bertolaso

ANCHE “REPUBBLICA” CERTIFICA LA STRANA STRATEGIA DI BERLUSCONI PER LE ELEZIONI A MILANO E ROMA: GIOCARE PER PERDERE - FOLLI: “LA CORSA PER IL CAMPIDOGLIO POTECA ESSERE IL LABORATORIO PER LA DESTRA MA BERTOLASO E’ IL NOME PER FARE UN FAVORE AL PD E A MARCHINI. E’ UN CANDIDATO ‘A PERDERE’”

Stefano Folli per “la Repubblica”

 

stefano follistefano folli

Roma poteva essere il laboratorio politico del centrodestra. Un po' quello che sta accadendo a Milano nel centrosinistra, dove la candidatura a sindaco di Sala, comunque la si voglia giudicare, è un tentativo di conciliare l' anima "renziana" del Pd, protesa verso l' elettorato moderato, con l'ala di sinistra rappresentata dai seguaci di Pisapia: una miscela da sperimentare in vista di una proiezione su scala nazionale.

 

SILVIO BERLUSCONI E GUIDO BERTOLASO FOTO LAPRESSE SILVIO BERLUSCONI E GUIDO BERTOLASO FOTO LAPRESSE

Era lecito immaginare che il centrodestra avrebbe seguito lo stesso modello all' ombra del Campidoglio: il voto comunale come occasione per delineare non tanto nuove alleanze, quanto una rinnovata classe dirigente. Ossia una destra post-berlusconiana capace di definire la propria identità partendo dalla capitale, ma preoccupandosi degli equilibri politici generali. In fondo tutti i sondaggi indicano questo schieramento oltre il 30 per cento nel paese: a patto, s' intende, che i diversi segmenti (Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e apporti minori) trovino una seria intesa, non limitandosi a inseguire suggestioni populiste.

bertolasobertolaso

 

A Roma il palcoscenico appariva più che favorevole per avviare l' opera di ricostruzione di quel pianeta dissestato. Serviva lungimiranza, intelligenza politica e un po' di fantasia.

Viceversa il centrodestra è riuscito a inanellare una serie davvero notevole di errori e contraddizioni. Il risultato è un' opportunità mancata, l' ennesima. A cominciare dalla scelta finale del candidato, un Guido Bertolaso riluttante e dal profilo parecchio debole sul piano mediatico - quindi anche elettorale - a causa delle vicende che lo hanno coinvolto nel recente passato.

 

MARCHINI MARCHINI

Se a Roma Berlusconi e i suoi alleati volevano fare un favore al Pd, la cui squadra sulla carta sembrava sconfitta in partenza, e in fondo anche al centrista Marchini con la sua lista civica, la discesa in campo di Bertolaso potrebbe rivelarsi la mossa perfetta. L' uomo ha avuto una stagione di grande popolarità quando guidava la Protezione Civile in anni ormai lontani. Poi la sua stella si è appannata in modo definitivo, con una serie di strascichi giudiziari, e non solo giudiziari, che lo hanno spinto fino in Africa, dove ha fatto del volontariato.

 

ROBERTO GIACHETTIROBERTO GIACHETTI

Riproporre oggi il nome di Bertolaso risponde a una logica di mera sopravvivenza con il sapore del passato. Serve a impedire che Giorgia Meloni, depositaria nella capitale di una certa quantità di voti, presenti una candidatura di rottura che confermerebbe il caos in cui versa l'arcipelago ex berlusconiano. S' intende che la richiesta di Fd' I - scegliere il nome attraverso le primarie - è stata del tutto disattesa. E si capisce, dal momento che le primarie avrebbero prodotto sorprese poco gradite al vecchio leader. Non è un mistero, fra l'altro, che avrebbero potuto premiare un personaggio di temperamento e fuori dagli schemi come Francesco Storace.

 

Così si è scelto un candidato "a perdere", in attesa di giocare le carte migliori al ballottaggio. Ma i voti del centrodestra peseranno solo nel caso in cui ad accedere al secondo turno sarà Alfio Marchini. Nell' ipotesi in cui la partita fosse fra Giachetti, Pd, e il Mr.X dei Cinque Stelle, la sconfitta dell' alleanza berlusconiana sarebbe netta e inappellabile.

giorgia meloni in treno con il gatto giorgia meloni in treno con il gatto

 

Forse sarebbe stato meglio presentare a Roma un "city manager" come Stefano Parisi che invece è stato candidato a Milano - lui romano - dove la corsa contro Sala è in salita. Viceversa nella capitale, città in cui l' elettorato di destra fino a ieri era forte e dove il centrosinistra sconta la disfatta della giunta Marino, i veti incrociati impediscono alla strana alleanza Berlusconi- Meloni-Salvini di essere credibile. Così si dissolve, nel disincanto dell' opinione pubblica residua, la "chance" di trasmettere un' idea del futuro secondo il centrodestra, una visione che non sia solo l' invettiva contro gli immigrati e contro l' Europa.

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?