RENZI NON SI FIDA DI MARINO E CHIAMA COME COMMISSARIO PER IL GIUBILEO, IL MAGISTRATO SABELLA - D’ALTRONDE FABRIZIO BARCA NEL SUO DOSSIER SUL PD ROMANO E’ STATO CHIARO: “UN PARTITO INFEUDATO, NON AL SERVIZIO DI CITTADINI”

Chiara Pellegrini per “Libero quotidiano”

 

marino renzi  foto mezzelani gmt325marino renzi foto mezzelani gmt325

Povero sindaco Marino. «Se ci deve essere un supercommissario quello sono io», sosteneva. Tira e molla con Palazzo Chigi, l’incontro con Graziano Delrio per prendere accordi «ho già pronto un giubileo low cost», annunciava. «Non esistono norme che obblighino ad individuare l’eventuale commissario in una persona diversa dal sindaco», sosteneva il primo cittadino ricordando il precedente del 2000, quando Francesco Rutelli fu nominato commissario straordinario per il Giubileo dal governo.

 

Ed invece niente da fare. Matteo Renzi a gestire i rapporti tra Vaticano, Comune e Regione, per il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco, ha chiamato il magistrato antimafia Antonio Sabella. Un compresso per non commissariare del tutto Marino, che non voleva qualcuno che fosse estraneo al Campidoglio.

 

RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO

Così, con il placet di Matteo Orfini, commissario dei democratici romani e presidente nazionale del Pd, è stato chiamato Sabella, già a Roma lo scorso dicembre, dopo lo scandalo di Mafia Capitale per rivestire il ruolo di assessore alla Legalità. Ma non chiamatelo «supercommissario». «Quando sento la parola commissario mi vengono i brividi, perché», ha spiegato Sabella, «ho visto cosa hanno combinato i commissari straordinari nel nostro Paese tranne qualche rara e virtuosa eccezione».

Fabrizio Barca Fabrizio Barca

 

Il commissariamento trasversale di Marino che, si dice, avesse messo sul tavolo di Delrio le dimissioni piuttosto che perdere il ruolo di deus ex machina del Giubileo, non risolve le magagne del partito di Renzi. Il dossier sul Pd di Roma anticipato ieri da Libero, redatto da Fabrizio Barca e consegnato ad Orfini, è impietoso.

 

«Una realtà drammatica in cui una parte non piccola degli iscritti non sono veri, uno su 5 ha dei problemi» dice Orfini. Uno screening che rivela «un partito in larga parte infeudato, non al servizio di cittadini e iscritti ma di signori delle tessere o delle preferenze e che per questo rischia di essere pericoloso per la città», ha spiegato il commissario del Pd Roma, annunciando interventi prima dell’arrivo del rapporto finale.

 

Con un rapporto che toglie il velo ad un partito «cattivo, ma anche pericoloso e dannoso» fatto di «troppe clientele», l’unica soluzione, in vista del Giubileo, deve essere sembrata quell’ex sostituto procuratore del pool antimafia di Palermo. Sabella dunque da oggi è uno e trino: assessore alla Legalità; da mercoledì anche delegato per il litorale, dopo le dimissioni forzate del presidente del X municipio Andrea Tassone (Pd) per infiltrazioni mafiose in giunta e ora plenipotenziario per il Giubileo.

Alfonso SabellaAlfonso Sabella

 

Il timore è che anche l’Anno Santo possa essere un’occasione per gli uomini del malaffare c’è. Lavori, appalti, investimenti potrebbero, infatti, far gola a organizzazioni criminali. Per questo Sabella invoca «regole, regole, regole, è l’unico modo per evitare le infiltrazioni mafiose nelle opere che verranno realizzate per il Giubileo». Sabella, che non vuole titoli ma solo «deroghe», si affida dunque alle regole per evitare le infiltrazioni mafiose nelle opere che verranno realizzate per il Giubileo.

 

GIUBILEO GIUBILEO

«Occorre che ci dotiamo di regole chiare, ferme e sicure per tutti», ha aggiunto, «in modo che sia impossibile adottare procedure straordinarie, d’emergenza, affidamenti diretti, cottimi fiduciari aumma aumma». Le regole le chiede Sabella ma anche le associazioni dei consumatori, che fanno appello affinché ci sia una task force contro le speculazioni. Preoccupazioni che vengono anche dalla Chiesa.

 

«C’è una diffusa carenza di etica», ha detto il direttore della Caritas romana, monsignor Enrico Feroci, «e quando si apre uno spazio c’è sempre qualcuno che cerca di infilarsi». La Chiesa di Roma allora rilancia: «Facciamo del Giubileo un momento per pensare ai poveri». E in concreto è allo studio un condono dei debiti per le famiglie più povere, con il coinvolgimento delle aziende municipalizzate, e la istituzione di un fondo famiglia per dare una mano ai nuclei che ormai versano in una situazione di disperazione.

Ultimi Dagoreport

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...