berdini raggi

VIRGINIA SI BEVE LA ''RISERVA'' - ''BERDINI È UN SABOTATORE'': DOPO L'USCITA DEL SECONDO AUDIO IN CUI L'ASSESSORE FA LA GOLA PROFONDA SULLA SUA RELAZIONE CON ROMEO, LA SINDACA È COSTRETTA A SILURARE L'ASSESSORE SENZA AVERE UN RIMPIAZZO (DICONO TUTTI DI NO). SI PRENDERÀ LE SUE DELEGHE ALL'URBANISTICA, LEI CHE ANCORA MANCO HA UN CAPO DI GABINETTO...

 

 

 

1. BERDINI VERSO L' USCITA L' URBANISTICA A RAGGI VIA AL MINI-RIMPASTO

M.Ev. Fa.Ro. per ''Il Messaggero''

 

L' AMMINISTRAZIONE

PAOLO BERDINIPAOLO BERDINI

A Virginia Raggi, questa volta, potrebbe toccare l' interim dell' urbanistica. In attesa di trovare uno o due nuovi assessori, e ricomporre ancora una volta il giocattolo. E non è la prima volta: la prima, a settembre, era iniziata - con le dimissioni di Marcello Minenna e l' assessorato al bilancio rimasto vacante (con l' interim alla sindaca) per un mese esatto, fino all' approdo di Andrea Mazzillo in sala delle Bandiere. Poi il mini rimpasto di dicembre, con Pinuccia Montanari all' ambiente al posto di Paola Muraro, dimessasi in seguito all' inchiesta che l' aveva coinvolta, e l' avvicendamento tra Daniele Frongia e Luca Bergamo nel ruolo di vice sindaco.

 

Se la nuova accelerazione di ieri, con il secondo audio diffuso dai cronisti del quotidiano La Stampa, porterà al sempre più possibile addio di Paolo Berdini, l' inquilina di Palazzo Senatorio si troverà nella condizione di dover nuovamente puntellare l' esecutivo capitolino, in nemmeno otto mesi di amministrazione.

 

LE IPOTESI

Se Berdini andrà via, si dovrà necessariamente partire dalle sue deleghe pesanti (urbanistica e lavori pubblici). La Raggi potrà tenerle per pochissimo, lo stretto necessario per trovare soluzioni adeguate: dai dipartimenti di Berdini passano piani strategici (la manutenzione straordinaria delle strade romane) o dossier delicati (il progetto dello stadio di Tor di Valle) per i quali servono persone che lavorino a tempo pieno. In Campidoglio si stanno già valutando alcuni curriculum, con un lavoro iniziato prima che la situazione, ieri sera, subisse una nuova accelerata.

PAOLO BERDINIPAOLO BERDINI

 

Il primo nome circolato era quello di Emanuele Montini, ma il collaboratore dell' assessore alle politiche sociali Laura Baldassarre e segretario generale dell' associazione Italia Nostra non si è detto disponibile ad accettare un incarico nell' amministrazione comunale. E non è l' unico: altri papabili (come Carlo Cellamare) contattati ieri hanno risposto negativamente alle proposte del Campidoglio. Con un passo indietro di Berdini potrebbe però consolidarsi l' ipotesi di uno spacchettamento delle deleghe, separando i lavori pubblici dall' urbanistica.

 

LE POLTRONE

Per rilevare la competenza sui lavori pubblici è sempre in lizza l' architetto paesaggista Paola Cannavò, docente associato del dipartimento di Pianificazione territoriale dell' Università della Calabria. Il compito di guidare la programmazione dello sviluppo della Capitale era stato invece proposto a Cellammare, professore associato di urbanistica alla Sapienza.

SALVATORE ROMEO E VIRGINIA RAGGISALVATORE ROMEO E VIRGINIA RAGGI

 

Ma lo spacchettamento delle deleghe di Berdini potrebbe non essere l' unico: la giunta Raggi è attualmente composta da dieci assessori, e questo passaggio potrebbe essere utilizzato per completare il tavolo e arrivare a quota 12, come previsto dallo Statuto di Roma Capitale. Tra le possibilità c' è lo scorporo del patrimonio dalle deleghe di Mazzillo oppure la separazione delle competenze su politiche sociali e scuola, entrambe attualmente gestite da Laura Baldassarre.

 

 

2. VIRGINIA SI SFOGA: UN SABOTATORE VENUTO IN GIUNTA PER FARE DANNI

Lorenzo De Cicco per ''Il Messaggero''

 

SALVATORE ROMEO E VIRGINIA RAGGISALVATORE ROMEO E VIRGINIA RAGGI

«Paolo lo smentitore seriale», lo chiamano ormai i fedelissimi della sindaca. «Ora smentirà pure questo audio!», ghignano nel Raggio magico appena si propaga in rete il secondo file che incastra il responsabile dell' Urbanistica. Un audio che nell' entourage della sindaca giudicano «gravissimo», con considerazioni che riportano in auge il sospetto di macchinazioni sotterranee all' interno dei Cinquestelle per danneggiare la sindaca e il suo lavoro in Campidoglio.

 

«Questo è un disturbatore che lavora da dentro per farci male», si è sfogata Virginia nelle ultime ore con i suoi collaboratori più fidati. Infuriata ma lucida, la prima cittadina ha capito che ormai il Berdini-gate non può più sopravvivere all' interno di quell' impalcatura para-istituzionale che si era pensato di costruire subito dopo la deflagrazione del primo scandalo, quando si è saputo che l' assessore giudicava la Raggi «inadeguata e impreparata», circondata da «una banda, da una corte dei miracoli».

 

salvatore romeo e raffaele marra al compleanno di pieremilio sammarco salvatore romeo e raffaele marra al compleanno di pieremilio sammarco

 L' idea di accerchiare Berdini attraverso un «gruppo di affiancamento», che di fatto lo commissariasse politicamente, in attesa di individuare un sostituto, ieri sera sembrava lentamente svanire davanti alle nuove - e «più gravi» - affermazioni dell' urbanista. Affermazioni che affossano la tesi che Berdini ha formulato davanti al processo imbastito dai colleghi assessori e davanti alla sindaca, nel faccia a faccia di giovedì pomeriggio. Cioè che quelle frasi sarebbero state «carpite di nascosto» dal cronista della Stampa; che solo alla fine della chiacchierata «con altri amici» avrebbe saputo di trovarsi di fronte a un giornalista.

 

Nel nuovo audio si evince invece chiaramente che «Paolo sapeva tutto», ragionano ancora nel Raggio magico. «Ci ha ingannato, ancora».

 

«PAOLO SAPEVA TUTTO»

STADIO ROMASTADIO ROMA

Ma non c' è solo la delusione personale. Perché le affermazioni dell' assessore fanno emergere l' intenzione di screditare scientemente la prima cittadina. «Questo voleva danneggiarmi», ripete Virginia. Il punto è da quanto tempo. Nelle ultime settimane, dopo avere capito che avrebbe perso una delle sue deleghe, quella dei Lavori pubblici, che la sindaca ha deciso di spacchettare dall' Urbanistica?

 

Oppure dopo essersi accorto che la linea del «No alla speculazione» per la controversa operazione Tor di Valle, pur coerente con i principi Cinquestelle, avrebbe incontrato diverse difficoltà in giunta? O ancora prima, cioè «da subito», da quando è cominciata la sua avventura a Palazzo Senatorio, nel luglio scorso? Ragionamenti che aprono ad altri interrogativi: «Chi ha sostenuto Paolo nel Movimento? Con chi fa sponda, tra noi?». Tradotto: quali correnti grilline proteggono Berdini?

 

LA GUERRA TRA BANDE

muraro raggimuraro raggi

Veleni e sospetti nei corridoi di Palazzo Senatorio, dove si consuma da mesi una «guerra sotterranea tra bande», come l' ha chiamata l' ex assessore all' Ambiente Paola Muraro sulle colonne di questo giornale, in un contesto dove però alla fine «decidono i vertici M5S». Proprio in attesa di definire l' exit strategy con i big del Movimento, ieri la sindaca ha deciso di prendere tempo.

 

Di aspettare un' altra notte, di non agire d' impulso contro «un assessore che ti danneggia», come pure diversi sherpa le hanno suggerito in queste ore. Ma in ogni caso, riflettevano ieri negli uffici della sindaca, «così non si può andare avanti». Ecco perché si cerca di accelerare per trovare un sostituto. Anche se finora sono arrivati diversi no. Da qui l' idea che alla fine «Virginia», per mettere fine alla presenza del suo assessore in giunta, diventata ormai insostenibile, possa prendere l' interim.

RAGGI MURARORAGGI MURARO

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...