renzi dietro la finestra

RENZEXIT! IL BULLETTO TOSCANO SALE AL COLLE ALLE 19 PER PRESENTARE LE DIMISSIONI - NAPOLITANO ESORCIZZA OGNI IPOTESI DI VOTO ANTICIPATO: “E’ TECNICAMENTE IMPOSSIBILE” - SALTA IL DIBATTITO ALLA DIREZIONE PD: SI APRE E CHIUDE CON LE COMUNICAZIONI DI RENZI AL PARTITO (PER LA SERIE: IO SO' IO E VOI NON SIETE UN CAZZO)

Da www.repubblica.it

 

RENZI DIETRO LA FINESTRARENZI DIETRO LA FINESTRA

Ora i riflettori si spostano sulla sede del Pd al largo del Nazareno dove, alle 17,30, si riunirà la direzione del Pd che dovrà decidere con quale soluzione Renzi si presenterà alle 19 al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 

La principale ipotesi in campo sembra quella di un governo istituzionale, di responsabilità nazionale, basata su un largo consenso, che possa innanzitutto cambiare la legge elettorale. L’unica alternativa, secondo il premier Matteo Renzi, sarebbero le elezioni anticipate. Ipotesi però sulla quale scende il gelo dell'ex presidente Napolitano: "Voto subito è tecnicamente incomprensibile".

 

MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI   MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI

Dopo la direzione Renzi salirà al Quirinale per rassegnare le dimissioni, congelate da lunedì in attesa dell’approvazione della manovra. Subito dopo partirebbero le consultazioni del capo dello Stato per gestire la crisi. Chiara la richiesta della Lega che minaccia la protesta: “Voto subito o andremo in piazza” scandisce Matteo Salvini.

 

Al momento invece non si può escludere neanche un Renzi bis, come dice il presidente della regione Piemonte Sergio Chiamparino, per il quale comunque  “la legislatura è finita nei fatti, bisogna votare il prima possibile. E la primavera è il periodo giusto". Chiamparino, che è stato esponente della maggioranza renziana, non è tenero con il presidente del Consiglio: “La sola cultura della gestione del potere non tiene unito il partito, bisogna ricostruire un progetto politico”.

 

AGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONIAGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI

DIREZIONE PD, FORSE SALTA IL DIBATTITO TRA TENSIONI E INVITI ALLA CALMA

Dovrebbe aprirsi e chiudersi con le comunicazioni di Matteo Renzi, senza alcun dibattito, la riunione della direzione del Partito democratico convocata per oggi pomeriggio. L'ipotesi confermata da fonti del Nazareno è infatti che il segretario prenda la parola all'inizio della riunione, spiegando le sue intenzioni e sottolineando il ruolo in questa fase del presidente della Repubblica.

 

Il dibattito interno al partito sull'analisi del voto verrebbe invece rinviato a un secondo momento. L’attesa però si carica di tensione: sui social infatti si diffonde la voce dell’arrivo al Nazareno di militanti del partito intenzionati a contestare gli esponenti della minoranza che si sono schierati per il No, a partire da Bersani, già oggetto di attacchi sulla sua pagina Fb.

 

AGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONIAGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI

Ma il presidente dei dem, Matteo Orfini, invita alla calma: "Ho visto sui social argomenti e slogan - per fortuna usati da pochi - che non mi piacciono. Capisco l'amarezza per quanto successo...ma chiedo a tutti quelli che verranno di abbracciare e sostenere il nostro partito, lasciando ad altri la rabbia. Affrontiamo anche questo passaggio difficile col sorriso e con la tranquillità e ne usciremo più forti di prima". E D'Alema fa sapere che non parteciperà alla direzione per precedenti impegni a Bruxelles.

 

Italicum, la Consulta spiega la data del 24 gennaio - Bersagliati da più parti per i tempi lunghi del suo esame della nuova legge elettorale, passaggio cruciale per la soluzione della crisi politica in atto, i giudici della Corte costituzionale hanno diffuso una nota: "La scelta di una data anteriore rispetto a quella fissata del 24 gennaio per la trattazione delle questioni relative alla legge elettorale avrebbe privato le parti dei termini dei quali dispongono per legge, allo scopo di costituirsi in giudizio e presentare memorie". E si sottolinea anche come la Consulta "operi secondo le regole degli organi giurisdizionali".

 

RENZI MATTARELLA 9RENZI MATTARELLA 9

A Palazzo Madama passano fiducia e manovra - Poco dopo le 14, passa la fiducia. Di primo mattino era stata la ministra per i rapporti con il Parlamento e per le Riforme, Maria Elena Boschi, ad annunciare all'Aula la richiesta di fiducia sull’articolo 1 della manovra, accolta con un mormorio e il rammarico del presidente della commissione Bilancio, il pd Giorgio Tonini, espresso a nome di tutti i gruppi e anche del governo, “per non aver potuto effettuare una lettura compiuta della legge”, alla quale erano stati presentati circa mille emendamenti.

 

renzi grasso mattarellarenzi grasso mattarella

Destinati comunque a decadere visto che con la fiducia si è chiesto di approvare la manovra senza modifiche, nel testo già licenziato dalla Camera. Tra le dichiarazioni di voto a favore, insieme ai gruppi di maggioranza si è espresso per il sì anche Ala-Sc. Dopo il voto di fiducia, il Senato ha dato il via libera anche alla Manovra vera e propria,  il ddl bilancio 2017. A favore del provvedimento, che diventa legge, si sono espressi 166 senatori, 70 contrari e un astenuto.

 

L'opposizione dichiara il suo no - Come previsto, le opposizioni a metà mattina si erano espresse per il no al voto di fiducia contestando l'operato del governo e i contenuti della manovra, difesa invece da Giorgio Santini (Pd), che ha sottolineato il "senso di responsabilità del suo partito".

 

mattarella renzi 7mattarella renzi 7

A spiegare il No del M5S Luigi Gaetti, che ha puntato l'indice sull'"arroganza della ministra Boschi" venuta in Aula a chiedere la fiducia. Per Paolo Romani (Forza Italia) "netto dissenso per metodo e contenuti della legge di bilancio, il popolo ha già detto no a un governo ricco di slide e povero di idee".

 

"Il no della Lega" ha spiegato Gian Marco Centinaio "è nel merito e nel metodo. Renzi ci ha preso in giro, ricorderemo agli italiani "questi mille giorni di niente". La difesa è toccata al dem Santini, capogruppo Pd in commissione Bilancio: "Approvare la legge di bilancio è un "atto responsabilità verso il Paese" e di "tutela", perchè altrimenti entrerebbe in vigore l'esercizio provvisorio ma anche perchè scatterebbero imposte per 15 miliardi (le clausole di salvaguardia). Ha quindi difeso i provvedimenti della manovra che vanno nella direzione di "irrobustire il percorso della ripresa economica".

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....