jeremy corbyn boris johnson

BREXIT, CHI VINCE NEL REGNO UNITO? BORIS JOHNSON È IL FAVORITO: DOMANI POTREBBE FINALMENTE TERMINARE UNO PSICODRAMMA CHE DURA DA TRE ANNI E MEZZO - GRAZIE A UN CORBYN CHE, TRA ANTISEMITISMO E NUOVE TASSE NON NE HA IMBROCCATA UNA – MA “BORIA” È INVISO A MOLTE PERSONE CHE POTREBBERO VOTARGLI CONTRO SOLO PER IL GUSTO DI FARLO – VIDEO

 

 

 

Antonello Guerrera per www.repubblica.it

 

boris johnson al mercato del pesce di grimsby 1

Sono considerate le elezioni più importanti della storia recente del Regno Unito. Perché decideranno la Brexit, il futuro del Paese e dunque anche quello dell'Unione Europea. Si vota domani 12 dicembre, fatto eccezionale, visto che da queste parti non si tenevano elezioni in questo mese addirittura dal 1923, perché è una stagione in cui è difficile fare campagna elettorale oltremanica a causa di poca luce, freddo e tanta pioggia, se non neve. Ma sono tempi straordinari, cruciali e delicatissimi e dunque anche quest'ultimo tabù è stato rotto.

 

Che cosa c'è in gioco?

jeremy corbyn in piazza contro boris johnson

Innanzitutto la Brexit. Dovesse spuntarla Boris Johnson, con il suo ossessivo motto "Get Brexit Done" ("realizziamo la Brexit"), l'uscita dall'Europa sarebbe presto sancita e inappellabile perché il premier conservatore avrebbe una maggioranza tale da far passare senza troppi problemi il suo accordo Brexit in Parlamento e quindi dire ufficialmente addio all'Ue e iniziare i delicatissimi negoziati sui rapporti futuri Ue-Uk.

 

proteste contro boris johnson 2

Se invece Jeremy Corbyn riuscisse nella clamorosa rimonta, potrebbe formare un governo di minoranza e approvare un nuovo referendum Brexit. Non solo. In ballo ci sono due idee radicalmente differenti per il futuro del Paese. Da una parte il neo-thatcherismo di Johnson e la vocazione neo-liberista del premier. Dall'altra, la soluzione socialista e anti neoliberismo di Corbyn, con la promessa di numerose nazionalizzazioni e una sensibile espansione del welfare e dello Stato nella vita dei cittadini.

 

I partiti in lizza

marcia anti brexit 14

In primis i conservatori del premier Boris Johnson, che lo scorso novembre ha voluto fortemente queste elezioni in quanto aveva perso la maggioranza in Parlamento: di conseguenza si era impantanato sulla Brexit e sul suo controverso accordo con l'Ue, che secondo i suoi critici spaccherebbe il Regno Unito lasciando pericolosamente l'Irlanda del Nord nell'orbita europea. Il partito di opposizione più pericoloso per Johnson è il Labour di Jeremy Corbyn, che però sembra in declino dalle elezioni del 2017 quando ci fu una clamorosa rimonta laburista segnando per sempre il destino politico di Theresa May).

 

JEREMY CORBYN CON LA KEFIAH

A seguire, tra i principali partiti, ci sono i liberal democratici della giovane leader Jo Swinson, anch'essi però in forte calo nelle ultime settimane; il partito nazionalista e indipendentista scozzese della premier locale Nicola Sturgeon; i Verdi; il partito nazionalista gallese Plaid Cymru e i nazionalisti repubblicani nordirlandesi di Sinn Féin, che però per convenzione e protesta contro Londra non siedono in Parlamento.

 

Chi è favorito

Jo Swinson

I "tories", principalmente per due motivi. Il primo: con l'accordo in tasca con l'Ue sulla Brexit, che finalmente potrebbe terminare - con costi e conseguenze ancora ignoti - uno psicodramma nazionale durato tre anni e mezzo; molti britannici voteranno tory soltanto per chiudere definitamente la Brexit, turandosi il naso su altri temi. E poi, come seconda ragione, Boris Johnson: un politico di indubbio fascino e carisma, seppur molto più polarizzante di quando era sindaco di Londra. Soprattutto per la borghesia medio-alta potrebbe risultare il più rassicurante di tutti.

 

proteste contro boris johnson 3

Ma attenzione: Johnson è inviso a molti e alcuni suoi aspetti destano ampia preoccupazione, come la scarsa empatia per i ceti popolari (vedi l'ultimo rifiuto di guardare la foto di un bambino a terra in un ospedale di Leeds senza letti), ma anche un apparente schiacciamento nei confronti di Donald Trump che potrebbe pesare dopo l'uscita dall'Ue, la quale inoltre potrebbe rivelarsi rovinosa se Uk e Ue non trovassero un accordo commerciale nei loro rapporti futuri. Infine, il governo Johnson di brexiter radicali, come l'anti-europeista ministra dell'Interno Priti Patel, conquista ma aliena anche molti elettori.

boris johnson con la premier scozzese nicola sturgeon 2

 

Il Labour di Corbyn invece è sembrato per lunghi tratti della campagna elettorale in fase calante per due motivi: la lunga ambiguità sulla Brexit, risolta solo all'ultimo dalla promessa di un secondo referendum; e poi la sensibile perdita di popolarità del leader Jeremy Corbyn, criticato per il suo atteggiamento ampiamente giudicato freddo e distaccato nei confronti dello scandalo antisemitismo ma anche per varie posizioni discutibili e controverse, come sulla politica estera, vedi l'equidistanza sul Venezuela di Maduro o la grande prudenza verso la Russia dopo l'avvelenamento di Salisbury.

priti patel

 

boris johnson

I liberal-democratici di Swinson, invece, sono forse la più grande delusione sinora. Dopo il grande successo delle europee di maggio quando veleggiavano oltre il 20%, il partito ha commesso molti errori, su tutti quello di puntare alla revoca unilaterale della Brexit, soluzione estremista persino per molti europeisti. La leadership di Swinson, accusata tra l'altro dei danni dell'austerity quando anni fa era sottosegretario nel governo di coalizione Tory e lib-dem, ora è già in bilico.

 

I nazionalisti scozzesi (Snp) di Nicola Sturgeon, che invece chiedono un secondo referendum sull'appartenenza della Scozia al Regno Unito (dopo quello del 2014), invece sono in forma proprio per il loro europeismo e l'opposizione a Johnson. Potrebbero aumentare i loro seggi fino a schierare quota 20 in Parlamento.

boris johnson regina elisabetta

 

Che cosa dicono i sondaggi

Due sono gli scenari possibili. Una vittoria dei conservatori di Boris Johnson, che innescherà dunque il completamento della Brexit e le altre conseguenze spiegate sopra. Oppure, un nuovo "hung parliament", ossia un parlamento "appeso", bloccato, a causa di una rimonta di Corbyn nei seggi decisivi. A quel punto, l'unica soluzione per uscire dal pantano della Brexit, sarebbe un secondo referendum.

BORIS JOHNSON DONALD TRUMP

 

Tutti i sondaggi hanno sempre dato sinora a Johnson una maggioranza più o meno netta. Ma il distacco si è ridotto sempre di più, è sceso a meno di 9 punti su base nazionale. Secondo l'ultima rilevazione di YouGov un nuovo parlamento bloccato è assolutamente possibile. Questo perché non contano i voti totali nell'intero Paese, ma quanti seggi dei 650 a disposizione si vincono, collegio per collegio. Essendo molte circoscrizioni in bilico di pochi voti, è stato calcolato che potrebbe rivelarsi decisiva la scelta di soltanto 10mila britannici indecisi sparsi nei vari collegi in cui sarà battaglia all'ultimo respiro.

boris johnson leccato dal cane

 

Il sistema elettorale britannico

boris johnson al mercato del pesce di grimsby

Viene chiamato in gergo "first past the post", ossia "colui/colei che arriva primo/a, vince". È un maggioritario uninominale secco. In pratica, il candidato del singolo collegio che prende più voti vince il seggio in Parlamento. Dunque non si tratta di una sfida sul numero di voti a livello nazionale, bensì di una lotta elettorale capillare e locale, composta dunque di 650 piccole sfide che comporranno il Parlamento e la sua maggioranza. Per questo si tratta di elezioni estremamente imprevedibili, a maggior ragione quest'anno, con la Brexit di mezzo e tanti altri fattori in gioco.

il traditore boris difende trump e non il regno unito

 

I fattori decisivi

Saranno quattro. Il primo: gli elettori laburisti brexiter nel Nord dell'Inghilterra e nelle Midlands. Se questi voteranno in massa Johnson puramente in nome della Brexit, allora per Corbyn potrebbe essere una disfatta storica e un trionfo per Boris. Secondo: quanti europeisti delusi ed ex elettori laburisti torneranno nelle braccia di Corbyn.

 

Potrebbero essere molti, vista la susseguente e probabile delusione subita con i lib-dem (da molti considerati poco credibili visto che il loro fondamentalismo anti-brexit) e il fatto che il leader Labour, nonostante la sua annunciata "neutralità" in un secondo referendum, comunque offre un'altra consultazione popolare sulla Brexit e sondaggi alla mano guida il partito nella posizione migliore per ottenerlo. Terzo: il voto giovanile. Quest'anno c'è stato un record di nuove registrazioni alle elezioni e, a differenza del passato, le scelte degli under 30 potrebbero essere decisive.

boris johnson al mercato del pesce di grimsby 2

 

Quarto: la possibilità del voto tattico, ossia, come ha spiegato di recente l'attore e attivista Hugh Grant a Repubblica, votare in ogni collegio il candidato che ha più chance di sconfiggere l'esponente conservatore, qualsiasi sia il suo colore politico, in modo da fermare la Brexit. Ufficialmente, i partiti Labour e Lib-Dem hanno assolutamente escluso alleanze in tal senso. Ma a livello locale gli elettori anti-Boris potrebbero autonomamente decidere di adottare questa tattica.

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”