- il Nostro ha ripensamenti ciclici sul capo. Due i più clamorosi.

 

Nel febbraio del 2016, ospite di Lilli Gruber, mentre tutti si aspettavano la solita sviolinata, Richetti se n' è uscito denunciando l' autoritarismo di Renzi. Mentre l' impietrita tirolese stava ancora con la graziosa boccuccia aperta, Matt (per differenziarlo da Renzi) aggiunse che il Pd «aveva smarrito la sua capacità di innovazione». Un autentico assalto. In realtà, uno sfogo.

 

Infatti, non incontrava da oltre un anno il segretario (all' epoca anche premier) che pareva ignorarlo. Renzi, allora al colmo del suo delirio narcisista, reagì all' attacco ostracizzando l' antico compagno. Come un cane bastonato, Matt se ne tornò nel modenese dalla moglie Sonia e i 3 figli. Si riscosse, scrivendo un libro, Harambee!, interiezione che i kenioti usano per spingere le persone a fare qualcosa insieme, tipo sollevare un camion ribaltato nella savana. Equivale al nostro Oh issa! e simboleggia l' ideale richettiano della politica come fatto collettivo.

RICHETTI RENZI

 

Ignoro se Renzi abbia sfogliato il pensum ma constato che - caduto a sua volta in disgrazia dopo il referendum - ha usato lo stesso espediente per riscattarsi. Ha scritto pure lui un libro, Avanti, che gli ha evitato di cadere in depressione. Per dire che, sotto sotto, Richetti ha su di lui un potere di seduzione. «matto come un cavallo» A metà del 2017, i due si riappacificarono e Matt fu promosso portavoce. Tuttavia 2 settimane fa, dopo 6 mesi di idillio, lo schizofrenico ha avuto un nuovo attacco di pinpong.

 

Davanti a una platea di piddini napoletani, pensando, chissà, di essere tra intimi, ha fatto un' intemerata sulle continue bugie di Renzi, la mancanza di parola, ecc. Insomma, per alcuni minuti gli ha lanciato tanti di quegli ortaggi da farne un ritratto di Arcimboldo. Ovviamente, c' era anche un giornalista con l' iPhone che ha ritrasmesso il pistolotto sul sito del Corrriere della Sera. Dopo un' ora, la faccenda era sulla bocca di tutti. «Che gli ha preso a 'sto portavoce?», fu la domanda che corse nelle cancellerie Ue.

 

RENZI RICHETTI

Figurarsi Richetti che, per il solito vizio di lavarsi la coscienza a buon mercato, già si vedeva risbattuto in Caienna. Il poveretto ha trascorso le successive 24 ore sui social tentando di sbianchettare l' errore. Si è denigrato, dicendosi «matto come un cavallo» ma buono e fedele. E, nel disperato tentativo di passarla liscia, si è spinto a dare di sé un' immagine malavitosa dicendo: «Per Renzi farei a testate per il bene che gli voglio». Finora, l' ha scampata.

 

UN BEL FURBACCHIONE

Vi chiederete da dove venga questo pivello. Non pensate però che sia tale. È un bel furbacchione anche lui come vedremo. Nato a Sassuolo, cresciuto all' oratorio e servendo messa, mollò gli studi dopo la licenza scientifica per il lavoro. Aveva già infatti in viaggio il primo figlio dalla futura moglie. Con la famiglia vive tuttora a Spezzano di Fiorano, due passi da Modena da sempre la sua città e centro dei suoi interessi. Giornalista pubblicista, collaboratore della locale redazione del Resto del Carlino, fu per questa via assunto all' ufficio stampa della Provincia. Oggi, deputato dal 2013, è in aspettativa, un po' precaria poiché le provincie sono destinate a scomparire.

 

richetti matteo

Mentre si esercitava sulla tastiera, fu adocchiato dalla Margherita, che è stata anche il partito iniziale di Renzi. Matt ne diresse la sezione modenese dal 2003 al 2005. Profittando di una tornata amministrativa, si fece conoscere con gigantografie sui cartelloni. Rimase indelebilmente impresso nelle elettrici che sono, tuttora, la sua claque più fedele e rumorosa.

 

IL TEMPESTOSO IDILLIO

Passato al Pd, divenne consigliere regionale e dal 2010 addirittura presidente dell' Assemblea emilianromagnola. Fece un' unica battaglia: quella per diminuire i costi della politica e abolire i vitalizi dei consiglieri. La vinse. Renzi, allora sindaco di Firenze, s' innamorò di questo fustigatore e lo volle in squadra. Nacque così il tempestoso idillio.

 

La fissazione di cancellare il vitalizio gli è rimasta anche a Montecitorio dove si è battuto per appiopparla anche ai parlamentari. È, di fatto, la sola idea politica che gli si sia affacciata nel cervello. Come il norcino che non scarta nulla, l' ha trasformata in disegno di legge. L' unico presentato nella legislatura, peraltro senza successo. Di lui, non si ricorda altro. Statisticamente, è il deputato emiliano più sfaticato. Si distingue per fiacca pure a livello nazionale, con un indice di produttività tra i più bassi: 498° su 630 onorevoli.

 

L' APPALTO DELLE CASETTE

Matteo Richetti

In compenso, è iperattivo a Modena dove ha un bel gruzzolo di voti, che lo garantisce da eventuali impuntature di Renzi. Lo sostengono frotte di sindaci indigeni, da Sassuolo a Fiorano, da Formigine a Maranello. Va fortissimo anche tra gli industriali del distretto ceramico. Ha dalla sua, i Levoni del rinomato superzampone; Dino Piacentini che prima rilevò l' Unità e oggi finanzia Democratica, l' organo online del Pd che l' ha affossata; Lele Orsini, presidente di Assolegno.

 

Costui, per inciso, ha ottenuto un regale appalto di casette post terremoto - la bellezza di 780 - attraverso il consorzio Arcate di Impruneta di cui è magna pars. Ignoro se siano tra quelle che hanno funzionato o fatto cilecca. Posso invece tranquillizzarvi sulla circostanza che, pur approdato a sinistra, il nostro Matt è rimasto fedele al mondo parrocchiale della sua adolescenza. È in cilestri rapporti con la Curia e il vicario, don Giuliano Gazzetti, è addirittura di famiglia. Il che chiude il cerchio del suo potere. Ondivago, forse. Tonto, no.

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