conte renzi

RENZI ''DENTRO O FUORI'': ''SE CONTE RESPINGE LE NOSTRE PROPOSTE, ITALIA VIVA FA UN PASSO INDIETRO''. PECCATO CHE TRA LE ''PROPOSTE'' CI SIA ANCHE L'HARAKIRI DI CONTE CHE DOVREBBE LASCIARE IL POSTO A DRAGHI O, VISTO CHE SUPERMARIO NON CI PENSA PER NIENTE, ALLA CARTABIA. LA PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE È IL NUOVO JOLLY CHE SI PORTA SU TUTTO

 

  1. RENZI,SE CONTE RESPINGE PROPOSTE, PASSO INDIETRO IV

 (ANSA) - "Se il Premier riterrà che su queste cose si possa trovare un buon compromesso, noi ci saremo. Se il Premier riterrà di respingere le nostre idee, faremo senza polemiche un passo indietro, magari a beneficio dei cosidetti responsabili". Così Matteo Renzi su fb elencando i 4 temi che porrà nell'incontro con Conte: sblocco con i commissari dei cantieri fermi; eliminare o modificare il reddito di; "Giustizia Giusta" e cambiare "le regole insieme per eleggere il Sindaco d'Italia".

RENZI CONTE

 

"Nei giorni scorsi - ripercorre il leader Iv - Conte si è rivolto con toni molto duri nei nostri confronti. E noi abbiamo risposto con decisione. E tuttavia ho fatto io il primo passo, vincendo l'orgoglio personale, perché la serietà viene prima delle ripicche personali. Ho chiesto di vederlo perché la partita si giochi in modo trasparente e diretto. E ho molto apprezzato il fatto che il Premier abbia comunicato di voler recarsi poi in Parlamento per proporre in quella sede l'Agenda 2023. Bene così: trasparenza".

 

"Non chiediamo - afferma Renzi - nomine o sottosegretariati: chiediamo che ascoltino (anche) le nostre idee. Noi abbiamo messo sul tavolo 4 grandi temi. 1- Sblocchiamo con i commissari i cantieri fermati dalla burocrazia. 2- Eliminiamo o modifichiamo il reddito di cittadinanza che non funziona 3- Lavoriamo per una Giustizia Giusta, per i diritti e contro il populismo giustizialista. 4- Cambiamo le regole insieme per eleggere il Sindaco d'Italia dando cinque anni di stabilità al Governo".

 

  1. GOVERNO: RENZI, 'DENTRO O FUORI' È QUESTIONE DI CONTENUTI

 (ANSA) - "Dentro o fuori non è una questione di tattica, ma di contenuti. Se sui contenuti siamo d'accordo, si sta dentro. Se sui contenuti siamo lontani, è giusto che tocchi ad altri. Con una parola: noi facciamo politica, non populismo". Così Matteo Renzi su fb pone le condizioni per restare in maggioranza.

 

  1. GOVERNO:RENZI,NON È PARTITA PERSONALE, SERVE SVOLTA

CARTABIA

 (ANSA) - "Qui non si gioca una partita personale, di simpatia o antipatia. Si gioca una partita politica, di contenuti. Ripeto ciò che sto dicendo da giorni, in tutte le sedi, pubbliche e private. L'Italia vive una fase di difficoltà che nei prossimi mesi potrebbe peggiorare. Occorre una svolta". Così Matteo Renzi su fb spiegando di aver vinto "l'orgoglio personale perché la serietà viene prima delle ripicche personali" chiedendo un incontro al premier Giuseppe Conte.

 

 

  1. L'IDEA DI MATTEO: LA CARTABIA PREMIER

Elisa Calessi per "Libero quotidiano"

 

marta cartabia 2

Una donna a Palazzo Chigi. E magari, dopo un anno, al Quirinale. È questa la carta segreta che il più spericolato dei giocatori, Matteo Renzi, pensa di mettere sul piatto in questa pazza partita. Il nome è quello di Marta Cartabia, dall' 11 dicembre eletta presidente della Corte Costituzionale, la prima donna a ricoprire quella carica. Cattolica, giurista apprezzata dai colleghi e stimatissima da Sergio Mattarella. Quel presidente con cui Renzi - come è notorio - non ha un grande feeling.

 

Per tutte queste ragioni, Cartabia è il nome perfetto. In un sol colpo, gli permetterebbe di prospettare una soluzione appetibile a chiunque e a cui Mattarella non potrebbe dire di no. Sarebbe lei il nome per quel governo istituzionale che, nei sogni di Renzi, dovrebbe sfrattare da Palazzo Chigi l' odiato avvocato Conte, blindare la legislatura fino al 2023 e consentire di realizzare la riforma delle riforme, il sindaco d' Italia, l' elezione diretta del presidente del Consiglio.

 

Una proposta lanciata mercoledì nel salotto di Porta a Porta e a cui Renzi, nonostante le reazioni a dir poco fredde di tutti i partiti, non ha ancora rinunciato. «L' 11 agosto», ragionava ieri coi suoi, «ho proposto di fare un governo contro Salvini. Tutti mi hanno risposto picche. Il 19 agosto si è fatto». Renzi è convinto che, con il passare dei giorni, qualche apertura ci sarà. E se non ci dovesse essere? Allora, dicono i suoi, «si va al frontale». Con Conte.

 

GUIDO ALPA

«Se ne torna allo studio Alpa». Come? I modi sono due. O la mozione di sfiducia al ministro Bonafede o il voto di fiducia che il premier ha detto di voler chiedere al Parlamento. «La prossima settimana», spiegava ieri il leader di Iv ai suoi, «vado da Conte con 4 richieste. Se le accetta tutte o quasi, bene. Se no, ci vediamo in Parlamento. E se ne torna a fare l' avvocato». A quel punto - dice il pokerista - dirà «vedo». Cioè voterà la sfiducia. Si apre la crisi e, siccome non si può tecnicamente votare fino a settembre e il 90% del Parlamento vuole arrivare a scadenza, il governo Cartabia vedrà la luce.

 

UNA DONNA NON SI DISCUTE

Nessuno, è il seguito del ragionamento, potrà dire che è una operazione di Palazzo, fatta solo per salvare le poltrone. «Portiamo la prima donna al governo del Paese. Ma cosa possono dire?». Non solo. Nel disegno del giocatore Renzi, Cartabia potrebbe, da lì, dopo un anno, arrivare persino più in alto. Al Quirinale. «Dopo un anno, nel 2022, si vota il presidente della Repubblica. Sarebbe il candidato ideale». Cattolica, giurista, la protetta di Mattarella. Prima donna premier e poi presidente. Renzi di nuovo si ritaglierebbe il ruolo di big player: dopo aver inventato il governo Conte Bis, sarebbe l' autore dell' esecutivo Cartabia e magari del primo presidente della Repubblica donna.

 

giuseppe conte alfonso bonafede 1

Ovvio che, per ora, è solo un disegno. Sogni. I fattori mancanti sono tanti.

Servirebbe un' apertura del centrodestra, della Lega. E una speculare del Pd. Tutte circostanze che, per ora, non si intravedono. Ma il tempo, in politica, può cambiare tutto.

 

Molto dipende da come andrà l' incontro con Conte, la prossima settimana. L' elenco delle richieste lo ha anticipato nella enews settimanale. Primo, la giustizia: cancellare la riforma Bonafede sulla prescrizione. «Sulla giustizia, possiamo fare tutti gli sforzi di compromesso. Ma ci sono dei limiti insuperabili. Il giustizialismo è una patologia populista, il garantismo è la correttezza costituzionale». Secondo, sbloccare i cantieri delle opere pubbliche, nominando cento commissari.

 

bonafede di maio conte

Terzo, cambiare o eliminare il reddito di cittadinanza. «Se ci sono 2.300.000 persone che lo ricevono e solo 39mila hanno trovato lavoro (meno del 2%) significa che non funziona». Infine, il sindaco d' Italia. «Non si può continuare a litigare così. Votiamo l' introduzione del sindaco d' Italia». Ancora: «Noi non vogliamo la crisi ma non siamo disponibili a diventare populisti. Il Pd teorizza: buttiamo fuori Iv e prendiamo i responsabili di Fi. Noi diciamo: se questo è ciò che volete, ok.

 

Possiamo perdere le poltrone, ma non possiamo diventare grillini». Dunque, basta «teatrino», come lo aveva definito in Senato, presentando il piano sui cantieri. «Non desideriamo rompere, ma cerchiamo di trovare dei compromessi finché possibile.

Un chiarimento si imporrà». Se saranno rose, bene. Se no, giocherà la carta della prima donna a Palazzo Chigi.

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...