renzi franceschini silva salis calenda ruffini

QUANDO IL GIOCO SI FA DURO, I VOLPONI COMINCIANO A GIOCARE: RENZI E FRANCESCHINI SONO A LAVORO PER CREARE UN NUOVO PARTITO DI CENTRO – CON IL PD DI SCHLEIN RIDOTTO A CENTRO SOCIALE GAYFRIENDLY, SERVE UN CONTENITORE RIFORMISTA, LIBERALE, PRAGMATICO CON L’OBIETTIVO DI METTERE INSIEME I CENTRISTI (DA AZIONE A RUFFINI, DA +EUROPA A MARATTIN) E RAGGIUNGERE IL 10% - SE GIORGIA MELONI CAMBIERA’ LA LEGGE ELETTORALE (PROPORZIONALE CON PREMIO DI MAGGIORANZA), SERVIRA’ INDICARE UN CANDIDATO PREMIER, CHE POTREBBE ESSERE LA SINDACA DI GENOVA, SILVIA SALIS – “LA STAMPA”: “PER RENZI QUELLA DEL 2027 È UNA SFIDA VITALE ANCHE PERCHÉ IL PROSSIMO PARLAMENTO VOTERÀ IL SUCCESSORE DI MATTARELLA AL QUIRINALE. E LUI DÀ CREDITO ALLE VOCI SU MELONI INTENZIONATA A DIVENTARE LA PRIMA DONNA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA”

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

franceschini renzi

Mancano venti-ventidue mesi, se, come dicono dentro Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni farà di tutto per anticipare le elezioni del 2027 in primavera. Così, il motore della politica ha ripreso a girare. I partiti discutono di strategia e sopravvivenza, alla luce anche della quasi certezza che la premier cambierà la legge elettorale. Se resteranno compatti, come Meloni ha chiesto a Matteo Salvini, consapevole che la Lega rischia di più dalla cancellazione dei collegi uninominali, avranno i numeri per inventarsi un nuovo meccanismo di distribuzione dei seggi in Parlamento.

SILVIA SALIS CON MATTEO RENZI

 

L'orizzonte di un proporzionale, con premio di maggioranza, e indicazione del presidente del Consiglio, come previsto dalla riforma del premierato, ha già rianimato il frammentato cosmo alternativo a Meloni, dove si muovono, coordinandosi, Matteo Renzi e Dario Franceschini. Il leader di Italia Viva lo fa apertamente, il secondo come piace a lui, da regista, dietro le quinte. […] Sanno annusare l'aria […] e hanno in mente lo stesso piano.

 

[…] Creare una forza riformista, di cultura liberale, attenta alle imprese e alle esigenze del mondo cattolico che non vuole soccombere alle campagne della destra sui migranti, ma neppure all'egemonia della sinistra sui diritti. […] Renzi e Franceschini ragionano di leadership, di possibili candidati, o, ancora meglio, candidate anti-Meloni. […] Franceschini si è lasciato andare […] in un colloquio con Il Foglio: ha immaginato una nuova forza politica capace di arrivare al 10%, aggregando tutti i piccoli partiti o semplici progetti civici ancora in cerca d'autore, e ha fatto tre nomi da tenere d'occhio, tra cui la sindaca di Genova Silvia Salis.

RENZI FRANCESCHINI

 

Poco dopo, Renzi ha riunito la convention nazionale di Italia Viva proprio a Genova, sotto lo slogan: "Si può fare". […]  per Renzi quel richiamo ha un valore preciso: è il momento di far risorgere […]  lo spirito del Pd della fondazione, quello più liberal. Ed è proprio ciò di cui è convinto Franceschini. Se non si può fare più dentro il Pd, lo si farà con un'altra formazione. […] Mettere insieme Renzi, la voglia di politica di Ettore Maria Ruffini, i cattolici dem insoddisfatti, Più Europa, sperando di tenere agganciata Azione di Carlo Calenda e magari anche le aspirazioni liberaldemocratiche di Luigi Marattin.

 

schlein landini conte

Secondo Franceschini il Pd di Elly Schlein è schiacciato a sinistra e va lasciato là, al suo circa 22%, in competizione con il M5S e Avs. Il proporzionale alimenterà la contesa. I sondaggi ormai sono fermi da tempo: linee piatte. Dal 2022 non c'è alcun exploit, solo una forte polarizzazione. Eppure un'analisi Swg di una settimana fa segnala che 4 italiani su 10 hanno voglia di un partito completamente nuovo. E ne hanno voglia soprattutto gli elettori giovani e meno attratti dalla destra. Una conferma dell'analisi che fa Franceschini e che rafforza l'idea che quel 7, 8% del Terzo Polo Renzi-Calenda preso nel 2022 sia un'ottima base di partenza.

 

CARLO CALENDA ELLY SCHLEIN

[…] L'ex premier e i suoi non fanno che parlare di Salis. Renzi ci si rivede: sindaca, giovane, in grado di bruciare le tappe e passare da una grande città a Roma. Persino al governo, secondo lui. Per storia, carattere e capacità – sostiene – potrebbe riuscirci. Nella politica di oggi, veloce a creare e a distruggere, non sarebbe neanche una particolare stranezza. E poi è donna. Un elemento che tengono in considerazione sia Renzi sia Franceschini: perfetta per sfidare Meloni, tanto più se passerà la norma che impone di indicare il candidato premier.

 

ernesto maria ruffini

La leader FdI la vuole per mettere in difficoltà il campo progressista, convinta che Schlein e Conte difficilmente si metteranno d'accordo. A quel punto potrebbe servire un terzo nome, un federatore super partes. Nel Pd, nell'ala dormiente dei riformisti, considerano l'idea di Salis prematura. […] Per Renzi quella del 2027 è una sfida vitale anche per un altro motivo. Perché il prossimo Parlamento voterà il successore di Sergio Mattarella al Quirinale. E lui dà credito alle voci che circolano da destra a sinistra su Meloni intenzionata ad abbattere un altro muro, e diventare la prima donna presidente della Repubblica, dopo esserlo stata del Consiglio dei ministri.

luigi marattinGIORGIA MELONI E CARLO CALENDA - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…