raggi

RAGGI-RATI! - IL TESTIMONE DELLA SINDACA ANTONIO DE SANTIS SMENTITO DALLE CARTE - “CARO MARRA, LE NOMINE SONO MERITO TUO” – IL LEGAME TRA IL FUNZIONARIO CON DELEGA AL PERSONALE E L'EX BRACCIO DESTRO DI VIRGY - TAVOLO SUL RILANCIO DI ROMA, BOTTA E RISPOSTA TRA CALENDA E RAGGI – LA GENIALE VIGNETTA DI ALTAN 

RAGGI ALTAN

Da www.ilmessaggero.it

 

«Ho chiamato tre giorni fa il sindaco, non mi ha risposto e ancora aspetto di essere richiamato. Capisco che è piuttosto impegnata su altre cose, ma delle due l'una: se entro lunedì non ho ancora una conferma della data per l'incontro, io l'incontro lo sconvoco il tavolo. Parlare di Roma senza il sindaco mi pare naif. Che devo fare mandare un telegramma?». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, parlando del tavolo sul rilancio economico di Roma.

 

 

«Sono per dare il benvenuto agli investitori internazionali - ha aggiunto - Dobbiamo piantarla di dire che l'Italia non attrae investimenti esteri e poi dire che chi arriva va cacciato fuori della porta. È una schizofrenia tutta italica. Ma chi viene deve sapere che ci sono regole da rispettare e se non lo fa, il governo reagisce. Il golden power «è trasparente, non si applica a uno sì uno no, vale per tutti».

 

«Non penso che in qualche forza politica romana ci sia la tentazione di aspettare che passi il cadavere. Lo trovo una cosa fessa, perché alla fine è il cadavere di Roma», ha poi aggiunto il ministro dello Sviluppo economico descrivendo le difficoltà nel contattare il sindaco di Roma.

 

Lo studio sull'economia romana e il tavolo che il Mise vorrebbe convocare su sollecitazione dei sindacati e delle associazioni industriali non sono fatti «per dire se il sindaco sta governando bene o male Roma. I problemi di Roma vengono da più indietro. Non c'è nessun intento di attribuire responsabilità. Poi si è sollevata la solita cagnara politica e così ti passa anche la voglia di farlo».

RAGGI DE SANTIS

 

 

2. IL TESTIMONE DI RAGGI AL TELEFONO CON MARRA

Michela Allegri e Sara Menafra per il Messaggero

 

Il delegato al personale Antonio De Santis oggi è accreditato per essere l'uomo capace di smontare le accuse di falso nei confronti del sindaco. Colui che spiegherà che, al momento di decidere le nomine dei nuovi dirigenti, Raffaele Marra eseguiva e Virginia Raggi decideva. Su tutti e, dunque, anche su Renato Marra, promosso dirigente dell'assessorato al Turismo.

 

Le intercettazioni ora agli atti dell'indagine che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per il sindaco, però, raccontano un quadro diverso. Uno scenario in cui tra De Santis e Marra c'è o, almeno, c'era un tono molto confidenziale, tanto che il funzionario invitava l'ex finanziere a cena: «C'è anche un deputato». E i due rivendicavano di aver fatto concepito insieme tutte le promozioni. «Soprattutto tu», dice De Santis a Marra.

 

MARRA: «HO FINITO LE NOMINE»

RAGGI MARRA

È la sera del 10 novembre scorso quando all'una di notte, uscendo dalla sede del Campidoglio, Raffaele Marra chiama proprio Antonio De Santis. Il tono è immediatamente confidenziale. De Santis: «Allora?»; Marra rivendica di aver appena concluso le nomine di tutti i dirigenti: «Domani i direttori di struttura, non i dirigenti, domani i direttori di struttura aprono il protocollo e si trovano tutte le ordinanze»; De Santis:

 

«Ah che spettacolo, quindi domani c'è proprio da ridere»; Marra: «Ho scritto un messaggio sulla chat di noi quattro (la chat che lo collegava al sindaco ndr) , ho scritto appena finito, chiudo tutto e me ne vado a casa. Domani, per favore, preparatevi»; De Santis: «Io allora mi sono reso conto di quello che cazzo abbiamo fatto. Cioè è veramente... abbiamo fatto una cosa, soprattutto tu»; Marra: «Chissà se questi (riferito alla nuova giunta ndr) l'hanno capito che cazzo hanno fatto»; De Santis: «No, mi sa di no. Ma non ti preoccupare che lo spiegherò a più riprese, perché devono capire. Se sei ancora in giro vieni a piazza del Popolo, siamo in un bel ristorante, siamo con 5 amici miei pure con un deputato di questi».

 

«RENATO COMANDANTE»

Tra le nomine importanti c'è ovviamente quella del fratello di Renato, fratello di Raffaele Marra. Un possibile candidato anche a guidare l'intera struttura dei vigili urbani, dirà l'ex fedelissimo nei giorni successivi. Sei giorni dopo, quando lo scandalo della promozione è già scoppiato, l'assessore al turismo Adriano Meloni chiama proprio Marra per capire il da farsi.

RAGGI OMBRELLO

 

Entrambi concordano sul fatto che il sindaco sapeva che con quella nomina Renato avrebbe avuto un aumento di stipendio. Tanto più che il casco bianco era in gara anche per il ruolo di comandante. Meloni: «Virginia stessa m'ha detto ieri che per il ruolo di Comandante c'erano 4 finalisti tra cui Renato, quindi...»; Marra: «Me l'aveva detto lei! Davanti a tutti, c'era Cardilli, c'era De Santis e dice ma tu guarda un po' se io mi devo privare dell'unica persona a cui potrei dare l'incarico soltanto perché si chiama come te!».

 

«DE SANTIS GLIEL'HA DETTO»

Per la collocazione definitiva di Renato al turismo e non nella dirigenza dei vigili capitolini, sarebbe stato decisivo, ancora una volta, il ruolo di Antonio De Santis. Stando a quello che Raffaele Marra racconta ad un'amica al telefono, sfogandosi mentre il caso monta e per la rottura avvenuta col sindaco.

raggi

 

«Tu - dice, sempre riferendosi al sindaco - hai detto che tra i tre più bravi c'è mio fratello per fare il comandante. Poi, dopo doveva essere vice comandante. E noi, manco io ma Antonio De Santis t'ha detto lascia stare perché è na situazione che... è meglio se lo mandi a lavorare co' Adriano al Turismo. Com'è possibile che rimaneva dirigente semplice? Dovevo spiegarle che lo stavo passando da prima a terza fascia? Se mi dice non me l'hai detto le dirò che mente».

 

LE TELEFONATE PER DECIDERE

In ogni caso, Marra e De Santis sembrano grandi amici. Il 20 ottobre, è De Santis a chiamare Marra: «Hallò?»; De Santis: «Hallò? Senti na cosa, per il bene della comunità. Is Antony speaking. Per il bene della comunità, mi ha beccato Mazzillo, sta di nuovo facendo un casino...». Il riferimento è l'aspirante assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo, recentemente allontanato dalla giunta Raggi.

ministro calenda

 

Ma Marra prende l'esempio per sfogarsi sul resto del gruppo, proprio con De Santis: «Anto' , io sono disponibile, ci mancherebbe pure. Però dico io, quando fanno i bambini capricciosi diventa complicato»; De Santis, anche in questo caso, esprime totale fiducia: «Allora volevo supporto, domani chiamo pure... parlo pure con Salvatore, se deve intervenire Virginia interviene di nuovo. Me la vedo io ed eventualmente poi io dico: tecnicamente chiamo Raffaele così ci dice che cosa si può fare va bene».

RAGGI

 

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...