letta renzi conte

"IL VERO PARTITO NO-ZAN È IL PD. DA PARTE DEI DEM UN ATTEGGIAMENTO ARROGANTE MA LETTA FARA’ MARCIA INDIETRO" – RENZI LANCIA UNA PROPOSTA PER SBLOCCARE LO STALLO ALLA MESSICANA SUL DDL ZAN: "UN PATTO PER FISSARE TEMPI E MODIFICHE” – LE BORDATE A CONTE: LUI A PRANZO CON GRILLO, DRAGHI CON BIDEN. MI SEMBRA CHE SI SIANO RIPORTATE LE PERSONE AL LORO HABITAT NATURALE” – E POI PARLA DI SALVINI E DEL VACCINO…

FABIO MARTINI PER LA STAMPA

MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME

 

Matteo Renzi, sul ddl Zan oramai siamo allo «stallo alla messicana»: lei, Letta e Salvini vi tenete sotto tiro a vicenda, in modo che nessuno possa attaccare senza essere contrattaccato, col risultato che la legge sta per essere insabbiata e rinviata all’autunno. Senza sparigliare, non se ne esce?

«La legge è ancora aperta soltanto perché il Pd la sta rinviando. L’ostruzionismo lo ha fatto per mesi la Lega. Ma oggi il vero partito no-Zan è il Pd. Faccio una proposta per sbloccare l’impasse: i capigruppo di maggioranza del Senato coinvolgano quelli della Camera per stabilire assieme un cronoprogramma stringente: si approva la legge Zan con le modifiche concordabili e al tempo stesso alla Camera si impegnino subito a calendarizzare la terza e ultima lettura. Il prima possibile».

 

Letta è arrivato a negare la possibilità di discutere di modifiche, ma ora con la presentazione degli emendamenti si capirà chi è in buona fede: lei crede davvero che la Lega presenterà testi votabili anche dagli altri? Da qualche tempo lei non si fida molto di Salvini?

RENZI LETTA

«A me della Lega non interessa niente. Siamo avversari politici e partecipiamo alla stessa esperienza di governo, come chiesto dal Capo dello Stato. La Lega ha fatto un passo avanti enorme nella persona del presidente della Commissione Giustizia Ostellari, bravo nell’ascoltare le posizioni altrui. Ha abbandonato una posizione ostruzionistica e va riconosciuto.

 

Dall’altra parte ci saranno emendamenti da parte dei socialisti, dei mondo delle autonomie. A me non interessa della Lega, ma delle migliaia di giovani omosessuali, transessuali e disabili che potrebbero avere una legge, che invece viene impedita dall’atteggiamento arrogante di una parte del Pd che preferisce tenere alta la bandierina a fini di consenso piuttosto che trovare una soluzione».

 

LA STRETTA DI MANO TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZI

Lei propone un “lodo”, che metterà alla prova la buona fede di tutti, anche la sua, ma sul piano delle proposte come se ne esce?

«Il Parlamento non è il regno degli influencer, ma un luogo dove si devono fare i conti con i numeri. Modificando gli articoli 1, 4 e 7 la legge si chiude col consenso se non di tutti, di tanti. La politica è accordo, altrimenti diventa velleitarismo arrogante e inconcludente».

 

In questa vicenda il Pd ha assunto una posizione legittimamente ma insolitamente rigida: come se lo spiega, al netto delle buone ragioni diverse dalle sue?

«Trovo incredibile che quei movimenti e chi nel Pd avevano posto i problemi dell’identità di genere e della scuola – penso alle senatrici Fedeli e Valente, al movimento femminista di sinistra, a “Se non ora quando”, ad Arcilesbica – non siano stati ascoltati dal segretario del Pd. Qualcuno in quel partito pensa di utilizzare questa battaglia in vista delle amministrative. Ma io penso che nelle prossime ore Letta sarà costretto ad una marcia indietro evidente».

 

ELLEKAPPA VIGNETTA GRILLO CONTE

Nella lotta al Covid lei invoca la “dottrina Macron”: ma sino in fondo o condivide con la destra la riserva su ristoranti, bar e non solo?

«Sono macroniano spinto. Il contagio da Covid tornerà a crescere in modo molto significativo ma con una differenza fondamentale rispetto al passato: nel Regno Unito nel novembre 2020 c’erano circa 30mila contagi al giorno e 1500 morti, oggi c’è lo stesso numero di contagiati ma i morti sono quindici. Il “generale vaccino”, con gli anticorpi, blocca la gravità della pandemia. Dunque, vaccino, vaccino, vaccino e tra Macron e Salvini, scelgo Macron tutta la vita».

 

Renzi, in Toscana la sua classe di età poteva prenotare il vaccino da fine maggio e lo stesso in Lombardia: lei e Salvini, pur potendo vaccinarvi da un mese e mezzo, siete ancora “renitenti”. Siete per il vaccino, ma non ve lo fate: sarà pure un messaggio in codice, ma non le pare incoerente?

«Guardi, se lei non me lo avesse chiesto non lo avrei detto, per evitare le foto. Ma io sto per mettermi in coda: mi vaccino questa sera al Mandela Forum alle 21,02. Ho la prenotazione e come tutti i cittadini ho aspettato il mio turno. Poi, è vero, ho perso due settimane, perché ho dovuto fare un viaggio all’estero.

meme su giuseppe conte e beppe grillo

 

Vorrei sommessamente notare che tre mesi fa, nella mia veste di professore a contratto alla Stanford University, avrei potuto vaccinarmi. Non l’ho fatto per evitare polemiche. Trovo abbastanza surreale che uno col mio curriculum di difensore del vaccino possa essere sia pure velatamente accusato di essere addirittura un no-vax».

 

I personaggi pubblici sono “costretti” a rendere conto: Salvini farà il vaccino ad agosto e Conte non si sa…

«Non ci sono immagini di Salvini e Meloni e mi pare neppure di Giuseppe Conte, che è solito mostrarsi in foto in tante situazioni. Ma non mi interessa quello che fanno loro, io da stasera sono vaccinato».

 

Approda in Parlamento la riforma della giustizia penale che è costata un faticoso compromesso in Cdm: voi proverete a cambiarlo? Su una materia delicata, non c’è il rischio di rimettere tutto in discussione?

GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA

«So che la riforma Cartabia non risolve tutti i problemi della giustizia: è il primo passo che ti toglie da dove sei, ma non ti porta dove vuoi. Intanto ci allontana da quello scandalo che era il governo della giustizia da parte del peggior Guardasigilli della storia, Alfonso Bonafede, che assieme a Conte è il responsabile politico di ciò che è accaduto nelle carceri nel terribile 2020 e che è il responsabile anche di quella assurdità che è il processo senza fine. Una prevaricazione dello Stato».

 

Gli emendamenti Conte-Grillo sono di bandiera e saranno tutti respinti? Alla fine il “Cartabia” resterà come è uscito da palazzo Chigi?

«Se ci saranno emendamenti Cinque stelle, noi porteremo i nostri ma nonostante ci sia ancora molto da fare nella riforma della giustizia e nei comportamenti dei magistrati e della politica, penso che andare oltre il “Bonafede” sia in ogni caso un passo in avanti».

 

conte grillo ristorante marina di bibbona

Da 46 anni nel Cda Rai non è mai mancato un esponente dell’opposizione, fosse comunista o missino: perché – esattamente come nel caso Copasir, sempre con la Lega sugli “scudi” - lei è restato indifferente all’esclusione di un esponente della minoranza, in questo caso indicato dal Fdi?

«Due vicende diverse. Sul Copasir ci siamo rimessi all’orientamento espresso nelle diverse fasi dai presidenti delle Camere. Un comportamento del tutto cristallino. Sulla vicenda Rai non siamo stati minimamente coinvolti né considerati da Pd, Cinque stelle, Lega e Forza Italia.

 

Abbiamo preso atto e non abbiamo partecipato alla votazione. Dopodiché il modello della legge di riforma della governance Rai, che ho voluto io, prevedeva che il Parlamento nominasse quattro membri del Cda, due di opposizione e due di maggioranza. Sotto il mio governo è accaduto: questo tema lei non lo deve porre a me».

 

selfie di matteo renzi

 

L’equilibrio di potere nei Cinque stelle li porterà a ricercare un po’ dell’identità perduta e dunque a logorare il governo?

«Ogni giorno che passa il governo Draghi è più forte e il Movimento Cinque stelle è più debole. Sono incerti e divisi: un giorno per Draghi e un giorno contro. Mi sembra che si siano riportate le persone al loro habitat naturale: Conte a pranzo con Grillo, Draghi con Biden, Credo siano destinati ad esplodere e il loro redde rationem finirà per essere un bene».

 

Sta per aprirsi il semestre bianco. Occasione ghiotta per guastatori abili a tirare la corda senza romperla? Una festa per Renzi?

«Però questo semestre bianco mi vede impegnato con un’altra maglietta: quella di principale sostenitore e difensore del governo. Mi consenta un parallelo: così come Donnarumma, dopo la parata decisiva, non si è accorto di aver vinto la finale, non avendo seguito il computo dei rigori, così diversi italiani nei primi mesi non si sono accorti che, aver cambiato Conte con Draghi, è stato come parare un rigore che consente ora all’Italia di essere campione d’ Europa. L’Europa politica».

salvini renzi

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....