matteo renzi giorgia meloni

RENZI HA TROVATO FINALMENTE UN RUOLO A LUI CONSONO: L'ASSIST-MAN DI GIORGIA MELONI – IERI AL SENATO HA SERVITO SU UN PIATTO D’ARGENTO LA RISPOSTA ALLA DUCETTA, SULL’AUMENTO DEL PREZZO DELLA BENZINA. LA PREMIER HA AVUTO GIOCO FACILE A TIRARE IN BALLO L’AMICIZIA DI MATTEONZO CON BIN SALMAN – I BACI DELL’EX ARCINEMICA RONZULLI E LA SMORFIA A GIORGETTI MENTRE PARLAVA IL SENATORE DI RIAD: “MA QUESTO CHE STA A DI’?” – IL SIPARIETTO CON IL MICROFONO CHE NON FUNZIONA: “M’È PRESO UN COLPO” - VIDEO

GIORGIA MELONI CONTRO MATTEO RENZI IN SENATO

 

 

 

MATTEO RENZI COME GIAMBRUNO - MEME BY DAGOSPIA

1. GIORGIA SFOTTE RENZI SULL’AMICO BIN SALMAN

Dal “Fatto quotidiano”

 

Il Senato regala una preziosa cartolina che riassume in tre minuti le miserie di un decennio di politica italiana.

 

Ieri Giorgia Meloni si è presentata a Palazzo Madama per il question time e l’intervento che ha rubato la scena […] è stato quello di Matteo Renzi.

 

 

RENZI BIN SALMAN MEME

 

 

 

Il senatore ha contestato alla premier le promesse non mantenute […]: “Lei è al governo da più di un anno […] e nel frattempo la benzina è passata da 1,6 a 1,9 euro al litro, i trasporti sono aumentati del 7%, il latte del 9,8%, la pasta e il pane sono aumentati… Oggi non c’è un solo argomento sul quale stia mostrando coerenza”. Osservazioni puntuali, ma pronunciate da chi la coerenza – e in generale la credibilità – pare averla smarrita insieme al consenso.

 

Così Meloni […] si è rifugiata in una provocazione personale: “Il costo della benzina dipende soprattutto dalle scelte dei Paesi che detengono il petrolio: se ci vuole dare una mano con il suo amico Bin Salman, forse ci aiuta […], visto che avete buoni rapporti”. Al Senato si è celebrato l’incontro tra due battutisti, che incidentalmente hanno praticato (o praticano tuttora) il mestiere di presidente del Consiglio.

 

2. IL DUELLO CON RENZI IN AULA «NON FACCIA LA CENERENTOLA» E LEI: CI AIUTI PER LA BENZINA CON IL SUO AMICO BIN SALMAN

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni

C’è un momento in cui Giorgia Meloni piega la testa all’indietro, strizza gli occhi e ride di gusto, poi si volta verso Giancarlo Giorgetti e, sottovoce: «Ma questo che sta a di’?». È il momento in cui il senatore Matteo Renzi alza i toni per convincere la premier che è ora di uscire dalla favola di un governo che ha fatto tutto bene e risollevato l’Italia: «Lei racconta se stessa come fosse Cenerentola... Ma lei non è Cenerentola, né la Bella addormentata, né Biancaneve, è la presidente del Consiglio, si trova a guidare il Paese e non sta governando la situazione economica delle famiglie». Dai banchi della destra gridano «basta!», da sinistra scatta l’applauso e non accadeva da tempo che Pd e 5 Stelle battessero le mani al fondatore di Italia viva.

matteo renzi.

 

Il duello con la leader di FdI suona la sveglia a un’Aula assopita, narcotizzata dalle sviolinate di una maggioranza che litiga ogni giorno su manovra, giustizia, autonomia, riforme, ma quando deve scontrarsi con le opposizioni magicamente si ricompatta. Licia Ronzulli, un tempo la più fiera oppositrice interna di Meloni, loda la premier per «la serietà, il senso di responsabilità, la visione».

 

Il presidente del Senato Ignazio La Russa chiama l’applauso per la sua nuova vice, ricompensata per aver dovuto lasciare a Maurizio Gasparri la guida del gruppo di Forza Italia. Meloni concede due parole secche di «buon lavoro» e la ex capogruppo azzurra giunge le mani, si piega in un inchino e soffia un bacio verso i banchi del governo.

 

 

licia ronzulli maurizio gasparri 5

Il secondo «premier time» di Meloni inizia con la standing ovation […] in memoria di Giulia Cecchettin. La domanda del centrista Antonio De Poli è in realtà un’ode accorata alla leader in tailleur bianco, che le consente di ostentare sicurezza e rivendicare l’aumento di posti di lavoro per le donne come «il risultato che mi rende più fiera».

 

C’è la diretta tv e il microfono fa le bizze. La voce di Meloni va a singhiozzo e quando le lucette rosse lampeggiano e le parole cadono nel vuoto, la presidente si volta verso La Russa: «Ma che, è già finita?». No, no, rassicura la seconda carica dello Stato, «mi dispiace ma ha ancora tempo». E lei, la mano sul petto: «Mi era preso un colpo!».

L’inconveniente tecnico persiste, La Russa propone di cambiare microfono e Meloni ruba il posto al ministro Nello Musumeci.

 

Ma è Renzi che si prende la scena. Invita l’avversaria a non abituarsi al «coro di adulatori e laudatores» e si complimenta per il «meraviglioso spot» in campagna elettorale sulle accise della benzina, «davvero una straordinaria attrice», visto che una volta arrivata al governo le ha aumentate.

 

giorgia meloni al senato

Ironizza su Nordio e la tanto annunciata riforma della giustizia, forse inghiottiti da Chi l’ha visto? . Prova a smontare il pitagorico teorema della coerenza meloniana, che «si è fermata quando lei era all’opposizione». E, svelando di essersi scambiato con la «cara Meloni» centinaia di sms, si esercita sul tema consigli non richiesti di un predecessore a Palazzo Chigi […].

 

Meloni scambia risate e battutine coi vicini di posto, poi si alza per la replica: «Non mi aspettavo da lei questo assist senatore Renzi, la ringrazio». Segue descrizione di un Paese che gode della fiducia dei cittadini e degli investitori, vanta uno spread ai minimi e una Borsa ai massimi. Ma poiché, ammette Meloni, «non abbiamo la bacchetta magica», sul caro carburante sfotte l’ex premier invocandone l’aiuto: «Se vuole dare una mano con il suo amico Mohammad bin Salman […] forse ci aiuterebbe ad abbassare il prezzo della benzina». […]

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