RE GIORGIO VUOLE AMATO E LETTAENRICO, MA LE FAIDE DEL PD CONSIGLIANO DI VOLARE BASSO: PIETRO GRASSO O NONNA PINA CANCELLIERI - LA PESSIMA SITUAZIONE ECONOMICA POTREBBE CONSIGLIARE SACCOMANNI. O INSERIRLO ALL'ECONOMIA AL POSTO DI GRILLI - UN GOVERNO CI SARÀ, E PRESTO. MAGARI CON AMATO MINISTRO, CON ALFANO, CON VIOLANTE E ONIDA- GRILLO, UN FENOMENO TRANSITORIO, COME STA EMERGENDO NELL'ORA DEL SUO MASSIMO SUCCESSO APPARENTE, DOVUTO IN GRAN PARTE AL DISFACIMENTO SUICIDA DEL PD

DAGOREPORT

Come governare un Paese con l'economia allo stremo e la gente incazzata verso tutto se il drammatico spaccato della classe dirigente politica offerto in pubblico dalle elezioni a oggi e' fatto di pochi professionisti tutti compromessi con il proprio passato e di tanti neofiti inesperti che probabilmente mai hanno studiato la Costituzione o amministrato un condominio ma che utilizzano la rete per sputtanare tutti, talvolta anche se stessi?

È la situazione che Re Giorgio II ha ben chiara di fronte e che domani pomeriggio tradurrà in un breve e sintetico discorso davanti alle Camere riunite: "Cari onorevoli senatori e deputati, per mesi ho spiegato in pubblico e in privato che non avrei accettato alcuna rielezione. In extremis mi sono visto costretto, e sottolineo costretto, a cambiare opinione per aiutare il Paese a superare una situazione senza precedenti. Ora farò un governo e se non la smettete con le vostre beghe & seghe e ne sostenete l'azione affinché possiamo dare al Paese risultati rapidi e significativi, io mi dimetto davvero dalla sera alla mattina oppure vi mando a quelle elezioni che nessuno di voi vuole". Sarà tutto in quirinalese nobile e responsabile, ma il senso non potrà che essere questo.

Nemmeno Re Giorgio redivivo, rafforzato dall'incapacita' altrui, dall'arma delle dimissioni che sempre in mano ha e dalla possibilità di sciogliere le Camere, tuttavia si nasconde le grandi difficoltà di formare e soprattutto far funzionare un governo nella situazione data. Ecco i personaggi e gli interpreti sui quali il Colle sta ri-ragionando, per arrivare in tempi brevi ad una proposta di governo praticabile:

Uno. Non c'è dubbio che Re Giorgio risorto dopo Pasqua voglia Amato. Lo considera il miglior professionista della politica, nella situazione data, incappucciato com'è con i poteri forti internazionali. Sa anche che le controindicazioni ci sono e sono tante, al netto delle voglie di rivincita dei fratelli Craxi, e la principale e' quella della battaglia frontale che ha avviato Grillo contro di lui. Ma Re Giorgio sa essere tignoso.

Due. Letta Enrico: tanti dicono che la sua esperienza di sottosegretario alla presidenza del Consiglio nell'ultimo governo Prodi non è stata un granché, malgrado la buona stampa. Ma l'obiezione sostanziale e' questa: in questi mesi non soltanto e' stato il vice di Bersani condividendone tutti gli errori ma contemporaneamente ha partecipato sia a tutte le consultazioni per costruire il "governo di cambiamento per smacchiare il leopardo" sia a tutte le trattative con il Conte Zio Letta Gianni per eleggere un Presidente della Repubblica condiviso con Berlusconi.

Quanti voti perderà nella faida perenne del fu Pd? È il vice di Giulio Tremonti all'Aspen, e' vice di tante cose per via di anni di frequentazione dell'establishment incappucciato, ma può essere lui l'Andreotti di questi difficili e disperati anni? Bindi Rospy intanto gli consiglia vivamente di lasciar perdere.

Tre. Grasso Pietro avrebbe il vantaggio di liberare una poltrona, peraltro ambita dal Pdl, e diventare l'esecutore dei punti programmatici individuati dai cosiddetti saggi alcune settimane fa. Certo, non ha alcuna esperienza delle dinamiche politiche e di governo ma è oggi uomo delle istituzioni e i grillini, o almeno una parte di essi, potrebbero riscontrare su di lui incrostazioni minori e avere qualche diffidenza in meno a dialogare su temi specifici.

Quattro. Stesso discorso varrebbe in una certa qual misura per Cancellieri Pina.

Cinque. Fabrizio Saccomanni. La grave situazione economica potrebbe consigliare a Re Giorgio di ricorrere al direttore generale di Bankitalia, o comunque inserirlo all'Economia al posto di Grilli. Quel che è certo e' che Monti Mario dai dicasteri economici ne verrà tenuto lontano, vista la sua disastrosa esperienza rispetto agli andamenti dell'economia reale, cosa che sa bene anche il suo cane Spread. Del resto Scelta Civica e' una formazione troppo grande per fare da semplice supporto ad un ministro degli Esteri (massima carica cui l'ex premier può aspirare) e troppo piccola per supportarne altre di ambizioni.

Sei. Tuttavia un governo ci sarà, e presto. Magari con Amato ministro e non premier, con Alfano, con Violante e Onida, non con Giorgetti e con la difficoltà di individuare i nomi pesanti del Pd dopo la mattanza e la coda di veleni e dimissioni delle settimane appena trascorse.

Insomma, il governo avrà il meglio di quello che offre la piazza dei professionisti, farà gli interventi possibili sull'economia e la metà dei punti programmatici dei saggi: niente riforme costituzionali, probabilmente la riforma elettorale, niente riforma della giustizia perché troppo distanti le posizioni. E tale governo resterà in carica sino al maggio 2014 per collocare le elezioni anticipate insieme a quelle per il Parlamento europeo.

Nel frattempo, bisognerà vedere quali altri spaccature nel Pd emergeranno dal voto di fiducia al governo (a cominciare dal distacco vergognoso di Vendola che dopo ha impuegato cinque minuti dal voto a tradire Bersani e si avvia a ricostituire una sorta di fantasma del Psiup con Ingroia e Barca). E cosa succedera' al congresso, devastante e finale, che si terra entro l'anno? Chi vincerà l'opa sul Pd?

Berlusconi, nonostante la sua buona tattica recente, non otterrà nulla per la fuoriuscita definitiva dai suoi processi. Anche se, va detto, sinora gli aiutini del Colle hanno rimandato la questione. Ma la caduta del Pd non potrà che riflettersi nel l'implosione del Pdl, con la diaspora che seguirà all'effetto sentenze.

Grillo Beppe e i suoi grillini, per quanto si nutrano della rabbia del Paese per l'impoverimento che avanza, sono un fenomeno transitorio, come sta emergendo proprio nell'ora del loro massimo successo apparente, dovuto in gran parte al disfacimento suicida del Pd.

E il leader maximo sta moderando i toni perché ha capito, dopo molte e ripetute spiegazioni, che un qualsiasi incidente in una sua piazza avrebbe conseguenze devastanti per il Paese. Rodota', diventato improvvisamente titolare di 240 voti quirinalizi, probabilmente ha avuto ancora meno voti digitali per piazzarsi terzo dopo Gabanelli e Strada e diventare il candidato dopo la rinuncia dei primi due classificati alle "quirinarie" grilline sulla rete.

Cinquantamila clic, hanno detto dalle parti di Casaleggio, per candidarlo, un'inezia rispetto agli stessi otto milioni e mezzo di voti che i grillini hanno avuto dagli italiani a febbraio. Ma bisogna decidersi: la nostra e' una democrazia rappresentativa o un sistema basato su chi in quel momento ha voglia e tempo di mettere un clic sulla rete? Un punto debole che mina alla base il partito della trasparenza.

 

 

 

GIORGIO NAPOLITANO napolitano giorgio Giorgio Napolitano GIORGIO NAPOLITANO Giorgio Napolitano con la bandiera italiana PIERO GRASSO Cancellieri AnnaMaria GIULIANO AMATO Letta Enrico FABRIZIO SACCOMANNI abbraccio ALFANO E BERSANI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....